CAPITOLO 31 - Il Banchetto

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I

Damiano e Zoe si facevano largo tra arbusti e radici d'albero, fino a quando raggiunsero uno spiazzo. La maga notò in lontananza una fioca luce e avvicinandosi vide uno spettacolo raccapricciante. Zoe era nervosa e fece un segno al mercenario, indicando quello che stava vedendo con un dito tremante. Sembrava come se stesse per cedere al pianto e Damiano le mise una mano davanti alla bocca per non farla parlare. Si nascosero dietro a una roccia poco distante e da lì tennero d'occhio quello che stava accadendo.

Gli indemoniati stavano al centro della raduna e banchettavano con i resti del cadavere di un bambino. Dalle loro bocche colava il suo sangue e mentre masticavano con piacere la sua carne, altri sgozzavano e cuocevano i corpi di altri bambini in dei falò sparsi in tutta l'area.

L'unico bambino ancora vivo era legato ad un palo sotto una pira di tronchi. Vicino al bambino, c'era un energumeno che stava affilando un grosso machete. A fianco all'uomo armato c'è n'era un altro con una fiaccola ardente.

«Non possiamo rimanere qua ad aspettare che mangino anche lui, dobbiamo intervenire subito» disse la maga in preda alla rabbia.

«Non perdere il controllo, dobbiamo essere cauti» la riprese in modo serio.

«È strano! Tu che mi parli di cautela?»

«Già, vengono momenti in cui mi sorprendo di me stesso» poi, dopo aver fatto un lieve sorriso e sospirato, espose il suo piano «Facciamo così, va' dietro di loro senza farti scoprire, io nel frattempo attirerò la loro attenzione verso di me, quando sarai dietro... attaccali al mio segnale»

Damiano uscì dai cespugli e alcuni indemoniati lo notarono, bloccandosi di colpo.

«Ehi! Ma guarda che bella combriccola di pazzi!» disse urlando.

A quel punto attirò l'attenzione di tutti gli indemoniati presenti. Lo guardavano tutti sorpresi, mentre stava lì a braccia aperte appoggiato alla roccia.

«Mi dispiace rovinare la festa, ma devo riportare il marmocchio a casa, la madre non vuole che il ragazzino rimanga sveglio fino a tardi... penso che dovrete accontentarvi di un capretto per stasera»

Nel sentire queste parole così sarcastiche, gli indemoniati si arrabbiarono e subito impugnarono mazze, coltelli e forconi.

Damiano estrasse la sua ascia e con occhi determinati li vide caricare contro di lui.

«Bene... lo avete voluto voi»

Damiano diede un colpo d'ascia al più vicino atterrandolo, subito dopo schivò l'attacco di un indemoniato che uccise con rapidità, squartandogli il ventre e la schiena.

«Vai!!!» urlò il mercenario e Zoe dall'altro lato applicò uno dei suoi incantesimi, provocando un'onda d'urto che scaraventò a terra cinque indemoniati. Damiano ne approfittò per ucciderne due, che stavano a terra vicino a lui. La maga stordì e scaraventò altri tre indemoniati, mentre il mercenario non lasciava scampo con la sua brutalità. Nel frattempo, una vecchia indemoniata sottrattasi alla battaglia si portò proprio vicino al bambino e gli puntò un coltello alla gola. I due inquisitori quando la notarono si fermarono subito, rimanendo inermi.

La vecchia parlò ai due, in particolar modo alla maga, ma il suo modo di comunicare era al limite del comprensibile, perché era come ascoltare dei versi misti a una parlata poco chiara.

«Guariscili!»

Si riferiva ai corpi ancora in vita e deturpati, che agonizzavano per terra. Zoe esitava a farlo e guardò Damiano senza sapere cosa fare, lui era inerme e attonito.

«Guariscili!» disse con voce ancora più alta e rabbiosa.

La vecchia indemoniata spinse il coltello alla gola del bambino, tagliando parte del collo, facendo uscire del sangue.

Zoe era impaurita e applicò un incantesimo di guarigione ad ampio raggio su dieci indemoniati, che a poco a poco si rimisero in piedi rigenerati. La vecchia sogghignò, mentre gli altri indemoniati si avvicinarono, bloccando il passaggio a Damiano e Zoe. L'indemoniata alzò il coltello per infliggere un colpo mortale al bambino, ma venne colpita da una freccia al collo e cadde a terra inzuppata del suo stesso sangue.

Dietro al cadavere della vecchia si vide arrivare Tessa di corsa.

«Sta indietro! FERMATI!» gli urlò Gabriele.

Lei si arrestò e il cavaliere la raggiunse di corsa. Con una mano la portò a sé e con l'altra le parò lo scudo davanti. Una bomba improvvisata con una bottiglia, una pezza incendiata e della polvere da sparo, volò sopra le loro teste ed esplose facendoli sobbalzare, ma senza conseguenze.

Un'altra bomba volò dall'altro lato, ma questa era stata creata da un professionista, e a dimostrarlo fu l'esplosione tre volte più forte, che travolse quattro indemoniati. Damiano nel vedere i propri compagni si esaltò e brandì ancora la sua ascia. Zoe fece un incantesimo di protezione su tutti. Gabriele si riprese e mise fuori combattimento tre indemoniati, a suon di fendenti e scudate. Tessa andò a liberare il bambino. Era svenuto, ma ancora vivo.

Damiano riprese da dove aveva incominciato, e dopo aver evitato per un soffio che il machete dell'energumeno gli tranciasse la testa, contrattaccò con prontezza, colpendo prima il ventre e poi il collo dell'energumeno, che cadde a terra facendo un gran tonfo. Ne rimase solo uno che tentò di fuggire, ma venne accoltellato da Elidoro che stava nelle retrovie. La battaglia era conclusa e Gabriele arrancava in maniera vistoa. Nereo lo notò e si avvicinò piano a lui.

«Qua abbiamo finito è ora di anda...» il cavaliere svenne, ma fu mantenuto ancora da Nereo.

«Lo sapevo che non avrebbe retto»

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora