CAPITOLO 44 - I boschi e la barriera

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I

«Cogli l'attimo» ripetette a bassa voce la maga

«Cosa?» chiese Gabriele.

«No, niente...»

Gabriele continuò a camminare in mezzo al fogliame, ma ad un certo punto si fermò e si voltò verso di lei, guardandola diritta negli occhi.

«Ti devo dire una cosa»

«Dimmi, cosa c'è?» chiese lei con ansia.

«Io... ti devo delle scuse... non ho fatto altro che opprimerti e non ti ho dato la fiducia che meritavi, in più di un'occasione hai dimostrato il tuo valore e ti ritengo una delle persone più valide del nostro gruppo... mi dispiace, puoi perdonarmi?»

«Stai esagerando, un semplice scusa sarebbe bastato»

«Mi perdoni allora?»

«In realtà l'avevo già fatto, ma volevo comunque sentirtelo dire. Sono felice che tu ci abbia pensato»

«Mi fa piacere...»

«Dai proseguiamo»

I due ripresero a camminare, ma stavolta più vicini.

II

Damiano stava camminando nel lato est del bosco e perlustrava la strada con attenzione.

«Come mai sei così attento?» gli domandò curioso Elidoro.

«Zitto, sto vedendo se ci sono tracce di quelle maledette streghe»

«Va bene, ma non credo che le troveremo qui»

«E tu che ne sai? Hai mai affrontato una strega?»

«No, ma ne ho sentito parlare»

«Bene, allora non hai la minima idea di cosa siano in grado di fare. Probabilmente sanno che le stiamo cercando, dobbiamo stare attenti>

«Quante streghe hai ucciso?»

A questa domanda Damiano si zittì e i ricordi gli riaffiorarono nella mente.

Una strega dai capelli rossi e la faccia sanguinante, era immobilizzata per terra. Damiano era in piedi vicino a lei e sembrava molto compiaciuto.

«Quante mie sorelle hai ucciso per arrivare a me? Quante per avere la tua vendetta?» chiese la strega ansimando e sorridendo in segno di sfida.

«Oh, mi sono dato da fare, le ho guardate bruciare una per una, pregustando questo momento... ma non temere, ho tenuto un numero speciale apposta per te...» prese una torcia ardente «Tu sarai la numero cento»

Damiano gettò la torcia su di lei e le fiamme propagarono, facendo ridere la strega per l'ultima volta.

«Ehi, mi hai sentito?» gli domandò Elidoro.

«Non ricordo con precisione il numero, ti posso assicurare che sono parecchie. Le ho bruciate tutte quelle puttane!» rispose spazientito il mercenario.

«Questo mi rassicura. Chissà, magari riuscirò a scriverci una bella ballata»

«Sei così sicuro di sopravvivere?»

«Beh, sono in compagnia di un grande cacciatore di streghe... e poi chissà, potrebbero innamorarsi della mia musica o rimanere ammaliate dalla mia bellezza»

Damiano era spazientito e si mise una mano in faccia, per poi alzare le mani al cielo.

«Dannazione mi sarei accontentato anche di quel senza palle»

Cronache di Stivalia - La condanna di Rocca LeoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora