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Dopo che me l'avete chiesto quasi "minacciandomi", ecco il nuovo capitolo <3
Ps: grazie per le vostre letture💞
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Lo sguardo di Jean passava da me a Eren alle mani incrociate. Staccai la mano dalla sua, non potevo ancora credere a ciò che era successo e a ciò che sarebbe successo dopo con Jean. Il suo sguardo era furioso, rivolto tutto verso Eren; non riuscivo a capirne il motivo, o forse sì. Per ciò che faceva Eren. Dentro di me mi sentii una stupida, c'ero caduta di nuovo.
«Jean non è come pens-!» disse Eren.
«Ti sembra come le altre? Eren, è mia sorella! Eravamo stati chiari, tutte tranne le nostre sorelle!»
Ma che diavolo stava dicendo? Lui era il primo che usciva con Mikasa.
«Oh certo, tu puoi portarti mia sorella dove vuoi e fare chissà cosa e io no.»
Il mio cuore si ruppe, un'altra volta, non ci potevo credere.
«Sono solo un oggetto vero? Per i tuoi scopi?» dissi con amarezza.
«No T/n.» mi disse Eren, ma fu interrotto da mio fratello.
«Io sono diverso da te! Io non userei mai tua sorella, pensavo di potermi fidare di te!»
«Io non la sto usando!» strinse i pugni e Jean lo guardò con una faccia schifata.
«Hai appena detto il contrario.»
Volevo scomparire, sotterrarmi e non uscire più allo scoperto.
Per un solo istante ci avevo creduto ed in realtà ero uno stupido giocattolo, un modo per far ingelosire Hitch ed essere la nuova conquista.

Non seguii più il discorso che stavano facendo, avevo un dolore nel petto che mano a mano aumentava mentre rimettevo in ordine il mio puzzle mentale.
«Vattene Eren.» dissi all'improvviso ed entrambi si girarono verso di me.
«T/n non è com-»
«Ho detto vattene!» urlai con rabbia e con le lacrime agli occhi
«L'hai sentita.» disse Jean andando verso di lui.

Quando Eren se ne andò scoppiai a piangere tra le braccia di Jean. Era tutto un gioco, escogitato dalla prima volta che mi aveva vista e che ne aveva avuto la possibilità. Mi sentivo uno schifo anche per aver rovinato la sua amicizia con Jean. Si conoscevano da tanto tempo ed era bastato questo per farli litigare e mandare in fumo tutto quello che avevano costruito.

La porta d'ingresso si aprì, ciò significava che i miei genitori erano tornati a casa. Spinsi Jean fuori dalla stanza e andai in bagno a fare una doccia. Questa volta dovevo davvero rilassarmi.

L'indomani, quando andai a scuola, Eren non si degnò neanche di guardarmi ed io feci di tutto per non sembrare debole ai suoi occhi. Jean non lo salutò nemmeno. La freddezza della loro amicizia era stata notata da tutti, solo Mikasa sapeva il perché e quando mi vide portò via Jean prima che picchiasse suo fratello.
«Cos'è successo tra quei due?» mi chiese Historia.
«Non lo so, ma penso non sia nulla di grave» feci spallucce.
"Un'ottima bugiarda."
«Secondo me sai qualcosa, sorella di Jean.» mi sorrise Porko e Colt mi scompigliò i capelli.
«Pugno volante in arrivo!» gli feci una finta.
«Spazio, spazio, guardate chi è ritornato!» disse una tizia passando tra noi.
Un ragazzo abbastanza basso, con capelli corvini a taglio militare e occhi grigi si faceva spazio tra i ragazzi ignorandoli.
«Tu devi essere T/n, mi hanno parlato quasi tutti di te.» mi chiesi cosa gli avessero raccontato.
«Io sono Levi.» mi disse e mi porse la mano.
«T/n.» gliela afferrai.
Poco dopo arrivarono altri ragazzi e se lo portarono via; probabilmente quel tizio era amato da tutti, almeno era gentile.

Quando entrai in classe, trovai Petra seduta sul mio banco con un sorriso a trentadue denti.
«Hai visto chi è tornato?» mi chiese battendo le mani
Ma perché erano tutti emozionati dal ritorno di Levi? Era un santo sceso dal cielo per venire in nostro aiuto? Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
Qualcuno mi spinse e passò. Hitch. La guardai acida e ritornai a parlare con Petra.
«Quella ragazza è insopportabile.» disse.
«Concordo.»
Poco dopo arrivò il prof. e un'altra straziante giornata cominciò. La tortura purtroppo sarebbe finita dopo perché avevo gli allenamenti con le ragazze.

"Ho bisogno di una vacanza, magari in un qualche posto al calduccio da sola."

Mi persi di nuovo nei miei pensieri e quando le lezioni finirono, ricordai a me stessa che non avevo preso nessun appunto o segnato i compiti, dovevo smetterla e concentrarmi di più sulla scuola.

Questa volta arrivai in palestra decisamente tardi. Gli allenamenti erano già iniziati e per poco non caddi a terra a causa di una pallonata. Come al solito Hitch era messa in posizioni strane per fare chissà quale riscaldamento, anche se a me sebrava la rappresentazione di un kamasutra. Risi all'idea e non so per quale motivo Colt capì le mie intenzioni. Si fermò accanto a me.
«Tieni.» mi passò una palla e rise. Senza pensarci troppo gliela lanciai e la presi in piena faccia. Era davvero buffa. Tutti si fermarono e qualcuno tratteneva una risata.
«Come osi!? Io sono il capo qui, dovresti portarmi rispetto! Mph!» la sua faccia rossa non fece altro che farmi scoppiare in una rumorosa risata. Stavo ridendo così tanto che mi appoggiai a Colt.
Probabilmente avevo fatto una stupidata ma ne era valsa la pena.
I miei occhi si voltarono con quelli di Eren, ma distolsi lo sguardo subito.
«Perché siete tutti fermi? Ai propri posti, non siamo qui per scherzare!» urlò l'allenatore appena arrivato.

L'allenamento fu un disastro perché Hitch voleva a tutti i costi vendicarsi e cercava sempre di farmi qualche sgambetto, oppure spostare i tappetini o cose così. Scivolai ben due volte a causa sua, ma non le dissi niente, nonostante tutto era stata una bella giornata.
Quando uscii di scuola ero distrutta. Mikasa mi invitò a casa sua, così ce ne andammo insieme. Annie mi passò accanto e ci salutò. Una giornata più strana di così esisteva?

«Ancora tu?» mi chiese Aaron aprendo la porta. Odiavo quel ragazzino.
«Non fare il maleducato e saluta.» Mikasa gli diede un piccolo schiaffo e lui se la massaggiò
«Ciao idiota.» rise e scappò mentre Mikasa mi guardò disperata.
«Stai tranquilla, lo odio anche io.» risi insieme a lei.

Studiammo un po' e poi mi raccontò di lei e Jean. Avevano deciso di conoscersi meglio, anche se lei aveva già le idee chiare. Probabilmente si sarebbero messi insieme di sicuro ed Eren avrebbe rovinato tutto.
«Stasera esco con lui.» sorrise.
«Davvero? Dovresti iniziare a prepararti Mikasa, sei lentissima.»
«Ma se sono solo le 16:30!» roteò gli occhi.
«Non si discute.» le dissi e la portai in camera sua.
Prima decise di farsi una doccia e poi insieme decidemmo cosa avrebbe dovuto indossare. Alla fine scelse una gonna nera con un top a fiori rossi, voleva essere semplice quella sera. Sistemò i capelli e si truccò.
Il suo telefono squillò.
«Hey Jean!» disse lei «Si, sto scendendo.»
«Cos'era quella vocina che avevi?» la imitai e ci mettemmo a ridere.
«Mi manda su di giri quel ragazzo.» e prese la borsa.
«Mikasa non possiamo uscire insieme, sarebbe troppo imbarazzante.»
«Traquilla, tu uscirai due minuti dopo di me.» mi sorrise e se ne andò.

Presi il cellulare e controllai i messaggi.

>Domani ci vediamo venti minuti prima dell'inizio delle lezioni. Riunione col coach.

«Che ci fai qui?» mi chiese Eren.
«Me ne stavo andando, stai tranquillo.» aprii la porta.
«Ti accompagno.»
«No!» dissi forse un po' troppo forte. Dalla cucina uscì Carla che aveva indosso un grembiule da cucina, vedendo la mia faccia e quella di Eren si stupì ma poi ci sorrise
«T/n perché non rimani a cena da noi?» mi chiese.
«Se ne stava andando.» disse Eren brusco, mi prese per un braccio e mi trascinò fuori prima che potessi replicare. Aprì la porta del passegero.
«Sali.» liberai il mio braccio dalla sua presa. Ero profondamente irritata dal suo comportamento.
«Tu non sei nessuno per dirmi cosa devo fare, lasciami stare, me ne torno a piedi.» gli dissi e me ne andai.
«T/n non fare la bambina.» mi urlò.
Mi voltai per guardarlo con odio un'ultima volta e me ne andai definitivamente.

Quando tornai a casa non cenai e andai direttamente nella mia stanza. Sasha era venuta a trovarmi dato che legammo molto in queste settimane. Magari voleva sapere come stessi.
«È per un ragazzo vero?» mi chiese sedendosi sul letto.
«Non lo so» le risposi.
«Sai che puoi dirmi tutto vero?» mi disse.
«Non è il momento, adesso vorrei riposare.» le diedi la buonanotte e se ne andò lasciandomi da sola tra i miei pensieri.

Notte fonda. Mi svegliai di soprassalto, era tutto buio e vidi una sagoma. Stavo per urlare ma poi accese la luce per farsi vedere e la spense subito.
Eren era entrato dalla mia finestra ed aveva un grosso livido sotto il mento.

[1475 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora