CAPITOLO 43 - Carpe diem

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I

Le prime luci dell'alba illuminavano la fitta vegetazione del bosco. C'era silenzio, l'unica cosa che si udiva erano gli uccellini che volavano da un ramo all'altro, un altro rumore insistente era la ghiaia mossa da dei passi continui e veloci. Nereo si faceva largo tra arbusti e cespugli, era molto concentrato e come suo solito, non proferiva parola. Dietro di lui a passo svelto lo seguiva Tessa. Era abbastanza irritata dal comportamento scostante del nobile alchimista nei suoi riguardi.

«Ma dovevo capitare per forza con te?» chiese la ladra scocciata.

«Non ci posso fare nulla, è il destino che ha deciso per noi, non ricordi?» gli rispose Nereo con la sua solita supponenza.

Tessa sbuffo vistosamente e continuò a camminare.


Nel frattempo da un altro lato del bosco, Zoe stava camminando e teneva il passo di Gabriele che con la sua spada tagliava rami, liberando il passaggio davanti a loro. Lei lo guardava da dietro e non poteva far altro che pensare a quello che era accaduto il giorno prima.

II

Al casale erano tutti riuniti attorno al tavolo in salotto. Gabriele guardava ognuno con occhi pieni di determinazione, il colloquio che ebbe con Tolomei lo aveva reso più motivato.

«Abbiamo sconfitto e ucciso il primo nato e ora la situazione è meno tesa di prima, ma c'è ancora quella barriera che ci divide dalla fonte e dalle streghe. Domani faremo un sopraluogo per capire come oltrepassarla. Per sicurezza portiamoci delle provviste»

«La vedo molto difficile, le streghe difficilmente usano una magia del genere» disse Damiano.

«Una magia potente per proteggere qualcosa di ancora più potente» constatò Elidoro.

«Propongo di dividerci in tre gruppi da due, i bordi della montagna sono molto vasti, in questo modo possiamo perlustrare tutta la base della montagna» propose Nereo.

Gabriele mise la mano al mento e abbassò lo sguardò, era pensieroso, ma capì che era meglio dividersi per aumentare le possibilità di riuscita e accorciare i tempi.

«Buona idea, in ogni gruppo ci sarà una persona che abbia nozioni di magia o stregoneria» si rivolse a Nereo «In questo caso tu, Zoe, e Damiano»

«Ma io volevo stare con Zoe» reclamò il mercenario.

«Ti ha appena detto che non potete stare nello stesso gruppo... magari io sono più fortunato» disse sogghignando Elidoro.

Damiano batté il pugno sulla propria mano e sbuffò.

«Facciamo così, sarà la sorte a decidere» disse Tessa tutta sicura.

La ladra mise in un sacco delle monete, due di rame, due d'argento e due d'oro.

«Che dite?» chiese conferma al gruppo.

Tutti furono d'accordo e Gabriele ed Elidoro pescarono le monete. Gabriele pescò quella d'oro, Elidoro pescò quella di rame e a Tessa rimase quella d'argento.

«Bene e ora devono pescare i geni della magia» disse Tessa in modo sarcastico.

«Ehi porta rispetto» disse Zoe falsamente arrabbiata.

«Vuoi essere tu a pescare per prima?» domandò Tessa, poi si riferì agli altri «Non credo che agli altri dia fastidio»

«No, fa pure» rispose Nereo.

Tessa spostò il sacco verso Zoe e mise in condizione alla maga di pescare solo la moneta d'oro, mantenendo in pugno le altre due.

«Prego cara» disse Tessa sorridendo con un'aria da furbetta.

Zoe si avvicinò all'amica, mise la mano nel sacco e la guardò negli occhi. Dopo pescò la moneta d'oro e guardò Gabriele con un certo imbarazzo. Tessa senza farsi notare disse qualcosa all'orecchio della maga.

«Carpe diem, cogli l'attimo»

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora