Ritornai a casa piangendo e con il cuore a pezzi. Non riuscivo a credere che in meno di una settimana fossero successo tutte quelle cose. Come potevano essersi create e distrutte tantissime emozioni in pochissimo tempo?
Le parole di Mina erano state come delle lame, che mi avevano attraversato la pelle ed erano giunte al cuore, spaccandolo in mille pezzi.«Mi ha detto che mi ama e che tu ci stai solamente ostacolando. Non so come fartelo capire che devi stargli lontano, sai che mi stai simpatica T/n, non rovinare tutto.»
Queste erano state le sue parole.
Se me le avesse dette tempo prima le avrei riso in faccia, ma in quella situazione assumevano un ruolo diverso. Per Eren ero stata una delle tante, un giocattolo da usare fino a che non si sarebbe stufato e non si sarebbe messo con Mina. In un certo senso capivo Hitch: l'aveva fatta sentire la ragazza più fortunata e speciale del mondo e poi era scomparso. Ma io non gli sarei corsa dietro come lei, io sarei andata avanti.«T/n, cosa è successo?» mi chiese Jean quando andai in camera sua. Vedendomi in quello stato si era preoccupato. Corsi subito ad abbracciarlo e gli raccontai tutto. Alla fine non mi disse niente, mi aveva avvertita, lui era così, c'era da aspettarselo. Non sarebbe cambiato.
«Jean sono stata una stupida! Mi avevi avvertita che sarebbe finita così, ma pensavo fosse diverso!» gli dissi stringendomi a lui.
«Non riesco a credere come abbia fatto a comportarsi in quel modo!» dal tono di voce sentivo che era arrabbiato. «Ti chiedo solo di non litigarci di nuovo, non per colpa mia almeno.»
«Come facciamo a non odiarlo dopo questo T/n?» non sapevo cosa rispondergli, aveva ragione. Se fosse successo a lui probabilmente mi sarei incavolata tantissimo e la mia reazione non sarebbe stata delle migliori.Volevo mandare un messaggio a Mikasa per sfogarmi un po', così la cercai tra i contatti. Scorrendo vidi quello di Eren, aveva ancora la foto che ci eravamo scattati quando eravamo al mare. Mi fece malissimo vedere noi due così felici, quando in realtà per lui quei momenti non erano niente. Mi sembrava che le sensazione provate fino a poco tempo fa fossero state un'illusione; una bellissima illusione.
Eren si assentò per una settimana e in quel arco di tempo la mia ferita si rimarginò di poco. Gli allenamenti con le cheerleader proseguivano tranquillamente e ci stavamo preparando per la prima partita. Pieck essendo ritornata al suo ruolo, aveva deciso di farmi scendere in campo con loro e Hitch - stranamente - non aveva detto niente. Annie era ritornata quella di prma ed un pomeriggio da me e mi aveva raccontato il motivo dei suoi comportamenti: Hitch e le sue amiche l'avevano ricattata dicendole che se avesse continuato a stare con me avrebbero fatto vedere una sua foto a tutta la scuola. Fortunatamente era riuscita a cancellarla. Pensai che quelle non erano delle ragazze, ma delle bambine che facevano i loro giochetti per sentirsi "grandi".
Io e Porko avevamo legato parecchio e lo consideravo quasi il mio migliore amico, ma prima di dirglielo ne volevo essere certa. Non mi piaceva etichettare le persone e poi non considerarle tali, volevo che se entrassero a far parte della mia vita in un certo modo, ci restassero anche in futuro.
Sfortunatamente Eren e Jean litigarono a causa mia, ma non avevo tempo per essere dispiaciuta per loro, so che poteva sembrare egoista, però dovevo pensare a riprendermi.Quel pomeriggio la mia classe e la classe di Jean avevano un incontro con un insegnante di autodifesa. Era un buon motivo per perdere ore di lezione, ma mi ricordai che sfortunatamente Eren faceva parte di quella classe.
«Ho deciso di mettervi a coppie, un ragazzo e una ragazza, in modo da farvi socializzare e rendere la cosa più realistica.» disse. Prese un elenco ed iniziò a leggere vari nomi. Io finii con Porko fortunatamente, Annie con Eren e Mikasa con Levi. Ci mettemmo vicini e come al solito a causa delle battutine da parte del mio compagno ci mettemmo tutti a ridere.
«Non siamo ad uno spettacolo comico, Galliard!» disse l'insegnante.
Porko si ricompose e si scusò, sorridendo dopo che il professore si voltò andando da Sasha che era impagnata a mangiare un sacchetto di patatine.
Poi, quando ebbe finito di spiegare, Porko mi guardò ridendo.
«Vuoi fare il maniaco o la vittima indifesa?»
«Ovviamente il maniaco.» gli risposi.
«Voglio vedere quanto è sexy questo maniaco.» rise incrociando le braccia.
«Dai!» mi uscì una piccola risata.
Ci fingemmo due attori.
«Signorina, che cosa ci fa tutta sola a quest'ora?» gli chiesi.
«La stavo cercando!» disse lui con una vocina affemminata e gesticolando. Scoppiai a ridere.
Mi avvcinai e lo spinsi e iniziammo a fare l'esercizio.
«Si faccia prendere signorina!» gli dissi bloccandolo.
«Aiuto!» disse lui prendendomi un braccio.
Quando mi girai, vidi Eren fissarci; non riuscivo a leggere l'espressione sul suo volto, ma vederlo mi spiazzò completamente. Non lo vedevo da giorni e se ero convinta che il malessere mi fosse passato, in realtà era proprio dietro l'angolo, pronto a saltarmi addosso.
«T/n andiamo e non fissare la gente.» mi disse Porko, mi prese sottobraccio e mi portò fuori, lontano dallo sguardo di Eren.Lo seguii senza lamentarmi.
Aveva ragione, lo dovevo cancellare dalla mia testa.
Attraversammo il corridoio e salimmo al piano di sopra per raggiungere il piccolo terrazzo della Trost High School dove di solito gente si radunava per fumare. Qualcosa mi diceva che voleva parlarmi. Aprì la portafinestra e mi fece uscire.
«So che ti arrabbierai con me, ma ho parlato insieme a Eren di te.»
Sgranai gli occhi «Ma sei idiota o cosa!» Adesso cosa pensava quel tizio di me?
Mi vergognai di me stessa.
«Calmati è ascoltami ora.» incrociai le braccia e lo fissai, lui puntò i suoi occhi verdognoli sui miei ed iniziò «Non gli ho detto tutto, gli ho solamente detto che ci sei rimasta male e che comportandosi così non ha solo perso te, ma anche il suo migliore amico e tutti noi siamo costretti in un certo senso a scegliere con chi stare.»
«E lui cosa ti ha detto?»
«Questo è il problema. Mi ha detto che ha bisogno di tempo per pensare, ma a cosa gli serve pensare se ha già fatto la sua scelta? Se luo verrebbe da te, tu cosa faresti?»
«Lo rifiuterei, so che mi potrebbe ferire ancora.»
«Cazzate.»
Ad in tratto si sentì il rumore sordo di passi e, parlando del diavolo, ci ritrovammo davanti Eren quando ci voltammo per scoprire che fosse la fonte di quelli stessi passi che avevano attirato la nostra attenzione. Eren ci guardò, aveva un sopracciglio alzato, e probabilmente si stava chiedendo il perché noi fossimo lì senza la traccia di alcuna sigaretta. Non mi andava di condividere uno spazio ristretto con lui, così me ne andai senza dire niente.Se c'era un giorno perfetto per assentarsi dagli allenamenti delle cheerleader era quello, ma sfortunatamente non potevo: la partita era domenica e mancavano meno di tre giorni. La nostra esibizione era perfetta ed ero riuscita a convincere Pieck a non farmi fare una delle parti principali (insomma, quelle in cui ero al centro dell'attenzione).
Oggi i ragazzi si allenavano in palestra, fortunatamente non li avrei visti, specialmente Eren, ma Mina sì. Non mi aveva degnata di uno sguardo e stava sempre al cellulare. Probabilmente si stava sentendo con Eren tra una pausa e l'altra.
Mikasa e Jean avevano litigato e lei era molto giù per questo. Che potevo dire? Le cose andavano di male in peggio.Mi trattenni più delle altre perché Mikasa era andata via prima del solito e non mi andava di stare nello spogliatoio con le altre che parlavano di quanto fossero adorabili Mina ed Eren.
Ero da sola e non sapevo cosa fare, così presi una palla da basket ed iniziai a camminare palleggiando. Era difficile guardare di fronte a me.
"Ma come fanno? Devono anche guardare gli avversari, è impossibile!"
Attraversai tutto il campo e mi avvicinai al canestro, presi la palla in mano e guardai il cesto. Non facevo mai centro. In questo io e Jean eravamo molto diversi. Lanciai la palla e come al solito non entrò e cadde per terra.
«Sei scarsa.» conoscevo l'ironia di quella voce e da dove proveniva, ma non volevo rispondere.
Eren si avvicinò a me. Aveva ancora la sua tuta da ginnastica e un'altra palla in mano. Con naturalezza si spinse un po' in avanti e lanciandola fece canestro.
«Riprova» mi disse porgendomi una palla.Che dovevo fare? No, non dovevo cedere.
«Mi è passata la voglia.» feci per andarmene ma lui mi fermò prendendomi un polso.
«So di aver sbagliato e so che chiedere scusa non sarà abbastanza ma non mi ignorare così!»
«Te lo meriti.» mi liberai dalla stretta ma mi tirò a sé.
Mi faceva male guardarlo negli occhi, mi faceva male averlo così vicino e non poterlo stringere a me come avevo fatto in passato. Volevo averlo accanto a me e abbracciarlo ogni volta che ne avessi avuto l'occasione, ma faceva male.
«Ti prego T/n.» mi prese il mento tra le sue dita e mi costrinse a guardarlo.
«Non sai quello che provo.» lo guardai acida.
«Allora non dovevi innamorarti di me.»
«Io non sono innamorata, non mi piaci.»
«E allora non dovresti starci così male.»
Aveva ragione, come dargli torto? Mentivo più a me stessa che agli altri.
Si stava avvicinando col viso al mio, stava cendendo, ma fortunatamente si fermò in tempo.
«Non posso.» si allontanò da me.Forse era meglio così, forse dovevamo restare per sempre lontani.
[1616 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]
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Scusatemi tanto se non ho aggiornato la storia in queste settimane, è che ho fatto gli esami e ho dovuto studiare taaaanto. In più, adesso che sono a casa e non ho compiti, la mia voglia di scrivere è pari allo 0% (;'༎ຶٹ༎ຶ') . Passo tutte le giornate a dormire quindi insultatemi pure ahahah!!Adesso cercherò di aggiornare più spesso🤞🏻<3
Ciaooo💃
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𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋
FanfictionNella nuova scuola, T/n Kirtschtein, una ragazza di 17 anni in cerca della sua vera felicità, conoscerà Eren Jaeger, un ragazzo molto particolare... Ci saranno disguidi, litigate ed incomprensioni ma sarà il cuore a comandare i nostri due protagonis...