CAPITOLO 28 - Una richiesta d'aiuto

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I

Zoe ed Elidoro si erano accomodati nell'archivio del palazzo della guardia, la maga era assorta a leggere un registro che conteneva gli atti della giurisdizione di Rocca Leone. La lettura non era molto interessante, lo si notava dallo sguardo perso del bardo, che sbuffava e sbadigliava a ogni girata di pagina. All'ennesimo sbadiglio Elidoro chiuse il libro e si voltò verso Zoe, intenta a cercare ancora nel registro.

«Trovato nulla?» domandò il bardo.

«No, nulla di rilevante. Nei vari processi che si sono tenuti in questo paese, ci sono solo furti di galline»

Zoe era sconfortata, avevano passato ore a cercare un qualcosa che potesse aiutarli a scoprire qualcosa di utile.

Elidoro mise una mano sotto il mento, era la sua classica posa da pensatore.

«Eppure, Tolomei aveva detto che la criminalità è in grande aumento... come può essere che non risulti nulla di tutto ciò?»

«Non lo so, ma ne voglio parlare direttamente con lui»

Si sentì un rumore provocato da Elidoro, che si toccò lo stomaco.

«Si è fatto tardi, la mia pancia sta reclamando e vuole essere riempita»

«Hai ragione, anche io ho un po' di fame, usciamo!»

II

I due all'uscita dal palazzo, non passarono inosservati. Ai lati della piazza c'erano ancora delle persone, il coprifuoco stava per scattare e il sole era calato da poco. La gente bisbigliava tra loro, guardando in modo curioso e con occhi torvi i due che stavano attraversando la piazza con calma. Non ci misero molto per capire di essere osservati.

Zoe con gli occhi si fece un rapido giro della piazza e si sentì a disagio, non era abituata ad avere certe occhiate e questo le metteva ansia. Anche Elidoro rimase perplesso e non faceva nulla per non darlo a vedere.

«Sta calando il sole forse sarebbe meglio affrettarci al casale, non credi?»

«Queste persone nascondono qualcosa, ne sono certa»

Elidoro scorse in lontananza una donna che arrancava verso il centro della piazza, si fermò proprio vicino a pochi passi dalla maga, che vedendola in ginocchio, e con le lacrime agli occhi, cercò di aiutarla.

«Cosa le è capitato?»

«Aiutatemi! Lo hanno preso, hanno rapito mio figlio! Aiutatemi vi prego!»

«Non si preoccupi, ora ci siamo noi qui» si rivolse anche alla gente attorno alla piazza «Qualcuno ci aiuti, non si sente bene» ma nessuno intervenne. La gente guardò inerme senza far nulla e con non curanza continuò a farsi gli affari propri.

«Aiutami! Portiamola al casale» disse Zoe ed Elidoro prese la donnasotto braccio, sorreggendola insieme alla maga.

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora