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Subito dopo andai in camera mia, dopo un bel bagno caldo e dopo aver indossato degli shorts e una canotta mi buttai sul letto e accesi il pc.
Nel frattempo mi arrivò un messaggio di Mikasa: voleva chiamarmi per dirmi di una certa festa, ma ero troppo pigra e arrabbiata in quel momento per parlare con lei. Decisi di guardare una puntata di Haikyuu, ultimamente non avevo molto tempo e quindi saltai qualche episodio.
L'episodio era iniziato e subito mi venne fame. Come si fa a guardare un anime senza qualcosa da stuzzicare e da bere?
Non volevo andare in cucina, probabilmente gli amici di Jean erano arrivati perchè poco prima avevo sentito la porta d'ingresso sbattere. E poi volevo evitare figure di merda come ero solita fare.
Decisi di fregarmene e andai in cucina. Le luci erano tutte spente. Probabilmente erano al secondo piano. Scesi le scale e anche giù le luci erano spente. Per fortuna la mia teoria era corretta.
Aprii il frigo e presi del gelato e un po' d'acqua. Spensi la luce ma poi sentii un rumore che proveniva dal salotto.
Una piccola risata, che dopo scomparve, si sentì in un piccolo rumore.
«Fa' silenzio scema!» sussurrò Eren.
Rimasi paralizzata. Non potevo crederci. Gli amici che dovevano venire erano solo due ragazze? Jean era davvero uno stupido se aveva acconsentito ciò. In casa c'era un bambino!
Sperai con tutta me stessa che Falco stesse dormendo.
Nel tempo la mia curiosità mi spinse ad andare a vedere. Posai il gelato e il bicchiere sul tavolo, e in punta di piedi mi avvicinai.
Sapevo che non dovevo farlo, ma volevo vedere con chi era Eren. Anzi, chi era la puttanella che voleva farsi. In casa mia per giunta.
Vidi una ragazza con le spalle al muro, le sue gambe cingevano la vita di Eren e la sua minigonna era quasi inesistente. Si stavano baciando quindi non riuscivo a vedere bene chi fosse.
Sbirciai un altro po', volevo sapere di più. Si staccarono e lei gli accarezzò il viso.

Era Hitch.

Mi voltai e tornai in camera mia. Non volevo saperne più niente.
"Ma siamo seri? La ragazza più popolare e antipatica della terra! Sapevo che mio fratello frequentava certe persone, ma non immaginavo che le portasse a casa, anzi, che si portasse anche quelle di Eren!"
Entrai in camera mia sbattendo la porta rumorosamente.
Mi buttai sul letto. Volevo addormentarmi e sperai con tutta me stessa di non svegliarmi più.

7:45

La mia sveglia suonò.
Non ci potevo credere, era mattina, un sabato mattina ed io mi ero svegliata presto. Avevo decisamente qualche problema. L'idea che Hitch e qualche altra ragazza avessero passato la notte in casa mia a far chissà cosa, mi fece rabbrividire. Volevo uscire prima che i miei genitori rientrassero e prima di fare qualche incontro indesiderato.
Potevo andare a correre, così facevo almeno un po' di sport.
Mi misi dei leggins, una maglietta e le nike.
Presi il cellulare, le cuffie e un mazzo di chiavi e in silenzio uscii di casa. Fuori c'era ancora la macchina di Eren.
Per le strade non c'era nessuno, tranne qualche temerario che come me correva per le strade. Tutto sembrava perfetto e per una volta ero contenta che fosse mattino.
Avevo da poco preso una stradina che portava vicino casa di Annie.
Verso la mia direzione stava venendo un ragazzo dai capelli corvini. Lo avevo già visto e se non sbaglio frequentava alcune lezioni con me. Mi resi conto che non avevo fatto molto caso ai miei compagni.
«Hey T/n!» mi salutò.
«Hey...» non ricordavo il suo nome.
«Marco» rise lui.
"Che figura. Non poteva che capitarmene una di prima mattina!"
Volevo sprofondare.
Mi ricordavo in un certo senso di lui, me lo avevano presentato il primo giorno di scuola ed era nella stessa cerchia di amici di mio fratello.
«Anche tu amante dello sport?» mi chiese.
Scossi la testa.
«Ero nervosa e avevo bisogno di schiarirmi le idee.»
«Ottima idea. Ti va di proseguire insieme?» mi chiese e sfoggiando il suo sorriso migliore, era davvero carino.
«Certo» dissi e iniziammo a correre.
Parlammo del più e del meno e scoprii che anche lui giocava nella squadra di basket ma a causa di un'infortunio stava in panchina per il momento. Ogni tanto, a causa delle risate ci fermavamo a riposare un po'. Non ce la facevo proprio a ridere e a correre nello stesso tempo!
In poco tempo arrivammo al parco anche se sembravano passati solamente pochi minuti in realtà avevamo corso per quasi un'ora ed erano già le nove.
«Ti accompagno a casa?» mi domandò.
«Dovresti fare della strada in più, vado da sola non preoccuparti.»
«Non è un problema, tranquilla.»
Accettai e dopo aver comprato una bottiglietta d'acqua ci incamminiamo verso casa.
Quando arriviami davanti al cancello l'auto dei miei genitori era già parcheggiata.
«Questa sera i ragazzi della squadra vanno a una festa a casa di Reiner, perché non vieni?» mi chiedette.
C'erano due opzioni: 1 potevo accettare e cedere a quel bellisimo visino rischiando di fare pessime figure e 2 potevo rifiutarlo rattristando quel faccino che si ritrovava. Ovviamente scelsi l'opzione numero 1.
«Ci sarò sicuramente.»
«Ti do il mio numero così quando arrivi me lo dici e ti raggiungo.» mi fece l'occhiolino.
Dopo questo scambio lo salutai ed entrai in casa. «Dove sei stata?» mi chiese Jean.
«Avevo voglia di fare un po' di sport.» alzai le spalle ed andai in camera mia. Aprii la porta del bagno ed entrai in doccia.
Dovevo chiamare Mikasa e Annie, non potevo andare ad una festa senza di loro e poi dovevo avvisare Jean, ci serviva un passaggio e dopo ciò che aveva combinato Mikasa con l'auto di suo fratello, era meglio evitare un altro casino.
Dopo la doccia presi il telefono e le chiamai entrambe. Annie non rispondeva, mentre Mikasa fu molto felice del mio invito: era un'opportunità per stare con mio fratello.
Volevo raccontarle ciò che avevo visto ieri, ma forse non era l'occasione migliore e poi non c'era nulla di certo, così lasciai stare. Mikasa veniva a casa mia per le 9:00.
Chiesi a Jean per il passaggio. Inizialmente sbuffò, lamentandosi e dicendomi che potevo chiedere a qualcun'altro, ma poi, quando seppe che forse Mikasa sarebbe stata con noi, accettò senza pensarci due volte.

Uno strano presentimento s'insinuò dentro di me.

Provai a chiamarla per tutto il pomeriggio, ma non rispondeva mai oppure c'era la segreteria telefonica.
Intorno alle otto iniziai a prepararmi. Indossai un vestito blu notte molto semplice, lasciai e capelli sciolti e misi un filo di mascara. Come al solito non volevo attirare l'attenzione su di me.

«Finalmente sei pronta!» mi disse Jean.
«Ma grazie al cazzo! E anche tu che ti sei tirato a lucido solo per la tua "Mikasa"!» dissi tra virgolette l'ultima parte. Indossava uno smoking per la festa, camicia bianca e giacca nera.
Mikasa arrivò arrivò dopo pochi minuti e con mia sorpresa, Jean disse di aspettare Annie.
Guardai Mikasa. Lei non ne sapeva niente e a quanto pare c'era rimasta malissimo.
Il tragitto per la casa di Reiner fu molto silenzioso.
Quando sciesi dall'auto presi Mikasa sottobraccio e mi allontai subito.
«Tu ne sapevi qualcosa?» le chiesi riguardo all'arrivo di Annie.
«Non ne sapevo niente... ho provato a chiamarla tutto il pomeriggio. Ho paura che ci sia qualcosa sotto.» abbassò lo sguardo.
«Preferisco non pensarci per adesso, dobbiamo divertirci no? Andiamo!» le dissi ed entrammo.
Subito dopo mi ricordai di Marco, così presi il telefono e gli inviai un messaggio.

>Vediamoci vicino alle scale

>ok!

>🙈

Mi incamminai verso il luogo prestabilito.
«Ciao ragazze!» disse Reiner vedendoci. Come faceva a conoscermi?
«Hey»
«Loro sono Porko, Colt e Pieck.» strinsi la mano ad ognuno di loro.
Poco dopo arrivò Marco che mi salutò e mi invitò a prendere qualcosa da bere insieme ai suoi amici.
Ci sedemmo tutti insieme intorno ad un tavolino e con mia grande sfortuna ci raggiunse Hitch, seguita da due sue amiche.
Squadrò me e Mikasa da capo a piedi e salutò tutti gli altri.
«Avanti su, fatemi posto!» disse spingendo la spalla di Colt.
«Non potresti sederti da qualche altra parte?» le chiese Pieck che per risposta ricevette un'occhiataccia. Sbuffò e se ne andò.
«Mikasa, sai per caso dov'è tuo fratello?»
«Non siamo venuti insieme.»
Hitch sbuffò e si alzò seguita dalle sue amiche. Che tipo strano.
«Sta' tranquilla fa sempre così.» mi sussurrò in orecchio Marco notando la mia espressione disgustata.
A poco a poco tutti se ne andarono, chi per bere, chi per ballare o altro. Restai con Marco che quando sentì una canzone lenta mi propose di ballare. Accettai e mi guidò sulla pista. Notai molte facce conosciute, compresa quella di mio fratello che ballava con Annie!
Quest'ultima aveva uno sguardo furioso e quando lui le disse qualcosa in un orecchio lei se ne andò.
«Sei bellissima.» mi disse Marco. Lo guardai negli occhi.
«Grazie.» mi sorrise e si avvicinò.
Stava scherzando vero? Si faceva sempre più vicino a me, ma poi il DJ prese il microfoni e disse: «Cambio!» e mi venne quasi strappato di dosso. Ma che stava facendo? Da quando in qua si cambiavano le coppie? Qualcuno mi portò le mani al suo collo. Alzai lo sguardo e lo notai rimanendo quadi a bocca aperta.
«Ho disturbato qualcosa?» mi disse Eren. Feci per andarmene, ma mi strinse ancora di più a sé.
«Lasciami andare.»
«Ma non stavi ballando? Sai che è maleducazione lasciare il proprio partner da solo?»
«Oh certo!»
Avvicinò le labbra al mio orecchio.
«Non volevi mica continuare a ballare con quello lì?» fui percossa da un brivido.
Che diamine stava facendo?
«Smettila e poi tu non lo conosci!»
Mi guardò con aria interrogativa. Il suo sguardo volevo dire "perché tu sì?"
Mi stavo infuriando, ancora di più. Cos'aveva quel ragazzo che non andava? E perché doveva rompere sempre?
Per mia grande fortuna la musica finì e velocemente raggiunse gli altri.
Porko stava mangiando delle patatine.
Mi sedetti accanto a lui e iniziò a fare una descrizione molto divertente di tutti coloro che ballavano. Mi raccontò anche di Hitch e di una sua amica. La mia previsione era corretta. Erano le ochette della scuola e, naturalmente, Hitch stava con Eren. Due persone così così stupide non potevano fare nulla meno che amarsi follemente.
Alzai lo sguardo sulla pista e li vidi insieme che ballavano. Eren era molto indifferente a lei e si guardava attorno. Quando mi vide puntò il suo sguardo su di me. Ci guardammo per un po', ma non riuscendo a reggere la pesantezza e la penentranza del suo sguardo lo abbassai.
«Dov'eri finita?» mi chiese Marco spaventandomi. Mi ero completamente dimenticata di lui!
«Volevo riposarmi un po'.» mentii.
«Tuo fratello ti sta cercando, forse è meglio se lo raggiungi» mi fece l'occhiolino. Mi porse una mano e mi alzai.

Jean era già in macchina, profondamente arrabbiato. Con lui c'era Eren e nel sedile posteriore Mikasa, molto su di giri. Aveva bevuto sicuramente. Per tutto il tragitto lo sguardo di Eren era puntato su di me.

[1849 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora