CAPITOLO 19 - Una proposta di lavoro

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I

Il sole stava sorgendo e al casale della compagnia il gallo cantò forte come ogni mattina. Zoe aprì gli occhi di soppiatto e sbadigliò vistosamente. Dopo una bella stiracchiata, si alzò e andò a spazzolarsi i capelli allo specchio, aveva un'aria calma e ancora assonnata, si passava la spazzola più volte per cercare di domare la sua folta chioma bionda. Nel farlo, non poté fare a meno di sentire un dolce profumo venire dal piano di sotto. Incuriosita andò a vedere, e scendendo le scale, notò Gabriele che si accingeva a mettere una teglia di biscotti sul tavolo del salotto.

«Ben Svegliata» disse Gabriele, sorridendo appena la vide.

«Grazie, li hai fatti tu?» domandò avvicinandosi ai biscotti come una bambina affamata.

«Appena sfornati, serviti pure»

Zoe non se lo fece ripetere due volte e ne mangiò uno. Erano caldi con sopra un lieve strato di cannella, per dargli ancora più sapore.

«Sono buonissimi» disse la maga, mentre ne prendeva un altro.

«Mi fa piacere che ti piacciano, se vuoi ti do un po' di latte»

«No, faccio io»

Zoe con un cenno della mano fece levitare una scodella a sé, dopo toccò alla brocca con il latte, che si inclinò versando il suo contenuto.

Gabriele la guardava attentamente e come un bambino rimase affascinato, prima dalla magia e poi dal viso sereno di quella dolce fanciulla che aveva davanti.

Si servì anche lui, ma con le sue sole mani e mangiò i biscotti accanto a lei.

«Ti voglio far assaggiare un'altra specialità, ma ho bisogno di imparare la ricetta e procurarmi gli ingredienti... io dovrei andare in città... ti va di... accompagnarmi?»

«Ma certo, mi scoccio a stare sempre al casale. Finalmente potrò fare delle compere»

«Sarà un piacere aiutarti» disse il cavaliere rinfrancato.

II

Alla "Volpe e l'uva" si beveva dell'ottimo vino, lo sapevano tutti quelli che erano seduti al bancone e ai tavoli della taverna. Tra questi c'era anche Elidoro, che era in compagnia di due belle fanciulle, una castana dalla carnagione chiara e una mora dalla pelle più scura.

Erano seduti a un tavolo vicino al bancone.

«Vi ho detto di quella volta che suonai al cospetto del Re? Mi fece fare tutto il repertorio e poi voleva che suonassi ancora» disse orgoglioso il bardo.

«Elidoro ti prego cantaci una delle tue canzoni» disse la ragazza castana, mentre gli prese la mano e gli accarezzò il petto.

«Sì, ti prego cantaci qualcosa di romantico» aggiunse la mora, facendogli un sorriso molto convincente.

Elidoro rise di gusto e sentendosi gratificato si alzò da tavola.

«E va bene signore, vi regalerò una ballata sull'amore di un principe e una sirena»

L'artista andò al centro della sala con il suo mandolino e incominciò a strimpellare le corde. Attirò subito l'attenzione dei presenti nella taverna. Incominciò a suonare le prime note molto dolci e subito la gente fece il passaparola. La sala si riempì di persone che entrarono alla taverna apposta per sentirlo. La maggioranza del pubblico, naturalmente, era composto da giovani donne, alcune accompagnate dai propri uomini.  La sala fece silenzio e ascoltò attentamente la ballata.


IL PRINCIPE E LA SIRENA

Nobili scarpe calpestano la sabbia

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora