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Fu una pessima idea, la più brutta di sempre. Falco era tornato di nuovo e appena vide Eren lo assalì letteralmente.

Mia madre era sparita e mio padre stava seduto a guardare male Eren e a parlare con Pieck che si era rilassata.

«Che bel ragazzo che sei.» disse mia zia a Eren.
«Come ti chiami ragazzino?» gli chiese mia nonna con un tono di voce normale, aveva messo l'apparecchio finalmente.
«Eren, piacere.» disse lui porgendole una mano.
Ora faceva pure il gentiluomo?
«Eren mi sono fidanzato!» disse Falco interrompendo tutti.
«Oh davvero?» chiese lui entusiasta.
«Dovresti farlo anche tu mia cara.» disse mia zia prendendo un una patatina, per risposta sbuffai.
«Hai quasi diciotto anni.» fece spallucce.
«Ma cosa significa?» sbottai. Stavo perdendo le staffe, ogni occasione era buona per ricordarmelo.
«Oh questo coso mi da fastidio.» disse mia nonna togliendosi l'apparecchio «Andrò a rifarlo.»
«Io non verrò con te.» disse mia zia.

Mia zia era una bella donna, sulla quarantina, con dei capelli c/c/z (colore capelli della zia) e gli occhi c/o/z, con le forme al posto giusto. Si definiva uno spirito libero e non si impegnava per più di due anni con una persona, lei lo definiva cambiare aria.

«Ma chi ti vuole, mi accompagna lei.» disse mia nonna scocciata indicandomi.
«Giada ormai ha la patente.» ecco, per la centesima volta sbagliava nome.
«Sono T/n nonna e non ho la parente.» dissi sedendomi ormai sconfitta dalla piega che aveva preso la situazione.
«Senti giovanotto tu guidi?» gli chiese mia nonna.
«Certo.» disse Eren che teneva Falco in braccio.
«Hai la patente da tanto?» chiese mia zia sistemandosi i capelli. Ci stava provando davvero con lui?
«Beh da quando sono maggiorenne.» disse lui tranquillo.
«Hai la stessa età di Jean allora.» disse lei sorridendo.
«Zia-» fece Jean per parlare.
«Beh magari ci andiamo insieme un giorno di questi.» disse lei. Non ci potevo credere, lo stava facendo davvero.
«L'importante è che mi lasciate scegliere l'apparecchio.» disse mia nonna.
«Restate a cena?» chiese mia madre a Pieck e Eren.
«Non posso.» disse Pieck gentilmente.
«Davvero?» chiese mio padre dispiaciuto.
«Forse è meglio che vada.» disse Eren.
«Non resti?.» ecco mia madre afflitta che entrava in azione.
«Non penso sia il caso.» disse lui.

Nel frattempo Pieck aveva salutato tutti e se ne era andata.

«Resta pure.» disse mia nonna «Voglio conoscere il tassista.» Jean rise insieme a Eren e io me ne andai.

La situazione era pesante, mi zia ci provava con Eren e tutti lo amavano. Cosa ci trovavano di interessante?

Neanche il tempo di andare in camera e Jean era già lì.
La vita si stava prendendo gioco di me, prima Mina, poi i parenti, ora Jean che rideva.

«So che lo odi ma è troppo divertente.» rise chiudendo la porta «Ed è dispiaciuto.»
«Non mi interessa, perché non se ne va da Mina?» dissi acida mettendomi una tuta.
Come al solito cercò di farmi cambiare idea. Forse avevo esagerato, forse no, ma non volevo ad essere ancora arrabbiata e triste. Magari era davvero cambiato, dovevo imparare a fidarmi di lui.

Quando tornammo in cucina la situazione era degenerata. Mia nonna e mia zia stavano sedute ai lati di Eren e Falco li guardava stando seduta a capotavola.
Io e Jean ci sedemmo di fronte a loro.
Eren appena mi vide mi guardò e cercai di tranquillizzarlo con lo sguardo, volevo fidarmi di lui, almeno per oggi.
Mio padre guardava Eren malissimo ed era l'unico a quel tavolo a non volerlo lì, forse potevamo fondare un fanclub "tutti contro Eren".

Mia madre portó un pollo gigante in tavola con tanto di patate, carote e insalata.

«Ma questi muscoli sono tuoi o prendi pillole?» chiese mia zia.
Mia madre era esasperata.
«Ma che domande, certo che sono suoi.» disse mia nonna urlando.
«Possiamo cambiare discorso?» disse Jean ridendo.
«Non fare il geloso.» disse mia nonna «Se solo ti allenassi di più saresti meno flaccido.»
«Jean non ha nulla da invidiare a nessuno.» dissi io difendendolo
«Qua mi puzza di storiella.» disse mia zia sorridendo e guardando mia madre.
«Sono amici.» la tranquillizzò lei con un sorrisino che mi preoccupò.
«Mamma!» rise Jean difendendomi a sua volta.
«Com'è bello cenare tutti insieme.» disse sarcastico mio padre facendo scomparire il sorriso di Eren. Gli diedi un calcio sotto il tavolo e lui mi guardò e fece segno di spiegarmi tutto dopo.
«Anche tuo padre era un bel ragazzo.» mi disse mia nonna «Come tuo nonno del resto» sospirò «E ora fa il geloso anche lui, tale padre tale figlio.» rise.
«Nonostante gli anni è sempre lo stesso.» mia madre gli mise una mano sulla spalla facendolo sorridere.
«Lo stesso cretino.» rise mia nonna.
«T/n sei silenziosa.» mi disse mia zia. Di solito quando eravamo insieme ridevamo e parlavamo tanto, ma quel giorno non mi andava proprio.
«Cosa dovrei dirti?» cercai di essere il meno acida possibile. Gliene volevo dire tante di cose, specialmente le volevo dire di non provarci con Eren.
«Ti sei trovata il ragazzo?» ecco la solita domanda di mia nonna
«Non lo voglio un ragazzo.» dissi e Jean trattenne una risata.
«Ti senti con un pazzo? N/p tua figlia sta con un pazzo.»
«Mamma non ha un ragazzo.» disse mio padre correggendola.
«Non ti interessa questo qua?» chiese toccando Eren e per poco non mi affogai con l'acqua «Quello di prima era troppo flaccido e moscio.»
Ma non si poteva parlare d'altro? Proprio di fronte a Eren ne dovevamo parlare?
«Sempre meglio del ragazzino che aveva in terza media.» disse mia zia facendo ridere tutti me compresa, finalmente.
«Ci penso io.» dissi vedendo mia madre che stava per sparecchiare. Volevo alzarmi da quel tavolo e quella era l'occasione adatta.

Ne approfittai per perdere tempo in cucina e tirare fuori il dolce.

«Vuoi una mano?» sentendo la voce di Eren mi stava cadendo tutto per terra. Prese il dolce al posto mio e lo posò sul tavolo.
«Era un abbraccio.» mi disse riguardo a ciò che era successo oggi.
«Ho esagerato ok?» tagliai corto.
«Ma non fare l'acida perché...» si fermò e sorrise. «Perché?» lo invitati a continuare e misi un pezzo di torta nel piatto.
«Niente, niente.» si poggio all'isola e mi guardò.
«Parla, sono armata.» lo minacciai con il coltello coperto di cioccolato.
«Che paura.» disse spostandolo e avvicinandosi «Non dovresti stare qua con me.» disse vicinissimo alle mie labbra.
«Che ti ha detto mio padre?» risi e posai il coltello.
«Non dovrei entrare nella camera di una ragazza senza il suo permesso.» disse stringendomi. Portai le mani sul suo collo.
«È maleducazione.» lo rimproverai.
Stavamo per baciarci quando mio padre entrò in cucina
«T/n ti stanno aspettando.» disse severo.
«Oh... io... ehm...» dissi allontanandomi da Eren «Sto arrivando!» dissi convinta.

Dopo cena mia nonna salí nella sua camera e Eren, dopo aver fatto il solito ringraziamento da bravo ragazzo si liquidò.
Lo accompagnai alla porta, dovevo scusarmi per il comportamento imbarazzante di mia zia.
«È simpatica, anche tua nonna, è un peccato che tu non abbia preso da lei.» disse convinto.
«Forse ho preso da mio padre.» mi poggiai a lui e lo abbracciai.
«Ecco perché mi odi.» il suo naso sfiorò il mio.
«Io non ti odio, ti ritengo un'idiota ma non ti odio.» sorrisi e mi avvicinai.
«Ehm...» mio padre si schiarí la voce. Per la seconda volta aveva rovinato il nostro momento.
«Beh io vado.» Eren mi guardò dispiaciuto «Buona notte signor Kirtschtein.» disse lui.
«Buona notte Eren.» disse mio padre poggiandosi alla porta e salutandolo con la mano da lontano «Lo l'ammazzo.» sorrise abbracciandomi e chiudendo la porta.

[1275 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

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Voi non potete capire quanto ho riso per scrivere questo capitolo ahahaha
E comunque bisogna bruciare il padre 🤗
E cosa pensate di questa zia?
(Non so come siano i vostri parenti però ho voluto fare un capitolo "divertente". Spero vi sia piaciuto <3)
Comunque il capitolo dopo sarà bello eh ve lo dico🤭

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora