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Non riuscii a prendere sonno facilmente. Infatti, quando Jean era tornato, io ero ancora sveglia a guardare il soffitto.
L'indomani avrei chiamato Mikasa, volevo sapere tutto ciò che era successo alla festa.

Quando mi svegliai, un profumino proveniva dalla cucina: mia madre aveva preparato una colazione degna di una famiglia reale. C'era di tutto su quel tavolo e Falco aveva già divorato metà della colazione.
«T/n, la tua vecchia camera è di nuovo disponibile. Se vuoi puoi tornare lì.» mi disse mia madre mentre mangiavo.
«Preferisco quella che ho adesso.» le avrei voluto dire che la adoravo, che quella camera rappresentava in un certo senso una nuova vita, ma che in quella camera Eren poteva entrare facilmente, ma non lo avrebbe più fatto.
Jean stava ancora dormendo, così sfruttai il mio tempo facendo i compiti. Almeno avrei tenuto la mia mente occupata per un po'.
Dopo qualche ora mi chiamò Mikasa e m'invitò ad andare da lei. Mi aveva detto che suo fratello era uscito, quindi non c'erano rischi di incontrarlo.

«Ehy T/n, che piacere vederti!» mi disse Zeke aprendomi la porta e sorridendomi.
«Sì, bravo, molto gentile, grazie, adesso smamma.» gli disse Mikasa.
Entrammo nella sua camera ed io mi lanciai sul suo letto.
«Ti prego sbrigati a fare un riassunto altrimenti rischio di morire.»
Lei si sedette sulla sedia della scrivania, incrociò le braccia e cominciò a parlare.

«Non si sono messi insieme, ma hanno passato tutto il tempo appiccicati, mentre Hitch gli lanciava occhiatacce. La festa è stata una noia e tutti continuavano a chiedere di te; è stato stressante fidati. E tuo fratello è adorabile, mi portato un mazzo di rose.» le indicò, poste sulla scrivania dentro un vaso bianco.
«Non ho ancora detto niente a mia madre. Sai com'è, prima vorrei calmare le acque.»
Sospirai; non mi ero mai sentita così sollevata in tutta la mia vita.
«E Levi?» le chiesi. Da quando Jean me ne aveva parlato non avevo fatto altro che domandarmi se fosse così. Infondo era un bravo ragazzo, affascinante, ma non era il mio tipo.
Non era come Eren, ricordai a me stessa.
«Si è ubriacato talmente tanto che correndo ha sbattuto contro un muro, dovevi vederlo!» rise talmente tanto che si appoggiò una mano sullo stomaco.
«Naturalmente voi da buoni amici l'avete fatto correre liberamente.»
«Sì. E quando è caduto sul tavolo del cibo!» rise più forte.
Passammo il tempo parlando del più e del meno e mi disse che quella sera le ragazze si riunivano a casa di Annie per cenare tutte insieme e guardare un film. Non volevo andarci, ma purtroppo ero entrata in quella orribile squadra.

Quando arrivò il momento di andare, ci accompagnò Carla e appena scendemmo dalla macchina notai l'auto di Jean.
Forse aveva invitato anche i ragazzi?
Purtoppo il mio pensiero era corretto e quando entrammo, tutti stavano mangiando patatine davanti ad una mega TV al plasma. Annie corse subito a salutarci, sembrava tornata quella di un tempo. Appena Jean mi vide mi sorrise.
«Sorella di Jean!» urlò Armin correndo ad abbracciarmi.
«T/n!» Porko si gettò su di noi e cademmo sul divano. A lui si unì anche Colt, Marco e Connie.
«Ragazzi soffoco!» cercai di togliermeli di dosso. Qualche ragazza lì avrebbe pagato per essere al mio posto ed io glielo avrei ceduto senza problemi. Pesavano quanto un branco di bufali.
«Sempre al centro dell'attenzione vuole stare!» disse Hitch.
«Hai ragione Hitch, vuoi sempre stare al centro di tutto!» sbuffai e andai da Annie per dirle che pizza volevo.
Sul divanetto della cucina erano seduti Eren e Mina. Improvvisamente mi sentii uno schifo ma ripetei a me stessa di non pensarci e di sbrigarmi.
Eren mi seguì fino alle scale e poi mi trascinò letteralmente su. Cosa voleva?
«Perché devi perseguitarmi? Torna da Mina.» gli dissi
«Sei gelosa?» sorrise. Cosa aveva da ridere? Gli avrei voluto dare un pugno.
«Non ho tempo da perdere con te, fammi scendere.» feci per andarmene ma mi fermò.
«Perché non vuoi provarci?» chiese.
«Provare cosa?»
«Ad essere almeno mia amica, non possiamo passare la vita a litigare, considerando che sono il migliore amico di tuo fratello.»
«Non voglio essere amica di una persona demente.» liberai la mia presa.
«Ed io non voglio essere amico di una gelosa come te se la metti così.» rise.
«Io, gelosa? Quello ci sarai tu!»
«Ti dimostrerò che è così.» detto ciò mi prese per mano e scendemmo.
Quel contatto mi fece rabbrividire, più dello sguardo assassino di Hitch o Mina.

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora