I
Il gruppo uscì dal castello, scortato da due guardie. Nessuno osava aprire bocca, si avvertiva un senso di ansia che Zoe notò nel volto di tutti. Ognuno era assorto nei propri pensieri e l'unica cosa che si sentiva, erano i passi e la ghiaia che si scuoteva al loro passaggio. La maga si domandò cosa vacillasse nella testa di quegli individui appena conosciuti, Il fatto di essere l'unica donna in mezzo a tanti maschi un po' la metteva a disagio, ma doveva farsi coraggio e vincere le sue perplessità. Una maga che si rispettasse, non doveva avere pregiudizi, sua nonna non ne aveva, ma non era vissuta sempre nello stesso paesino come lei. Al contrario di Zoe, Nereo era impassibile e ci teneva a stare ben lontano da Damiano, che invece camminava tranquillo, mentre adocchiava le lavandaie e le meretrici del bordello. L'artista Elidoro era vicino alla maga, di tanto in tanto la guardava e le regalava un sorriso, lei timidamente faceva finta di niente e guardava diritto, dove a coprirgli la visuale davanti a tutti c'erano gli spallacci d'acciaio e il mantello rosso di Gabriele, con a fianco il suo cavallo bianco.
Le guardie fecero il giro per una strada trafficata, di là avrebbero tagliato per i campi e sarebbero arrivati al casale prima del tramonto.
Damiano, dopo aver adocchiato la contadina con un cesto di frutta e la commessa di un negozio di erbe, posò gli occhi su una donna vestita di pelle nera, seduta all'aperto a un tavolo di una trattoria. Di primo acchito gli sembrava familiare, poi vide il volto e la riconobbe subito. In una frazione di secondo partì e superò Gabriele con le guardie, per poi trovarsi alle spalle dell'ignara donna che stava mangiando beatamente.
Gli altri del gruppo si fermarono e rimasero interdetti. Il mercenario afferrò e tirò con veemenza i capelli della donna, la girò con forza poggiandogli la testa sul tavolo, per poi afferrarla con brutalità alla gola.
«Ridammi i miei soldi!» gridò Damiano.
Tessa non poteva rispondergli, perché stava soffocando.
«Dannata, che ne hai fatto dei miei soldi?» continuò preso dall'ira, poi notò tutte le cibarie sul tavolo. Un pollo con patate, pane, latticini e una brocca di vino.
«Ti farò sputare tutto a suon di cazzotti»
Gabriele accorse a separarli.
«Lasciala stare!»
«Non ti immischiare! Questa baldracca mi ha rubato tutti i soldi e ora la pagherà!»
«Ho detto lasciala, questo non è un buon motivo per maltrattarla. Non puoi farti giustizia da solo, ci penseranno le guardie ad arrestarla»
Anche Zoe si mise di mezzo e cercò di farlo ragionare.
«Ha ragione! Smettila che così non risolvi niente!»
Damiano si calmò e lasciò la presa. Tessa tossì e respirò affannando, mentre le guardie intervennero subito e la ammanettarono.
Il mercenario sembrava ancora scosso e Gabriele gli mise una mano sulla spalla per tranquillizzarlo.
«Decisione giusta»
Damiano scrollò con riluttanza la mano del cavaliere e se ne andò nervoso.
Elidoro vide Zoe preoccupata e ne approfittò per rassicurarla.
«Non ti preoccupare, non mi sembra il tipo da portare rancore... Almenospero»
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Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca Leone
FantasyUn fantasy medievale ambientato a Stivalia una penisola ispirata al territorio italiano dell'epoca. Gli avvenimenti di questa storia si svolgono a Rocca Leone, epicentro della rinascita di un'entità malvagia che trae il proprio potere dalle cattive...