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«Come hai fatto?» mi chiese Colt mentre andavamo in palestra per gli allenamenti.
«A fare cosa?» chiesi
«A coprirlo.» indicò il mio collo.

Come previsto Eren aveva "lasciato il segno" e finalmente avevo un motivo per usare tanto fondotinta. Dovevo fare la coda per allenarmi e in qualche modo dovevo nasconderlo, dovevo sperare che nessuno mi toccasse mentre ero sudata o la mia copertura sarebbe saltata in aria.

«I misteri del make up.» dissi ridendo.

I ragazzi si stavano già riscaldando e il coach vedendoci in ritardo ci lanciò due palloni «Muovetevi tutti e due, non siamo qui per scherzare.» ci disse.
Ridendo iniziammo anche noi il riscaldamento.

L'allenamento procedette come al solito e dopo circa due ore finimmo.

Per evitare di incontrare le cheerleader facevo il giro della palestra più lungo e Eren mi accompagnava con Colt.
«Sta piovendo di nuovo.» si lamentò Colt.
«Potremmo farci la doccia fuori.» disse Eren. Ma certe idee da dove le tirava fuori?
«Oh certo.» lo guardai male.
«Che fate dopo?» chiese Colt.
«A casa a studiare.» dissi.
«A casa sua.» disse Eren abbracciandomi.
«Levati.» risi
«Ragazzi sto organizzando una festa di carnevale.» disse Porko venendo da noi «In caso venite?»
«Non lo so, ho un impegno nel fine settimana.» disse Eren.
«Che devi fare?» gli chiese Porko facendo salire la mia curiosità.
«Una cosa importante.»

Colt dopo essere rimasto in silenzio per un po' se ne andò dicendo che doveva sbrigare delle cose. Entrai in fretta nello spogliatoio dove era rimasta solo Annie che stava per chiudere il borsone.
«Eccola qui.» mi salutò.
«Che ci fai ancora qua?» le chiesi.
«Temporeggiavo per non uscire con le altre,» fece spallucce «ci vediamo.» mi sorrise e se ne andò. Mi sbrigai nel giro di 15 minuti e appena uscii, la macchina di Eren era parcheggiata proprio ad un centrimetro dalle scale.
«Potevi entrare direttamente a scuola.» dissi ironicamente entrando velocemente per non bagnarmi.
«La prossima volta ci penserò, magari investo qualcuno che mi sta antipatico.»
«Che cattivo!» risi.
«Hai da fare?» mi chiese.
«Devo studiare Eren, studiare.» lo guardai sottolineando l'ultima parola e lui rise. Non capivo cosa ci trovava di divertente. Se prendevo un brutto voto non riuscivo a fregarmene come faceva lui.

Quando arrivai a casa Jean era seduto sul divano e probabilmente mi stava aspettando, considerando che la tv era spenta e c'era un silenzio tombale, doveva dirmi qualcosa.

«Tutto ok?» chiesi lanciando lo zaino per terra e togliendomi le scarpe. La mia domanda era davvero stupida, era ovvio che non fosse tutto ok, ero la solita deficiente.
«Ho capito perchè non ci sono rimasto male.» mi disse serio e mi rilassai, fortunatamente non era qualcosa di grave, forse.
«Mh, parla.» mi sedetti accanto a lui ed iniziai a fare una coda improvvisata.
«Mikasa era solo una cotta ma ero talmente condizionato dal suo essere la sorella di Eren che non volevo ferirla, così l'ho accontentata comportandomi da "schiavo". Hai presente le nostre uscite?» annuii «Ecco, la maggior parte delle volte lei doveva sbrigare delle cose ed io ero in un certo senso costretto ad accompagnarla anche quando non potevo.»
«Tu non volevi ferire lei...»
«Io non volevo ferire Jack.» concluse la mia frase.
«Perchè il problema è sempre lui?» dissi frustrata «Senti ho bisogno di star comoda, vieni in camera.» stavo perdendo di nuovo la pazienza, ma per quale motivo poi?
«Se io fossi stato me stesso probabilmente lei non mi avrebbe voluto e forse l'avrei ferita.» mi seguì.
«Ma era la cosa giusta da fare, lei ti ha usato.» dissi.
«Si, ma io ero indeciso.» si lamentò buttandosi sul mio letto.
«Tra chi?» risi vedendo la sua faccia.
«Lei e Annie.» iniziò a giocare con i suoi capelli «Ma adesso ho capito che anche Annie non faceva per me.»
«E cosa intendi fare?»
«Quello che sto facendo, il cretino.» si alzò.
«A me lei piace, anche se è un po' strana.» dissi mettendo i pantaloncini e cercando qualcosa in mezzo al mio disordine che veniva chiamato armadio.
«Questa sera esco insieme a Marco. Devo prendere delle cose per la festa che sta organizzando Porko. Ah, viene anche Pieck per aiutarci.» mi disse venendo verso di me «Non fare cazzate, solo questo.»
Gli misi una mano sulla spalla ridendo «Hai la faccia da cavallo.»
«E tu da pesce lesso.» mi diede un colpetto sul braccio.

«Cosa ci fa quella felpa lì?» fece per prendere la felpa che mi aveva regalato Eren ma la nascosi. Jean riuscì a prenderla.
«No, ora me lo spieghi.» incrociò le braccia cercando di fare il serio.
«Cosa c'è da spiegare? Ridammela.» risi cercando di prenderla.
«Solo se mi dici come stanno le cose.» me la porse.
«Va bene.» dissi mettendola. Come la scorsa volta mi sentii subito tra le sue braccia. «Che vuoi sapere?» gli chiesi.
«Cosa fai tutti i pomeriggi a casa sua e cosa siete dato che lui fa il vago dicendo «non lo so».» lo imitò.
«Siamo amici...?»
«Certo e quel succhiotto te l'ha fatto Colt.» rise.
"Oh merda!" mi ero completamente dimenticata di mettere il fondotinta quando ero uscita dallo spogliatoio. Era ovvio che con l'acqua fosse andato via.

Mi portai una mano al collo, ormai mi aveva incastrata.

«T/n è il mio migliore amico da quando avevamo 6 anni, se non parli tu è ovvio che parla lui.» rise «Cioè lui è stato un cretino, però è cambiato e anche se ultimamente ha esagerato ci ha ripensato, quindi...»

Mi chiesi cosa raccontasse Eren a Jean.

«Quindi?» lo incoraggiai.
«Non lo so, ma non mi piace trovarlo qua dentro, almeno fallo entrare dalla porta.» rise.
«Sei un cretino!» gli lanciai un cuscino.

Jean sembrava tornato quello di prima, spensierato e felice. Nonostante tutto quello che era accaduto lui aveva trovato una via d'uscita e un po' lo invidiavo. Se fossi stata al posto suo non sarei stata in grado di uscirne e sarei sprofondata nella tristezza come al solito, ma lui era il mio opposto fortunatamente. Quanto potevo amare mio fratello?

[1001 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

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Esatto, quanto si può amare Jean?

Vi ringrazio per le 6mila letture <3

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora