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𝗲𝗿𝗲𝗻'𝘀 𝗽𝗼𝘃
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Quelle due ore furono le ore più brutte della mia vita: odiavo lo shopping, odiavo Mikasa e Jean, odiavo T/n, odiavo tutto.

Era la vigilia di Natale più brutta di sempre. Quando ritornammo a casa corsi nella camera che dividevo con Jean. Ero di pessimo umore e non volevo sentirmi fare delle domande a cui non avrei saputo rispondere. Mi ero un po' pentito per ciò che avevo detto a T/n, ma era la cosa migliore da fare.
Non potevamo stare ancora così vicini, stavo diventando stupido, mi stavo innamorando di lei, ma lei stava provando le mie stesse cose?
L'amore non mi è mai piaciuto, ti fa sentire al settimo cielo nei tuoi pensieri ma nella realtà ti pugnala al cuore.

Ero così disperato e confuso che mi maledissi per aver deciso di passare il Natale lì. Qualcuno bussò alla mia porta e la aprì.
«Quando ti ho detto «non fare cazzate», mi stavi ascoltando?» Jean era furioso.
«Senti è la miglior cosa da fare, stare lontani.»
«Cosa? Stai scherzando?» alzò il tono della voce. Non mi andava di discutere con lui, tanto meno la vigilia di Natale.
«Non faccio per lei, tua sorella è troppo... troppo...» non riuscivo a trovare le parole adatte, ero dinuovo in tilt.
«Voglio sapere il perché.» tagliò corto
«Tu e Mina mi avete detto che non faccio per lei e-»
«Mina? Stai scherzando?» iniziò ad urlare e diede un pugno al muro «Eren quanto sei stupido da uno a dieci? Da quando ascolti i consigli di Mina?»
«Jean sai che ancora sono attratto da lei, è più forte di me.» mi alzai dal letto.
«È attrazione fisica idiota!» mi diede uno schiaffo edio spalancai gli occhi. Cosa gli prendeva?
«Scendiamo giù prima che ti ammazzi.» mi disse e se ne andò.
«Eren!» Falco corse tra le mie braccia e lo sollevai da terra.

T/n e Mikasa erano sedute vicine e la prima era al telefono con qualcuno. Era di nuovo felice e ciò non fece altro che farmi sorgere nuovi dubbi, ci teneva davvero o prima aveva finto? Probabilmente era al telefono con quell'idiota di Marco. Perché gli dava false speranze?
«Siediti, tra poco inizieremo ad abbuffarci.» mi disse Falco sorridendo. Cercai di ricambiare il sorriso e mi sedetti accanto a lui, di fronte a T/n.
Appena mi vide mi fulminò con lo sguardo e mia sorella fece lo stesso. Perché doveva sempre raccontarle tutto? Non poteva tenere certe cose per noi? Le donne... non le avrei mai capite.
Jean si sedette accanto a me senza dire una parola, improvvisamente in quella casa mi odiavano tutti, tranne Falco; lui era l'unico a volermi bene a quanto pare.

Il cibo come al solito ai miei occhi era sempre poco e a causa dell'imbarazzo cercai di non abbuffarmi come un maiale. Jean vedendo il mio piatto rise.
«Mamma potresti passare delle patate a Eren?» le domandò.
«Non si preoccupi, sono a posto.» dissi e sotto il tavolo diedi un calcio a Jean.
«Oh non fare complimenti! Vuoi anche delle carote?» mi passò il vassoio ed io molto imbarazzato ne presi un po'. «Sono a posto così, grazie.»
«Tieni Eren.» Mikasa con un sorriso falso mi passò i funghi. Odiavo i funghi, erano orribili, ma avendo gli occhi di tutti li presi senza dire niente. Quella stronza si stava vendicando.
«Quelli li ha raccolti mio marito, sono buonissimi sai? Prova anche questi ripieni!» la zia di Jean mi passò un piattino con tre funghi ripieni, avrei voluto vomitare.
«Direi che gli possano bastare, continuando così lo ucciderete.» per fortuna il padre di Jean mi salvò dai vassoi e dai funghi.
«Qualche kilo in più non gli farebbe male.» Mikasa rise.
«Non potrebbe più giocare a basket.» disse Jean.
Perché si doveva parlare di me? Cercai di cambiare discorso.
«Mi sostituirebbe T/n dato che è entrata nella squadra.» T/n tossì, probabilmente qualcosa le era andato di traverso.
«Davvero? È una cosa bellissima T/n.» disse sua madre.
«In mezzo a tutti quei ragazzi? Non dire sciocchezze.» disse suo padre.
«Siamo tutti dei bravi ragazzi.» si giustificò Jean.
«Se sono tutti come te ho già perso la speranza.» gli rispose. Mikasa iniziò a ridere silenziosamente, tutto era troppo divertente.
«C'è di peggio papà.» T/n finalmente parlò e dicendo quella frase mi guardò con aria di sfida. Voleva davvero sfidarmi?
«Nella mia squadra siamo tutti dei tipi con la testa a posto.» dissi serio ed lan si mise una mano in testa.
«L'unico con qualche problema sei tu.» Falco iniziò a ridere. Improvvisamente non ci trovavo più niente da ridere. Voleva davvero litigare davanti la sua famiglia?
«Quella a voler entrare a tutti i costi sei stata tu, non ti ha invitata nessuno.» tagliai corto.
«Davvero?» si intromise suo padre ma fu interrotto dalla moglie con una gomitata.
«Non c'erano altre attività interessanti.» fece spallucce.
«Per fortuna Marco ti ha aiutata a ritrovare la retta via.» odiavo Marco ed il suo modo di provarci con T/n.
«Beh del resto tu sei stato aiutato da Mina.»
Jean si schiarì la voce.
«Eren non rispondere per favore.» mi supplicò Mikasa.
«Almeno non dò false speranze io.» non mi rispose. Probabilmente avevo esagerato ma ero troppo arrabbiato con lei per mettere a freno la lingua.

Tutti insieme aspettammo mezzanotte e dopo aver fatto gli auguri a tutti, Falco insistette per aprire il suo regalo. Avevo fatto dei regali a tutti e a lui avevo preso un pallone da calcio.
Cosa avevo preso a T/n? Una collana con un ciondolo a forma di lucchetto a cuore. Quando l'avevo presa il gioielliere si era stupito del fatto che non avessi preso anche la chiave, ma a chi avrei potuto darla? La chiave del suo cuore la possedeva solamente lei, nessuno, compreso io poteva entrarci. Qualcuno l'avrebbe sempre delusa, quindi era un posto dove solo lei sarebbe dovuta entrare. Non gliel'avrei data faccia a faccia, ma gliel'avrei lasciata sotto il letto, con una lettera dove le spiegavo tutto, ogni singolo comportamento che avevo avuto con lei.

[1010 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora