(22)

387 13 40
                                    

- - - - - - - - - -
𝗲𝗿𝗲𝗻'𝘀 𝗽𝗼𝘃
- - - - - - - - - -

Se ero stato stupido? Sì. Non ero riuscito a dire la verità a Mina, così le avevo detto che era stata T/n a baciarmi. Ero solamente un codardo, avevo paura di mettermi con una ragazza seria perché probabilmente mi avrebbe ferito di nuovo. Ma lei era diversa; lo sapevo; lo sentivo.

Quando tornai a casa, Zeke era sul divano e, vedendomi fradicio, mi seguì in camera.
«Cosa ti è successo?» mi chiese.
«T/n.» mi limitai a dire.
Lui sapeva tutto. Gli avevo detto tutto, era mio fratello e, a parer mio, non esistevano consigli migliori dei suoi. Non che sottovalutassi gli altri.
Che situazioni di merda. Quasi invidiavo Jean e Mikasa per la loro stupida felicità.
«Sei stato con lei questa notte?»
«Sì, ma non abbiamo fatto niente, o meglio, non ho voluto fare niente. Era mezza ubriaca.»
Se fossi stato un altro non ci avrei pensato due volte a farmela quella sera, ma l'avrei delusa, l'avrei ferita e sarebbe fuggita via dalla mia vita per sempre. Avevo paura di perderla.
Presi un pacchetto di sigarette che avevo nella tasca del giubbotto - non fumavo da due giorni -, poi mi ricordai di lei e le gettai nel cestino.
«Che ti sta succedendo Eren? Prima torni in queste condizioni, e poi getti le sigarette.»
Sapevo benissimo cosa mi stava succedendo, ma non volevo dirglielo.
«Zeke, non so cosa fare.»

Gli raccontai tutto ciò che avevo combinato nelle ultime 48 ore.
Non ero bravo con le parole, però ce la misi tutta per farmi capire fino in fondo.
Quello che mi disse era quello che mi aspettavo che mi dicesse: dovevo capire cosa volevo e parlare ad entrambe, escludendone, naturalmente, una dalla mia vita.
Ma io cosa volevo veramente?

39°C di febbre e confusione in testa. Che bel risveglio. Almeno avevo un motivo per non andare a scuola e non vedere nessuno - compreso Jean che sicuramente avrebbe voluto spaccarmi la faccia -.
Mikasa mi salutò preoccupata prima di uscire.
Aaron era rimasto a casa; come al solito era riuscito a convincere mamma. Se a dieci anni era così persuasivo, quando sarebbe cresciuto avrebbe potuto essere le mia copia.
«Non dovresti rimanere a letto?» mi chiese mentre io ero sul divano a girare tra i canali che c'erano in tv.
«E tu non dovresti essere a scuola?» gli dissi rimanendo concentrato sullo schermo dell'apparecchio.
Mi fermai su un canale dove trasmettevano un film romantico che avevo visto migliaia di volte. Non fece altro che farmi sentire più solo e confuso.

Dopo pranzo mi arrivò un messaggio di Jean, uno di T/n e uno di Mina.

Cavallo🐴
>Stai male, vero cretino?

T/n🖤
>Sapevo che ti saresti ammalato.

Mina
>Ehy! Rispondimi!

Risposi ad entrambi ignorando il messaggio di Mina. Cominciava a darmi sui nervi.

Andai in salotto e presi la mia chitarra. Se suonare mi avrebbe tranquillizzato era il momento adatto.
Iniziai a suonare il primo brano che vidi nel foglio sopra il leggio e, quando lo finii, la porta d'ingresso si chiuse.
Mi ritrovai la figura di T/n appoggiata allo stipite della porta, che mi guardava con un sorrisino triste ma compiaciuto.
«Ho fatto entrare la tua amica.» disse Aaron andando in camera sua.
Venne verso di me, bellissima come sempre.
«Ho saltato l'ora di matematica e quella fisica per vedere come stavi e non mi dici niente?» si sedette vicino a me
«Sono... sorpreso» la guardai.
Mi prese la chitarra dalle mani e cominciò a suonare qualcosa.
«Mina mi ha parlato.» mi disse.

"Ecco perché sei venuta, non volevi sapere come stavo!" pensai storgendo il naso.

«Sei stato un cretino Eren.»

Volevo sbattermi la testa contro il muro, avevo superato il limite con lei questa volta. Avevo passato due giorni meravigliosi ed erano andati a quel paese per colpa di quell'idiota di Mina.
«Mi dispiace...» mi limitai a dire.
Un sorriso amaro comparve sul suo volto; mi considerava un verme, come quando mi aveva conosciuto.
«Potevi dirmelo che era solo un gioco, un passatempo per te.»

Era come se un peso gigante mi stesse schiacciando, facendomi sprofondare. Faceva male, un dolore che non provavo da tempo.

«Non è come pensi, è che-»
«Volevi continuare a fare il doppio gioco?» si alzò ed incrociammo i nostri occhi.
«Non lo avrei mai fatto.»
«Ma lo hai fatto!» mi urlò contro.
Mi alzai e la raggiunsi.
«Tu non sei un gioco T/n, sai che tengo a te, più di quanto tu possa pensare!»
Lei rise mentre le lacrime le rigavano il viso.
«Certo, come Mina: una povera illusa che ti ama

Lei mi amava? Mina mi amava?

Ad un tratto la mia mente si annebbiò. Non potevo credere di aver combinato tutto questo casino.

«Tu mi ami?» mi guardò senza dire niente e distolse lo sguardo.

«No Eren, non potrei mai amarti

Quelle parole mi distrussero: il loro peso, il modo in cui le aveva pronunciate; era cambiato tutto in poche ore.

«Sai cosa ti dico? Continua ad illuderla pure, ma con me hai chiuso, non voglio più vederti. Mi hai già rovinato la vita più di quanto non lo sia adesso!»

Avrei dovuto azzerare le distanze e tapparle quella fottuta bocca. Quante cazzate stava sparando?

«Tu sei entrata nella mia vita, non puoi uscirne così!»
«Oh sì che posso.» si asciugò le lacrime «Mi fai pena. C'è almeno una cosa che mi hai detto che sia vera? Mh?»
«Ti amo T/n, e sai che è vero!»
Pianse ancora più forte di prima.
«Non riesco a credere quanto tu sia così falso! Anche in situazioni importanti come queste!» si girò e corse verso la porta. Non la raggiunsi, non ne avevo il coraggio; e poi cosa le avrei detto?
Tutto per colpa di Mina. La odiavo.
L'avevo persa, mi sentivo uno schifo. E quel "ti amo" che le avevo detto era vero, cazzo se era vero. Ma cosa potevo farci adesso? Non potevo perderla così, non in questo modo.
Ma forse non ero adatto a lei, non ero alla sua altezza, non potevo renderla felice.

"Io sono come Floch."

Quel pensiero mi fece sentire ancora più male. Ero arrabbiato con me stesso: con lei per essere entrata nella mia vita e con me per averglielo permesso.
Presi la lampada e la scagliai con forza. Non piteva finire tutto così, non poteva avermi detto veramente quelle parole.
Aaron vene verso di me e vedendomi piangere non disse niente.

Dopo tanto tempo ero a pezzi, per colpa mia, per i miei modi di fare.
Ma lei era diversa, non potevo perderla così.

Dovevo fare qualcosa prima che fosse troppo tardi.

[1101 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Riuscirà Eren a riconquistare il cuore spezzato della nostra T/n? Chi lo sa! 🤪

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora