Mi svegliai con un peso nello stomaco, con la consapevolezza che era Natale e che ero triste, arrabbiata e delusa. Mi sedetti sul letto e mi presi la testa tra le mani.
Mi ero davvero innamorata di lui? Com'era possibile?
Feci per mettermi le pantofole e con il piede urtai qualcosa, un pacchettino rosa stava per terra.
Lo aprii e al suo interno c'era una scatola e un bigliettino, piccolo, con scritto:«Spero ti piaccia, non sono bravo a fare i regali. Solo tu puoi aprire il tuo cuore, non lasciare che qualcun'altro sia la chiave della tua felicità.
~Eren»
Lo rilessi più volte, incredula da ciò che aveva fatto. Presi la collanina tra le mani e me la misi. Era così leggera, così bella, così speciale. Perché aveva deciso di farmi un regalo se mi aveva detto tutte quelle cose?
«Amo la neve!» disse Mikasa sedendosi per terra.
«Genio del male ti sei appena bagnata i jeans.» rise Eren. Non ci eravamo parlati per tutto il tempo ed io non avevo intenzione di farlo.
«Sta zitto e goditi la giornata.» disse Jean dandole un bacio.
«Io mi siedo su quella panchina.» dissi urtata. Con lo sguardo vidi Mikasa che incoraggiava Eren a venire da me, stavo quasi per sorridere ma poi ricordai tutto.Come previsto venne a sedersi accanto a me, senza dire niente.
«Non ha niente da dire?» gli chiesi con un sorriso amaro in bocca.
«Sai perché ho detto quelle cose.» cercò di giustificarsi.
«Invece non lo so, ma so invece che ti piace giocare con i miei sentimenti.»
«Io sono solo... confuso.» mi guardò.
«Saresti tu quello confuso? Prima torni con Mina, poi mi baci, poi te ne vai, poi va tutto bene e poi questo!» mi alzai.
«Non so perché l'ho fatto.»
«Non hai due anni Eren, dovresti riflettere prima di dire certe cose.»
«Un'altra possibilità, una sola.» mi prese la mano.Non sapevo cosa fare.
Fidarmi ancora e rischiare di soffrire? Forse sarebbe stato meglio lasciare perdere tutto e dimenticare, ma come potevo farlo? Il mio cuore non ne voleva sapere ed ogni istante lontano da lui era come se una lama mi entrasse nel cuore. Mi mancava, mi mancava sempre.
«Ti prego.» disse ancora.
«L'ultima.» mi trattenni dal sorridere.
Fece per abbracciarmi ma mi tirai indietro. «Non ci provare.» il solito sorriso da ebete era comparso sulla mia faccia.
Mi abbracciò da dietro e mi diede un bacio sul collo. Amavo i suoi baci, più di ogni altra cosa al mondo.La giornata la passammo insieme ai miei genitori ed i miei zii. Era strano essere dinuovo uniti, mi sembrava impossibile e dentro di me qualcosa mi diceva che era stato tutto troppo facile.
Verso sera chiamai Colt, per fargli gli auguri e sentire come stava.
«Non mi stupirò di certo se per la fine dell'anno
farete scintille.» disse quando gli raccontai quello che era successo.«Secondo me c'è qualcosa sotto.» dissi pensierosa.
«Tu pensi troppo, goditi il momento con un po' di menefreghismo, quando tornerai qui avrai altro a cui pensare.»
«Non mi ci far pensare.» si riferiva alla squadra di basket. Sarebbe stata davvero dura.
«Pensi di fare qualcosa riguardo al tuo innamorato?» rise.
«No!» quasi urlai «A me... non piace, non avrebbe senso.»
«Ancora con questa storia? T/n ammettilo che ti sei innamorata.»
Rimasi in silenzio a pensare una possibile risposta sensata, ma non me ne venne in mente nessuna, forse aveva ragione.
Restai al telefono ancora un po' e verso l'ora di cena scesi giù. Dalla cucina usciva un profumino niente male, mentre nel salone mio padre e mio zio giocavano a carte.
Andai dall'altra parte, in salotto e sentendo la tv accesa e le luci spente chiusi la porta, probabilmente gli altri stavano vedendo un film. Eren si girò per vedere chi fosse entrato.
«Dove sono gli altri?» gli chiesi avvicinandomi.
«Mikasa aveva voglia di un gelato e sono usciti circa dieci minuti fa.» tornò a guardare la tv.
«Che stai vedendo?» mi avvicinai al divano, incerta se sedermi accanto a lui o nel divano accanto.
«The Gray man.» rise stiracchiandosi e incrociando le braccia dietro la testa «Se vuoi farmi compagnia.» disse indicando con la testa il posto accanto a lui.
«Hai dimenticato i pop-corn.» dissi lanciandomi letteralmente accanto a lui e colpendolo al fianco. Come al solito la mia delicatezza aveva certi limiti.
«Non li ho trovati, così ho preso i coccodrilli gommosi.» mi passò una busta.
«Tu che mangi coccodrilli gommosi?» scoppiai a ridere.
«Che c'è?» si girò verso di me e ne prese uno.
«Non hai la faccia di uno che mangia queste cose.»
«E che faccia ho?» Alzò un sopracciglio e masticò la caramella.Che faccia aveva? Gli avrei potuto fare un poema.
«La faccia di uno che deve star zitto perché voglio seguire il film.» chiusi il discorso poggiando i piedi sul tavolino.
Dopo pochi minuti il divano era diventato scomodissimo e nonostante le mille posizioni, il mio cervello ne aveva una che sarebbe stata perfetta. Poggiai la testa sulla sua spalla e mi circondò con il suo braccio.
Mi bastava averlo vicino per stare bene e sentirmi al settimo cielo.
Chiusi gli occhi per un momento, per sentire meglio il suo profumo prima che sparisse dinuovo. Due secondi bastarono per farmi addormentare.Mi risvegliai sdraiata letteralmente su di lui. In tv adesso c'era un altro film, era iniziato da poco.
«T/n non muoverti o cadiamo per terra.» Eren mi strinse a lui quando provai ad alzarmi. Se a lui andava bene restare così, per me non c'era nessun problema.
«Scusa, non pensavo di addormentarmi.» risi.
«So di essere un letto comodo e irresistibile.» rise anche lui.
«Stai davvero comodo?» feci per spostarmi dinuovo.
«Si.» mi strinse di più e mi guardò negli occhi. Mi faceva troppo male stare lì e guardarlo solamente.
Mi accarezzò la guancia ed andai in tilt, c'era riuscito un'altra volta.
«Forse dovremmo andare dagli altri.» dissi provando a ritornare in me.
«O forse no.» sorrise alzando un sopracciglio.
Ero al buio, sopra di lui, in casa di mia zia e con i miei in casa e se fosse entrato qualcuno? Mi aggrappai a quel pensiero per sfuggire a lui.
«E se entrasse qualcuno?» dissi proccupata.
«Hai ragione.» si tirò a sedere e mi ritrovai a cavalcioni su di lui con le mani sulle sue spalle e le sue mani sui miei fianchi.
Nel mio stomaco le farfalle si erano trasformate in balene che fuoriuscivano dall'acqua facendo salti assurdi.
Come al solito cercavo di migliorare una situazione e finiva completamente in maniera diversa.
«Però penso che prima di andare dovremmo sistemare un po'.» mi disse e si guardò intorno e notai le caramelle che erano cadute sul pavimento insieme alle coperte. Si tirò avanti verso di me e allungò la mano. Mi morsi il labbro istintivamente.
Ritornò al suo posto con una caramella in mano e con un sorrisino la mangiò.
«Lo stai facendo apposta.» dissi alzandomi e la sua mano scivolo sulla mia coscia facendomi venire i brividi.
«Cosa?» rise.
Raccolsi le caramelle e mi avvicinai al cestino. Avevo cambiato umore un'altra volta sempre per colpa sua.
«Smettila di fare il finto tonto e smettila di seguirmi per tutta la stanza!» dissi con una vocina davvero orribile.
Presi le coperte e le ripiegai velocemente. «La smetti?» gli dissi dinuovo scontrandomi con lui. Mi avvicinai al mobile e aprì lo sportello in alto per posarle.Perché ero così bassa?
«Io non ti seguo.» disse mettendosi dietro di me e posandole al posto mio «Ti sto solo aiutando.» disse a due centimetri dal mio collo.
«Sei-»dissi girandomi e trovandomi faccia a faccia con lui «-un cretino.» era più un sussurro che altro.
Si avvicinò di più stringendomi a sé «Lo so.» le sue labbra sfiorarono le mie.
Fece per baciarmi ma la porta si aprì e si allontanò da me profondamente infastidito.
«Mamma ha detto che è tutto pronto per mangiare.» disse Falco felice prendendo Eren per mano e tirandolo verso la cucina.
Si voltò a guardarmi divertito prima di sparire dietro la porta.[1343 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]
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Vi prego lo so che l'ho scritto io ma vorrei fare fuori Falco in questo momento xjakwlzjqlvklwopo. Lo devo bruciare🥰
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𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋
FanfictionNella nuova scuola, T/n Kirtschtein, una ragazza di 17 anni in cerca della sua vera felicità, conoscerà Eren Jaeger, un ragazzo molto particolare... Ci saranno disguidi, litigate ed incomprensioni ma sarà il cuore a comandare i nostri due protagonis...