«Signorina Kirtschtein mi sta ascoltando?» mi chiese il professore di fisica. Io lo guardai confusa, mi sembrava ovvio che non stavo seguendo la sua stupida lezione.
Tutti si voltarono a guardarmi, cosa volevano?
«Si certo.» dissi e lui continuò a parlare.La mia testa era altrove, stavo pensando alla mia audizione per la squadra. L'avrei fatta quel pomeriggio, il 7 dicembre, un giorno che temevo da morire.
Quando la lezione finì, Mikasa raggiunse il mio banco
«Sei pronta?» mi chiese.
«No.» dissi disperata.
Avevo troppa paura, di sbagliare, di fare una figuraccia.
«Ti prenderanno di sicuro.» mi disse dandomi un bacio in fronte «Chiamami appena finisci!» mi disse ed uscì dall'aula. Passai la pausa pranzo in giardino, il mio stomaco era sigillato e non voleva sentirne parlare di cibo.
Camminai con lentezza verso la palestra, la paura dentro di me era troppa. Marco mi aveva rassicurata dicendomi che sarebbe andato tutto bene e di fronte al suo sorriso angelico per pochi istanti credevo che fosse così.
Mi chiesi se Eren fosse stato presente, lui era il capitano della squadra. In quel caso sarei fuggita a gambe levate, ma se fossi entrata nella squadra non potevo di certo evitarlo, anzi, dovevo eseguire i suoi ordini!
«Eccola qui.» disse Marco venendo verso di me appena uscii dallo spogliatoio. Lui indossava l'uniforme della squadra mentre io avevo un leggins e una maglietta larga. Il coach ci guardava da lontano.
«Allora sei pronta?» mi chiese con un sorriso incoraggiante. Per il coach ero una novità ed era davvero entusiasmato dal fatto che volessi provarci.
«Certo.» gli dissi e guardai Marco.
«Fammi vedere cosa sai fare allora.»Giocavamo solamente io e Marco, ma quella volta mi sembrò diverso. Il tempo questa volta non stava scorrendo velocemente, era lento e i minuti mi sembravano ore interminabili, sarei riuscita a sopportare tutto questo?
Quando finimmo ero davvero stanca e il coach stava sulla sua sedia a gambe incrociate.
«Non sarai di certo una delle migliori, ma apprezzo il tuo impegno.» dal suo tono di voce capivo che era andata male. Lo vidi alzarsi e venire verso di me con qualcosa di verde in mano «Ma credo che potrai benissimo iniziare, non posso assicurarti che giocherai subito in una partita, ma buona fortuna. Ti ho anche fatto fare l'uniforme su misura.» rise e me la diede.
Se ne andò poco dopo e quando uscì corsi verso Marco e lo abbracciai, i suoi occhi color nocciol brillavano di felicità. Mi sollevò da terra e mi strinse a sé.
«Grazie Marco.» gli sussurrai in un orecchio. Mi posò a terra e ci guardammo. Fece un piccolo passo verso di me.
Sapevo che voleva baciarmi, ma nonostante ciò non mi tirai indietro. Ma fu un bacio privo d'emozione, nella mia testa c'era un'altra persona e sempre ci sarebbe stata.«Cos'hai fatto? Sei per caso diventata scema?» urló Colt ed alcune persone si voltarono a guardarci.
«Mi hai detto che non avresti urlato.» gli dissi.L'indomani dopo scuola avevo deciso di dirlo a Colt ed eravamo andati al parco insieme. Se Mikasa era rimasta stupita ma poi mi aveva sorriso maliziosamente, lui aveva uno sguardo infuriato e se avesse potuto mi avrebbe strozzata con le sue mani.
«E poi cosa hai fatto?» mi chiese ancora più arrabbiato.
«Lui si è scusato e io me me sono andata, cosa avrei dovuto fare? Oggi ci siamo comportati come se niente fosse e penso che continueremo così.» terminai con lo sguardo basso
«Tu pensi che questa farsa continuerà? T/n ti caccerai solo nei guai continuando così, non voglio vedere un mio amico picchiato da Eren o magari ucciso.» esagerò lui.
«Nei tuoi sogni.» risi ma lui rimase serio. «Senti non ne avrebbe motivo per farlo.»
«Ma hai visto come ti guarda?» sgranò gli occhi.
«Hai visto come mi ignora?» ribbatei. Sbuffò e si gettò sulla panchina. «Colt io l'ho quasi dimenticato.» dissi poco convinta.
«Ti chiedo solo di non farti male.»Il weekend non era fatto per me. Passava troppo in fretta e mi ritrovavo di già al lunedì. Ormai faceva troppo freddo per passare del tempo all'aperto, così decisi di trascorrere la domenica insieme ai miei amici e fare qualcosa di alternativo insieme a Marco, Mikasa e Pieck e Jean.
Ci eravamo riuniti a casa di Pieck e stavamo vedendo un po'di tv. In realtà stavamo spettegolando e tra gli argomenti c'erano Eren e Mina, ma a me non importava più niente no?
«T/n dobbiamo andare.» mi disse Jean alzandosi.
«Cosa? Di già?» mi alzai anche io.
«Questa sera ho un impegno con i ragazzi quindi muoviti.»Salutai velocemente e lo raggiunsi in macchina.
«Perché hai baciato Marco? Non ci posso ancora credere.» accese il motore.
«Senti è stato un incedente.»
«Si certo, come cadere dalle scale.» superò una macchina «Oh scusa, sono caduto sulla tua bocca!» scoppiai a ridere.
«Beh forse mi interessa.»
«T/n perché spari cazzate? È palese il fatto che non ti piaccia.»
Marco era un bel ragazzo sia dentro che fuori e a differenza di altri era dolce, ma sapevo che lui non era Eren.
Basta, dovevo smetterla di pensarci, avevo fatto dei passi da gigante e non potevo permettermi di cadere di nuovo nella fossa, non dovevo paragonarlo a lui. Dovevo farmi una nuova vita, dovevo voltare pagina.
«Mikasa sa di questo?» eravamo arrivati davanti il cancello della nostra casa e Jean spense il motore.
«Si.» gli risposi.
«E non ti ha detto niente?» era davvero stupito.
«Non proprio. Mi ha detto che devo andarci piano, tutto qui.» rimase un attimo in silenzio a guardare la strada.
«Tu sei strana.» rise e scese dalla macchina.
Io lo seguii «Sei tu quello strano.» gli diedi un pugno sul braccio.
«Marco è strano. Tu con lui.» rise ancora più forte.
«Jean!» gli urlai ridendo anche io.Forse aveva ragione. Forse eravamo troppo diversi, ma non aveva senso farsi delle paronie, era solo un bacio, cosa poteva succedere di così scandaloso? Non lo sapeva nessuno tranne noi ed era qualcosa che andava dimenticato.
[1006 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]
STAI LEGGENDO
𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋
FanfictionNella nuova scuola, T/n Kirtschtein, una ragazza di 17 anni in cerca della sua vera felicità, conoscerà Eren Jaeger, un ragazzo molto particolare... Ci saranno disguidi, litigate ed incomprensioni ma sarà il cuore a comandare i nostri due protagonis...