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«T/n vieni verso di me.» mi disse Marco mentre continuava ad avanzare nel campo.
Era strano vedermi con una maglietta gigante addosso e con Marco che mi faceva da insegnante.
Era passata già un'ora e mi aveva già insegnato tantissime cose e mi stavo pure divertendo!
«Adesso provo a rubarti la palla.» mi disse vendo verso di me.
Cercai di spostarmi, mi sembrava la cosa più ovvia, ma con la mia goffaggine persi la palla.
«Non ce la farò mai.» gli dissi andandola a recuperare.
«Riprovaci.» mi sorrise ed io lo ascoltai.
Era difficile stare concentrata in una situazione del genere, infatti riuscì a rubarmela ed io sfinita mi sedetti per terra.
«Ci vediamo domani?» mi chiese porgendomi una mano e tirandomi su.
«Si. Quanto tempo pensi che impiegheremo?» gli chiesi.
«Se le lezioni vanno bene come oggi, credo che in due settimane saprai fare un bel po' di cose, ma dovrai fare pratica per arrivare al mio livello.» si atteggiò lui.
«Mi dovrai offrire un hamburger.» gli dissi avanzando il passo ed uscendo dalla palestra.

Entrare a casa e trovare Jean e Porko che giocavano alla PlayStation ed urlavano come animali era snervante, sopratutto se stavo cercando di parlare con Mikasa di questioni amorose.

Mikasa aveva deciso di perdonare Jean ma non sapeva come dirglielo, almeno per loro le cose stavano andando bene. Mikasa mi aveva detto che sua madre andava matta per me e che venerdì dato che avrebbe organizzato un barbecue voleva che fossi presente anche io.
«Non accetto un no, tu vieni e sei anche obbligata a dormire con me.» mi disse.
«No guarda, dormo con Aaron dato che mi ama.» le riposi e lei rise.
«Come vanno gli allenamenti?»
«Bene, anche se sono abbastanza stancanti.» Jean entrò nella mia camera.
«Vieni a sfidare Porko a Fifa, ti sta sottovalutando.» mi disse.
Chiusi subito la chiamata di Mikasa e scesi. Nessuno poteva sottovalutarmi a quel gioco. Lo avrei stracciato.
«Pronta a perdere?»
«Sarai tu quello. Fatti sotto!»
Alla fine vinsi io 5-1 e Porko era un angolino a piangere depresso dalla perdita.

Gli allenamenti con Marco stavano andando bene, nessuno si era accorto di niente e io stavo migliorando. Stava iniziando a piacermi il basket e quando durante gli allenamenti delle cheerleader Connie perse la palla, avrei tanto voluto sgridarlo per come si allenava.
lo e Marco avevamo deciso di parlare con il coach e dopo gli allenamenti aspettammo che tutti se ne andassero ed andammo nel suo studio.
«Salve coach.» disse Marco bussando alla porta.
«Ehy ragazzi, come mai qui?» un sorrisino malizioso spuntò sul suo viso.
«Volevamo chiederle una cosa.» gli dissi sedendomi in una poltrona.
Lui ci fece cenno di continuare a parlare.
«T/n vorrebbe entrare nella squadra, così le sto dando delle lezioni, ma può entrare vero?» chiese Marco.
Il coach si massaggiò il mento e mi guardò.
«Una bella ragazza che gioca a basket? Si, si può fare ma ne devi essere all'altezza.» mi guardò «Non voglio che quei maschiacci abbiamo qualcosa da ridire su questa new entry.»
«Quando potrà farle vedere come gioca?» intervenne di nuovo Marco.
«Sta a te deciderlo Bodt, mi fido di te. Ma gli altri componenti ne sono al corrente?" chiese
«No coach.» dicemmo insieme.
«Bene, fate in modo che l'effetto sorpresa davvero una bella sorpresa.» ci sorrise.

Marco voleva accompagnarmi a casa, ma mio fratello si sarebbe insospettito, così gli dissi che sarei rimasta un altro pò in palestra e poi sarei tornata a piedi, fortunatamente non insistette.
Per ingannare il tempo decisi di andare in campo e fare qualche tiro.
In qualche modo il basket stava diventando il mio modo di sfogarmi, le soddisfazioni che provavo quando mi allenavo e riuscivo a fare sempre cose nuove erano indescrivibili e per alcune ore dimenticavo i problemi che mi affliggevano. In un certo senso ero in un universo nuovo.
Mi avvicinai al canestro e lanciai senza pensarci due volte.
"Canestro!" feci un piccolo balletto per esprime la mia felicità, se ci fosse stato qualcuno mi avrebbe presa per pazza. Non c'era nessuno, vero? Mi girai per guardare in giro e in una panchina c'era seduto Eren!
Ma quel ragazzo mi pedinava o cosa? Aveva un certo talento nel farsi trovare nei luoghi meno opportuni, specialmente quando facevo cose stupide.
«Cosa ci fai ancora qui?» gli chiesi.
«Potrei farti la stessa domanda.» venne verso di me. I suoi occhi verdi avevano l'aria divertita.
«Vai a casa.» sorrise ed io sbuffai alzando gli occhi al cielo.
Con la palla tra le mani mi avvicinai dinuovo al canestro e la tirai. Canestro di nuovo!
«Da quando in qua tu sai giocare?» mi chiese.
«Non sono affari tuoi.» gli dissi tagliando corto e andandomene.
«Sei a piedi?»
«Non voglio un tuo passaggio.» gli dissi.
«Infatti non volevo dartelo.» rise.
Ma si credeva spiritoso o cosa?

Tornai a casa ancora arrabbiata e gettai la borsa per terra. Iniziai a spogliarmi nel bel mezzo della casa, tanto non c'era nessuno, accesi il riscaldamento ed andai in camera mia, per poi fare una doccia.

«Perchè giri seminuda per casa?» questo era troppo, stavo iniziando ad odiare Eren. Perchè non bussava ed entrava dalla porta come le persone civili? Mi aveva spaventato.
«Mi spieghi cosa ci trovi di divertente?» gli lanciai la maglietta che avevo in mano addosso e poi mi resi conto della situazione in cui ero. Presi la prima cosa che mi capitò davanti e mi coprii.
«Volevo stare un pò con te.» mi disse rilanciandomi la maglietta. Io non lo capivo proprio.
«Perchè?» gli chiesi ancora invitandolo ad uscire fuori e a seguirmi in salotto.
Lui fece spallucce e poi mi trascinò versi divano.
Eren aveva dei problemi, problemi seri.
«Eren lasciami andare o cadremo a terra!» lo spinsi e cademmo a terra insieme. Era finito su di me ed io ero seriamente irritata e non sopportavo più la sua vista.
«Cosa fai con Marco tutti i pomeriggi?» era diventato serio di colpo.
«Ma cosa ti interessa?!» feci per spingerlo ma bloccò il mio polso.
«Vi frequentate?» un ciuffo castano gli cadde davanti gli occhi.
«Può essere.» dissi divertita. Lo infastidiva non ricevere subito le risposte che si aspettava.
«Non ci posso credere.» era davvero scioccato? I suoi occhi spalancati la dicevano lunga.
«O forse no.» risi e gli spostai il ciuffo. I suoi capelli erano morbidissimi e la mia mente stava iniziando a divagare. Mi spostò la mano.
«Non mi toccare.» disse nervoso.
«Cosa c'è, sei troppo prezioso?» risi e gli punzecchiai una guancia. Il suo sguardo si era ammorbidito e l'ombra di un sorriso era comparsa sulle sue labbra.
«Può essere.» mi imitò.
«Possiamo alzarci? La mia schiena soffre.» mi fece ruotare su di lui e in un battibaleno le posizioni erano invertite.
Restammo per un pò in silenzio. Non un silenzio imbarazzato, ma un silenzio piacevole. Mi piaceva guardarlo senza che mi dicesse niente, che mi guardasse anche lui. Chissà cosa stava pensando. Se stava pensando a me e cosa provava. Io ne stavo provando tante di cose, semplicemente guardandolo negli occhi.
Avrei voluto dirgli tante cose, ma non trovavo il coraggio di farlo e poi non aveva senso. Mi piaceva? Cosa provavo per lui? Di certo non eravamo semplici amici. Ma lui aveva Mina, amava lei.
«A cosa stai pensando? La tua espressione è cambiata da ebete a depressa cronica.» rise e mi mise un ciuffo dietro le orecchie.
Mi alzai e mi sedetti sul divano.
«Cos'hai?» si avvicinò a me. Non mi piaceva il modo in cui mi prendeva il viso tra le mani, il modo in cui mi parlava, fingeva di interessarsi a me.
«Eren va via, ti prego.» dissi quasi in sussurro.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» chiese.
Mi guardava quasi deluso da ciò che gli avevo detto.
Gli presi il volto tra le mani e lo avvicinai a me. Lo stavo baciando di nuovo. Come avevo fatto a resistere tutto quel tempo senza di lui? Come potevo continuare a farlo?
Mi alzai e lui mi avvicinò a sé. I nostri corpi si incastravano perfettamente, formando qualcosa di meraviglioso. Volevo tirarmi indietro, dirgli che tutto quello che stavamo facendo era sbagliato per entrambi, ma non ci riuscivo.
Volevo che i momenti insieme a lui non finissero mai, che durassero in eterno, che avessero un futuro, che ci fosse un noi.
Sentii come un piccolo "click" e poi la luce del salotto si accese. Mi staccai da Eren con ancora un pò di fiatone e Mikasa e Jean erano davanti a noi un po' scioccati.
«E voi sareste amici?» chiese mio fratello un pò confuso.

[1435 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

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Odiatemi, vogliatemi bene, vogliatemi male, quello che volete ma muauahahahhaah😈 Mi piace tutto questo🤭

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora