(35)

285 12 45
                                    

Non risposi a Eren, ma nei giorni successivi continuai a sentirlo. Non ci eravamo visti molto a causa dei vari impegni con la famiglia, ai quali Jean mancava ormai di consueto.
Potevo mancare anche io, ma dopo quasi un anno di lontananza mi mancavano i miei zii, come del resto a Falco mancavano i suoi genitori.

Era il 23 dicembre, mancava pochissimo alla vigilia e gli ultimi giorni prima della partenza. Avremmo trascorso gli ultimi giorni dell'anno con la zia n/z (nome zia) e sinceramente non mi dispiaceva per niente lasciare la mia monotona vita per pochi giorni.

Stavo iniziando a selezionare delle cose da mettere in valigia per evitare di ridurmi all'ultimo secondo quando sentì una brezza fredda.
Eren era entrato dalla finestra, era bellissimo come sempre ed un cappellino verde stava sulla sua testa. «Buon pomeriggio.» mi disse chiudendo la finestra.
«Esistono le porte, sai?» gli dissi ridendo.
«Mi piace vedere la tua faccia imbarazzata, specialmente quando ti trovo in pigiama nel bel mezzo del pomeriggio.» arrossii subito.
«Sta zitto.» mi girai ridendo.
«Jean mi ha detto che partirete tra pochi giorni.» si sedette sul bordo del letto e mi osservò, continuai a rovistare nell'armadio per sembrare il più disinvolta possibile. «So anche che porterete Mikasa.»
«Davvero?» mi girai sorpresa. Probabilmente Jean me ne avrebbe parlato e forse anche Mikasa. C'ero rimasta un po' male per non averlo saputo prima.
«Vengo anche io.» disse.
«Stai scherzando spero.» un Natale con Eren? Al solo pensiero mi infuriavo, diventavo felice e no, non poteva venire anche lui.
«Non ti piace la mia presenza?» sorrise malizioso e venne verso di me.
«Può essere.» feci spallucce.
Mi abbracciò e mi guardò con gli occhi da cucciolo «Ma sono così carino.»
«Tu sei un idiota.» gli misi le mani sul petto per spingerlo, ma mi strinse più forte. Ci guardammo per un po' negli occhi, era come perdersi in un vortice di emozioni, per pochi attimi pensavo solamente alle cose belle della vita, perché lui era la cosa più bella della mia vita.
«T/n sai-» Jean aprì la porta con dei fogli in mano e vedendoci fece un sorrisino.
«Non ti ho sentito entrare Eren.» gli disse.
«Sai sono un tipo silenzioso.» rispose.
«Stavo giusto per venire a prenderti a casa.»
«Ah si, me ne ero dimenticato.» disse lui grattandosi la testa.
«Dove dovete andare?» chiesi.
«Cose tra maschi.» disse Eren.
«Voglio saperlo.» dissi seria.
«No.» mi rispose.
Come faceva quel ragazzo a farmi cambiare stato d'animo in due minuti? Era decisamente impossibile.
«Ciao sorella.» disse Jean. Eren fece per salutarmi ma mi tirai indietro.
«Sei una bambina, sai?» disse infastidito ed uscì sbattendo la porta.

Odiavo i viaggi in macchina, specialmente se a condividerla con me c'era Eren. Perché i miei avevano accettato di portarlo con noi? Mikasa non faceva altro che guardarci maliziosamente e Jean faceva delle battutine che mi facevano arrabbiare davvero tanto.
Non c'eravamo scambiati neanche una parola durante il tragitto, non volevo chiedergli scusa e a quanto pare lui non voleva farlo. Che bel Natale avrei passato.

Dopo quelli che mi sembrarono anni arrivammo nella casa di zia n/z.
Naturalmente Falco fu il primo a salutare i suoi genitori e la piccola Pantofola. Gli saltò letteralmente addosso.

Amavo quella casa, era davvero grande, tutta in legno ed aveva un camino gigantesco, la casa dei miei sogni.

Come al solito andai nella camera che usavo durante le vacanze.

Quell'anno avrei passato un Natale davvero diverso, non sapevo cosa aspettarmi, non riscivo neanche a progettare un'ipotetica giornata in compagnia di Eren e Mikasa.

Prima di scendere giù mi preparai mentalmente al peggio e quando fui pronta aprii la porta.
«T/n sto morendo di vergogna.» mi disse Mikasa «Cosa penserà la tua famiglia di me?»
«Cosa dovrebbero pensare?» chiesi scendendo le scale.
«Che sono una pazza psicopatica o non so» disse. Notai che la zia aveva messo un bellissimo vaso alla fine delle scale, così mi avviai ad osservarlo, era davvero bellissimo. Era bianco con dei fiori rossi.
«Guarda che bello.» dissi prendendolo in mano. Mikasa mi guardò preoccupata per la mia salute mentale.
«Che ne dite di fare un giro?» chiese Jean. La sua voce mi spaventò ed il vaso mi cadde per terra. Perchè ero così dannatamente sbadata?
Sentii una persona ridere, Eren.
«Cosa ci trovi di così divertente?» gli chiesi infastidita mentre mi chinavo a raccogliere alcuni cocci.
«Jean li aspettiamo in macchina, ti va?» gli domandò Mikasa facendogli cenno con la testa di togliersi dai piedi e lui come al solito la seguì, ecco, li odiavo.

Fortunatamente i cocci erano grandi e li raccolsi subito.
Lasciai la stanza sotto lo sguardo di Eren che mi seguì fino in cucina.
«Senti hai ancora voglia di fare l'incazzata?» domandò quasi imbarazzato.
Non gli risposi e feci per uscire ma mi prese per un braccio «Chiedi scusa e la facciamo finita.» mi guardò negli occhi.
«Dovresti farlo tu.» dissi.
Lui sbuffò e mi lasciò andare. «Fai come vuoi, non posso venirti sempre dietro, non sono il tuo cane
«Ma cosa diavolo stai dicendo? Quando mai mi sei venuto dietro?» quasi urlavo per la rabbia.
Se proprio voleva litigare, aveva tantissime cose da dirmi, non c'era di certo bisogno di inventare.
Dove voleva andare a parare?
«Fai pure la finta tonta.» fece un sorrisino «O forse lo sei?»
«Tonto ci sarai tu, ti rendi conto delle cazzate che stai sparando? Perché mi tratti così?» le sue parole stavano iniziando a farmi male, più di quanto potessi immaginare.
«Perché sei come le altre?» mi chiese a sua volta incrociando le braccia con aria divertita.
«Sei un idiota!» sbottai alzando le braccia «Io... io non ti sopporto più! Prima mi baci e mi fai credere chissà cosa e poi, questo!»
«Il bacio?» rise «Tranquilla era solo per provare, se mi sarebbe piaciuto sarei andato avanti, sei solo una che mi piace baciare.»
«Stai scherzando?» iniziai ad indietreggiare. Non poteva averlo fatto veramente, non poteva aver giocato con me in quel modo.
«Secondo te se fossi stato veramente interessato a te mi sarei mai messo con Mina? Volevo solamente avere due ragazze per me, sai, ti stanca una e vai dall'altra.» con tutta la forza che avevo gli diedi uno schiaffo.
«Mi fai schifo.» dissi e me ne andai.

Non ci potevo credere, in pochi secondi era cambiato tutto. Tutto ciò che avevo pensato nei mesi precedenti era andato in frantumi proprio in quell' istante. Come avevo fatto a non capirlo? Dovevo farmele quattro domande. Un ragazzo come lui poteva mai provare dell'interesse verso una come me? No.
Ed io che come una stupida speravo, speravo cosa poi?
In quel momento non sapevo che altro fare, di certo non potevo rovinare le vacanze agli altri.

Avrei tenuto la bocca chiusa e avrei tenuto i miei sentimenti per me, dei sentimenti che mi logoravo anche l'anima.

[1145 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
E adesso qua non si capisce niente. Secondo voi Eren stava scherzando oppure è troppo rincoglionito e quindi sta giocando solo con i sentimenti di T/n? Vi lascio rispondere nei commenti qua sotto.

🥐𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐜𝐡𝐞𝐫𝐳𝐚𝐧𝐝𝐨-->

🧆𝐞̀ 𝐫𝐢𝐧𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢𝐭𝐨-->

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora