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L'ultimo giorno di scuola, solo un ultimo giorno e finalmente ero libera. Mi sarei dedicata alle vacanze, ai regali, ai libri, alla musica, a tutto tranne che a quegli stupidi compiti, quella stupida scuola e soprattutto a quelle stupide persone. Naturalmente durante le vacanze avrei rivisto i miei amici più stretti, ma al solo pensiero di non dovermi svegliare più ad orari illegali ne ero entusiasta.

La mattinata passò con molta tranquillità e ogni professore prima di lasciare la classe ci fece gli auguri, naturalmente i più stronzi ci lasciarono dei compiti.

«Vi rendete conto che mancano due ore alla libertà?» ci disse Sasha mentre andavamo in mensa.
«Spero di uscire in fretta da qui perché devo prepararmi, Jean passa a prendermi presto.» disse Mikasa.
«Per mia grande fortuna Colt non ha orari e considerando che quella a venire da me sarai tu, non posso fare altro che esultare.» dissi io maliziosa.
«L'hai convinta a mettersi un vestito?» chiese Pieck ridendo.
«Sfortunatamente me lo ha comprato.» dissi io.
«Tesorino di papà!» mi disse Colt abbracciandomi.
«Come mai questa felicità?» chiesi.
«Nuove amicizie.» fece spallucce con un sorrisino.

Quando raggiungemmo gli altri, Historia stava parlando con Eren, fin troppo vicina, il mio stomaco diventò di sasso, ma vedendo il suo sorriso rivolto solamente a me mi rilassai e mi dissi di non pensarci. Poi mi ricordai che la bionda non aveva interessi di tipo romantico per il genere maschile. Mi creavo troppi problemi.

Forse questa sera poteva succedere qualcosa. Dentro di me c'era quel piccolo film mentale.
Avevo in un certo senso programmato tutto: sarei arrivata, lo avrei cercato, avremmo parlato e forse ballato e si, avrei provato a dirgli alcune cose per capire cosa provava e chissà magari alla fine sarebbe scattato un bacio.

«Ti vestirai di rosso?» chiese mio fratello a Colt.
«Non provarci neanche!» intervenne Historia. Aveva organizzato tutto con molta attenzione e fatica e non voleva che nessuno rovinasse la sua opera d'arte.
«Io non metterò mai ciò che vuoi tu, voglio distinguermi.» disse Hitch.
«Appena apri bocca capiamo che sei tu.» disse Colt facendoci ridere.
«Io proverò a restare sobrio.» intervenne Levi facendoci ridere ancora più forte.
«Questa battuta era davvero divertente.» disse Jean mettendo un braccio sulle spalle di Mikasa, ma quanto erano adorabili?
«Io non do passaggi a nessuno.» disse Eren.
«Lo darà solo ad una persona.» Annie mi guardò ed io volevo solamente sprofondare.

«T/n mettilo!» mi disse Mikasa inseguendomi con il rossetto rosso. Avevo acconsentito al vestitino bianco, ai tacchi (naturalmente nella borsa avevo infilato le converse), il rossetto rosso era troppo.
«È un caso perso.» rise Jean.
«Mi si toglierà.» dissi.
«Ma tu mettilo lo stesso, lo tengo sempre in borsa.» ribattè lei. Sbuffando lo presi e me lo misi. Dopo poco lei e Jean se ne andarono ed io restai a casa ad aspettare Colt.

Quasi con venti minuti di ritardo anche io e lui raggiungemmo gli altri.

«Se non fossi la mia migliore amica ti salterei addosso.» mi disse mentre eravamo in macchina.
«Oh certo.» dissi con ironia.

«Guarda chi c'è là.» Eren stava salendo i gradini della scuola, vestito in quel modo mi faceva diventare una deficiente. Distolsi lo sguardo e feci finta di niente.

La maggior parte dei ragazzi, come noi, stava nella palestra scoperta e ,nonostante il freddo, beveva e fumava in tranquillità. Jean era seduto sul muretto e poggiata a lui c'era Mikasa mentre gli altri o erano seduti o in piedi a fumare.

Io stavo in piedi proprio di fronte Eren.

«Mi avevi detto di non averne.» disse Reiner indicando il pacchetto di sigarette di Eren.
«Non ve ne offro, quando le voglio io nessuno me le da.» gli rispose.
«Eddai!» Eren, scazzato, mise una mano in tasca e gli tirò il pacchetto. Era quasi pieno e mi sorpresi, dato che sapevo che lui fumava molto.
«Stai smettendo di fumare per caso?» gli chiese Marco mentre Reiner se ne accese una.
«Può essere.» fece spallucce.
«Ragazzi.» Cole arrivò ridendo con qualcosa in mano che non aveva per niente l'aspetto di un sigaretta. Dall'odore infatti si capiva che era tutt'altro.
«Ragazzi è fuori di testa.» rise Sasha che lo teneva sottobraccio insieme a Petra e Annie. Mi guardai intorno e vidi che Jean e Mikasa erano scomparsi.
«Hey T/n, sei davvero un gran pezzo-» mi disse.
«Si Levi abbiamo capito.» rise con tutti noi e mi prese la mano. Mi avvicinai a lui e mi sedetti sulle sue gambe, le sue mani mi cinsero la vita e il mio cuore gioiva.
«Sapete.» disse aspirando «Credo che Hitch questa sera farà a gara con una prostituta russa.»
«Cos'hai contro le russe?» gli chiese Annie irritata. Se per noi questa situazione era divertente per lei era irritante vederlo in quel modo.
«A Bertholdt piace il caz-!» urlò e Petra gli fece segno di fare silenzio dato che alcuni ragazzi si erano voltati verso di noi.
«Levi ma cosa hai bevuto e cosa ti sei fatto?» rise e gli tolse la canna dalle mani buttandola a terra.
«Un po' di shottini e...» rise «oddio sto per vomitare.» tutti fecero un passo indietro.
«Ehm si, vieni per favore e non vomitarmi addosso.» Bertholdt e Reiner lo presero sottobraccio e seguiti dagli altri lo portarono via.

Restai da sola con Eren e forse per il freddo, un brivido mi percorse.
«Non dovremmo raggiungerli?» gli chiesi girandomi verso di lui e mettendogli un braccio sulla spalla.
«Penso che se la caveranno.» fece spallucce «Poi se vuoi vederlo vomitare fai pure.» rise.
«Sei un idiota.» risi.
«Nah, l'idiota sei tu.» poggiò la sua fronte sulla mia e mi guardò adesso con un occhio solo. Ma quanto era stupido ed adorabile allo stesso tempo?
Mi guardò negli occhi.
«Che vuoi Eren?» mi avvicinai ridendo.
«Lo sai.» eravamo vicinissimi e quando parlava sentivo il suo fiato sulle mie labbra.
«Perché?» chiesi.
«Devo rispondere per forza?» mi diede un piccolo bacio.

Restammo per un po' così, a scherzare e a darci dei semplicissimi baci a stampo. E quando le cose sembravano prendere la direzione giusta Historia venne a chiamarci.
«Eren, Levi è svenuto.» disse lei preoccupata.
Immediatamente mi alzai e mano nella mano con lui, la seguimmo per tutta la scuola.

Arrivammo nel bagno dei maschi, dove c'erano quasi tutti i nostri amici. Non c'era traccia di mio fratello.
«Fate entrare solo Eren.» sentii Colt dall'altro lato della porta.
Guardai l'orologio ed erano solamente le undici.
«Ma cos'è successo?» chiesi.
«Dopo aver vomitato è svenuto di colpo.» disse Petra preoccupata e camminando su e giù con le mani sui fianchi.
«Ma cosa di cosa si è fatto?» chiese Pieck.
«Come al solito ha bevuto e ne ha fumate due.» Historia stava per scoppiare a piangere, si preoccupava troppo per gli altri.
«Ehy calmati.» le poggiai una mano sulla schiena.
«Sentite parliamo d'altro.» ci disse Petra. «Che facevi fuori con Eren?» mi chiese e tutte mi guardarono.
«Parlavamo.» il sorrisino che spuntò sulle mie labbra mi tradì.
«Quando vi ho visti stavate sicuramente parlando, certo.» mi disse Historia.
«Che ci nascondi, eh?» rise Sasha.
Fui salvata da Colt che uscì dalla porta. La sua faccia era un misto di preoccupazione e impotenza. Il nodo della cravatta era allentato.
«Si è ripreso, ma sta malissimo e forse vomiterà dinuovo.» disse e Mina entrò nel bagno.
«Devo andare là dentro.» disse.
«Tu non vai da nessuna parte.» disse Colt quasi arrabbiato.
Lei fece finta di non sentirlo e fece per entrare. Eren uscì dalla porta.
«Dove stai andando?» le chiese.
«A vedere come sta.» rispose.
«Non sono fatti tuoi e non è una cosa che ti riguarda.» le disse con acidità.

La serata andò uno schifo. L'umore generale era davvero basso poiché tutti eravamo preoccupati per Levi. Jean tornò molto tardi e quando volle notizie di Levi, Eren gli rispose male e per poco non fecero a botte.

Mina rimase con noi e cercò sempre di entrare nella stanza dove stava Levi. Petra si infuriò tanto e l'accusò di essere solamente una curiosona. Intorno all'una uscirono dalla stanzetta e accompagnarono Levi a casa. Eren prima di andarsene mi guardò davvero dispiaciuto. «Ti accompagno?» mi chiese Historia che aspettava sua sorella.
«Beh mi sa che sono rimasta a piedi dato che Jean è con gli altri.»
«Mi dispiace davvero per come si sono svolte le cose.» disse lei «Sai, molte persone sono venute da me dicendomi che la festa è stata bellissima, ma io non ho neanche potuto godermela, sarà per la prossima.» sospirò.
Per fortuna arrivò sua sorella e mi salvò da un silenzio imbarazzante.

Appena tornai a casa feci tutto molto di fretta e mi buttai subito sul letto prendendo il cellulare. C'era un messaggio di Eren che aveva mandato pochi minuti fa.

>Posso passare da te?

[1443 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora