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Tornata a casa mio padre mi diede una notizia, una notizia che non presi molto bene.
«Io non ci vengo!» urlai sbattendo la porta della mia camera.
Una cena con la famiglia di Eren? Mi stavano chiedendo troppo. Jean era impegnato in non so cosa e non lo obbligavano ed io dovevo andarci per forza? Non mi interessava niente delle conseguenze ma io non ci sarei andata!
Una delle cose che mi dava fastidio era il fatto che mio padre ed il suo fossero dei colleghi nel settore della medicina nonché buoni amici. La cena sarebbe stata una noia.
Mia madre entrò nella mia camera seguita da Falco e si avvicinò al mio letto. Ero distesa a pancia in giù e mi accarezzò la schiena.
«Tesoro te lo chiedo per favore.» mi disse
«Non ci vengo, scordatelo.»
«Vuoi che pensino che tuo padre ed io non sappiamo gestire una famiglia? Jean non viene e tu neanche, solamente Falco non sta facendo storie.» disse.
Certo, Falco non aveva motivi per non andarci, anzi, lui adorava Eren.
«Ce ne andremo presto e poi ci sarà anche Mikasa.»

"Sta cercando di persuadermi?" alzai un soppracciglio.

«Sai che non funziona.» le dissi.
«Domani potrai non andare a scuola.» sospirò.
Alzai lo sguardo su di lei «Due giorni.»
«Va bene, ma dovrai comportarti bene.»
«Affare fatto.» le dissi.

Se la cena era alle otto, per quale motivo mia madre doveva obbligarmi a prepararmi alle cinque? Mi aveva preso un vestito e delle scarpe che non avevo visto la nostra parrucchiera di fiducia era venuta a casa nostra. Quanto la odiavo? Ogni volta mi tirava i capelli e mi faceva un male allucinante. Falco era tutto entusiasta e fu il primo su cui quella pazza mise le mani.
Per mia fortuna anche Mikasa quella sera sarebbe venuta e mi disse che ci sarebbero state altre persone, che avevano dei figli simpatici e a parer suo alcuni erano dei buon bocconcini, sicuramente li avrei odiati tutti.
Pettinò i capelli di Falco all'indietro con una spazzola ricoperta di uno strano gel. Sembrava un piccolo cameriere, era adorabile.
«T/n vieni con me! Voglio vedermi!» mi prese per mano e trascinò al piano di sopra nella camera di Jean.
Lui era in pantaloncini sul letto e vedendolo si alzò.
«Tu me la paghi.» gli dissi e lui mi sorrise.
«Jean come sto?» Falco aprii le braccia per mostrare al meglio la sua pettinatura da "maggiordomo".
«Sei un figo, mocciosetto.» gli spettinò leggermente la capugliatura.
«Ehy! Attento!» gli disse tirandogli via la mano dalla testa. «Voglio mettere il mio vestito, mi preparo e torno.» mi trascinò per tutta la casa ed arrivammo nella sua cameretta, la mia vecchia stanza. Accanto al letto c'erano due scatole, una più grande ed una più piccola. Falco prese prima quella grande e la posò sul letto.
All'interno c'era un completo composto da camicia bianca, un papillon nero, un panciottio color crema e un paio di pantaloni del medesimo. Era troppo bello!
Si spogliò in due secondi facendo attenzione ai capelli e se lo infilò. Prese poi le scarpe eleganti e lucide nere e se le mise. Mamma gli aveva abbinato anche un giubbino. «Pensi che potrebbe piacere a Gabi?»
«Sei serio?» le chiesi. Aveva dodici anni e pensava già alla fidanzatina?
«Si.»
«Beh sei adorabile.» sbuffai. «Ma togliti quel coso o morirai di caldo.» gli dissi.
«T/n!» urlò mia madre.
Mia madre era bellissima, aveva fatto un capolavoro con lei, mentre a me stava strappando i capelli dalla radice. Non avevo uno specchio davanti a me, quindi non sapevo cosa stesse combinando, sapevo solamente che stava legando i miei "bellissimi" capelli. La parrucchiera era una pazza, come facessero a sopportarla suo marito ed i suoi figli per me restava un mistero.
Quando finì di tirarmi quei pochi capelli che avevo in testa passò al trucco. Avevo paura che mi accecasse ma per fortuna non accadde. La vidi prendere un rossetto di un rosso sgargiante.
«Non voglio quel rossetto oppure non potrò mangiare e poi sarò costretta a ritoccarlo e se non lo sapete, non so farlo decentemente.» dissi urtata, mia madre mi lanciò un occhiataccia.
«È a lunga tenuta, al massimo dovrai farlo una volta.» mi disse la pazza.
«No.» mi alzai.
«T/n me lo hai promesso.» vedere mia madre supplicarmi era uno strazio, così accettai anche se molto contrariata.

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora