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- 𝕖𝕡𝕚𝕝𝕚𝕘𝕠 -

«Sorridete!» dissi impostando il timer e correndo velocemente verso gli altri. Finalmente ero riuscita a mettere le mie amate converse.

Il giorno del diploma! E chi l'avrebbe mai detto che delle teste così come Jean e Eren ce l'avrebbero fatta? Il flash mi colpì gli occhi e proprio in quel momento Eren si voltò e mi diede un bacio.

Era un momento impresso nella storia.

I ragazzi con le tuniche rosse erano dispersi per il giardino della scuola e accanto a loro c'erano degli insegnanti e alcuni genitori.

Tutti erano felici e sorridevano.

«Finalmente ho finito con questo schifo!» Porko si unì al nostro gruppo e mise un braccio attorno a Pieck che mi guardò sorridendo. Erano davvero carini e il prossimo anno avrebbero iniziato il college insieme.
«L'unica cosa che mi mancherà della scuola sarai tu.» disse Colt.
«Ti raggiungeró tra due anni.» risi e mi strinsi a Eren.

Lui, Porko, Pieck e Jean avevano scelto la stessa università, ma ancora c'erano delle cose da organizzare, come ad esempio trovare una casa e compilare gli ultimi moduli. Avevo saputo che Porko sarebbe andato a vivere con alcuni cugini che frequentavano la stessa scuola, mentre Colt era alla ricerca di un appartamento poco costoso e di un lavoro, per non far pesare le spese sulla sua famiglia.

Jean era già entrato nell'ospedale dove lavorava di papà e probabilmente Eren avrebbe fatto lo stesso. I nostri padri si conoscevano da tanto tempo e nonostante avessero avuto delle discussioni, stavano recuperando i rapporti. Non sapevano ancora di me ed Eren, ma erano passati quattro mesi da quando stavamo insieme e prima o poi avremmo dovuto dirglielo, anche se Carla ormai sospettava qualcosa e Zeke e Aaron lo avevano scoperto.

Da un lato mi spaventava questa cosa, sarebbe stata una relazione a distanza, per due anni e probabilmente sarebbe continuata così. Non sapevo ancora che università avrei scelto e per adesso non volevo neanche pensarci.

Dopo la cerimonia dei diplomi, il padre Colt invitò tutti a casa sua per una grigliata, così dopo essere andati a casa per cambiarci, andammo da lui. Notai che la piscina era stata ripulita e probabilmente a breve l'avrebbero riempita, l'estate era ormai alle porte.

«Quest'anno è decisamente volato.» disse Eren sedendosi sul dondolo «Chissà come sarà "vivere" in un ospedale.»

Jean lo raggiunse «Tu non ci metterai mai piede e se vorrai venire a trovarmi, sceglieremo un posto diverso.» rise, ma sotto sotto sapevo che era vero.

«Se proprio vuoi entrarci dovrai travestirti da uomo.» Eren alzò un sopracciglio.
«Siete due stronzi, non mi volete tra i piedi!» feci la finta offesa. Incrociai le braccia e accavallai le gambe.
«Non è vero.» Eren mi abbracció.

Passammo il resto del pomeriggio e della serata in compagnia dei nostri amici e dei nostri genitori, parlando del più e del meno e del nostro futuro. Probabilmente la parte più divertente fu quando Aaron andò a prendere due angurie giganti rifiutando l'aiuto di tutti e una cadde a terra facendolo scivolare e facendo partire l'impianto per l'irrigazione del giardino.

Zeke corse ad aiutarlo e cadde anche lui. Era come una grande riunione di famiglia.

Mentre i miei e i genitori di Eren se ne andarono, noi restammo ancora un po'.


Tornammo a piedi e mentre Jean era rimasto lí, io e Eren camminavamo mano nella mano nella strada illuminata dai lampioni.

«Pensi che il prossimo anno saremo ancora qui?» chiesi calciando un sassolino.

Mi guardò con sguardo interrogativo.
«Nel senso... ci sarà ancora un noi?» chiesi ancora.
«Perché non dovrebbe?» disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Non so, la distanza, la scuola, compagnie diverse...»

Era da un po' che ci pensavo ed in quel giorno che si era concluso tutto, questo pensiero era opprimente.

Sapevo che all'università ci sarebbero state ragazze migliori di me, bisognava essere realisti e bisognava ammettere che lui era un bel ragazzo.

«Potremmo vederci spesso, magari nei fine settimana e poi, passerò le vacanze qui; sono preoccupazioni inutili.» mi sorrise. Forse aveva ragione, ma era più forte di me.

Erano due anni, due lunghi anni ed eravamo separati da alcuni kilometri.
Non mi erano mai piaciute le storie a distanza e avevo fatto di tutto per evitare di averne una e come al solito c'ero finita dentro e ne ero completamente cosciente delle complicazioni a cui andavo in contro.

Quando sentivo parlare i miei dell'università o anche qualche parente, tutti non facevano altro che dire «non me ne volevo mai andare!»

Zio n/z proprio la scorsa settimana ci aveva raccontato di tutte le feste che organizzava la sua confraternita e naturalmente il weekend ne era strapieno.
Erano quel genere di feste che cercavo di evitare, ma che Eren e Jean adoravano.

«Hai ragione, sono preoccupazioni inutili.» feci un sorriso forzato e imposi a me stessa di non pensarci.

Camminammo per un po' in silenzio. Ero troppo assorta nei miei pensieri per concentrarmi su qualcos'altro.

«Salutami tuo padre.» rise appena arrivammo a casa.

Papà aveva iniziato a dubitare su di noi e a quanto pare il suo "odio" verso Eren era davvero alto. La nonna e la zia erano le due maliziose della situazione e certe frasi della nonna mi avevano steso. Erano davvero troppo spinte!

«Ci vediamo.» lo baciai sorridendo.

«E non pensarci più.» disse a due centimetri dalle mie labbra «Ti amo.» sussurrò
«Ti amo.» sussurrai.

Non avevo mai detto «ti amo» a qualcuno e quella per me, fu la prima volta più bella. Adesso sapevo cos'era la felicità, la felicità era l'amore.

[924 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

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Eccoci alla fine. Mi viene da piangere! Mi è piaciuto tantissimo scrivere questa storia e mi auguro che vi siate divertiti. Spero che abbiate perdonato Eren e la nostra adorata T/n, in fondo a lei le vogliamo un minimo di bene, vero👀?

Beh, che dire... vi ringrazio tutti <3

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora