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Mancavano solo due giorni alla fine dell'anno e poi tutto sarebbe ritornato come prima, solita vita, nuove gioie e nuovi dolori.

Quel pomeriggio io e Colt stavamo camminando per le vie del centro, sfidando il freddo e la nostra salute.
Entrambi eravamo in cerca di un vestito per l'ultimo dell'anno. Insieme agli altri saremmo andati in discoteca a festeggiare e per vedere Levi ubriaco il primo dell'anno.
Nonostante il freddo, la via era completamente affollata, piena di gente sorridente e felice. Anche io mi sentivo così da un paio di giorni, come se tutto fosse davvero perfetto.
«È un peccato che Mikasa non sia venuta, guarda quel vestito, le sarebbe stato d'incanto.» disse Colt indicando una vetrina.
«È da un po' di tempo che non usciamo più insieme, come due amiche.» dissi leggendo un messaggio di Eren; lui era in giro con Armin e Levi e forse ci saremmo visti.
«Hai ragione e poi è un po' strana, è cambiata.» «Entriamo?» dissi indicando un negozio che aveva dei vestiti carini in vetrina.

Arrivammo ai camerini stracarichi di roba di tutti i tipi: si passava dalle felpe alle tute, dai jeans alla roba elegante.

«Io a destra, tu a sinistra.» dissi ed entrai nel camerino.

Quando finivamo di provare qualcosa uscivamo e ci guardavamo allo specchio insieme. Tra facce buffe ed imitazioni le ore passarono in fretta, tanto che una commessa ci venne ad avvisare che a breve avrebbero chiuso, così andai subito a provare i vestitini che mi interessavano.

Colt si sedette e pazientemente mi aspettò mentre la commessa posava i suoi vestiti e mi osservava.

Troppo lungo, troppo largo, troppo corto, nessuno andava bene tranne tre. Solo tre piacevano a Colt, mentre il mio preferito era stato scartato poiché definito "troppo santarellina".
Provai il preferito di Colt per ultimo. Stretto, grigio e sbrilluccicoso, con una profonda scollatura sulla schiena e piccola sul davanti.
«Colt non mi sentirò a mio agio.» mi lamentai guardandomi allo specchio.
«Ci penserà l'alcool a farti sentire a tuo agio.» poggiò i gomiti sulle ginocchia e mi fissò.
«Non ne sono convinta, magari torniamo e-»
«Te lo scordi, questo vestito simboleggia la nostra amicizia.»
«È troppo...» dissi sbuffando.
«Secondo me stai benissimo e poi andrai in un locale, ci saranno persone con vestiti ancora più corti e stretti.» disse la commessa che ormai era entrata a conoscenza della nostra situazione.
«Ecco, ha ragione lei.» disse Colt «E poi pensa come rosicheranno le nostre amiche.» rise.
«Lo indosserai una sola volta.» disse la commessa.
«Jean mi ucciderà.» mi guardai.
«Non ci interessa, ora cambiati che ho fame.» mi spinse in camerino e chiuse la tenda.

Alla fine fu Colt a pagare il vestito, mi disse che era un regalo di Natale in ritardo e che quindi ero obbligata a metterlo.

Stavamo per tornare a casa quando vedemmo un auto familiare, l'auto di Eren. Ma non era uscito a piedi?
Era parcheggiata vicino al parco e la portiera del passeggero era aperta.
«Magari ha dato un passaggio ad Armin.» fece spallucce Colt.
«O magari a quella stronza.» dissi appena vidi scendere Mina dalla sua auto.

Cosa ci faceva con lui? Non avevano chiuso?

La gelosia e la rabbia si impossessarono di me. Appena Mina scese la macchina ripartì a tutta velocità.

«Sta tranquilla, non avranno fatto niente.» disse con tranquillità mentre apriva la sua macchina.
«Certo, magari sono andati pure a letto insieme.» mi buttai sul sedile ed afferrai con forza la cintura.
«Non penso.» mi guardò «E poi con quel vestito ci finirai tu sul suo letto.» sdrammatizzò facendomi arrossire.
«Come se io andassi a letto con il primo che passa.» guardai fuori dal finestrino.
«Non è il primo che passa e poi sarebbe un ottimo modo per iniziare l'anno.» fece un sorrisino e mise in moto.
«Non ci andrò a letto punto e basta.»
«Hai solo paura del serpente, ma credo che dovresti averla superata da un po'.» rise.
Ma questa conversazione stava avvenendo realmente? Anche se potevo definirlo il mio migliore amico ero lo stesso imbarazzata, non erano cose delle quali ne parlavo apertamente.
«Aspetta, ma tu hai..»
«Non dire quella parola!» urlai facendolo ridere.
«Non ci credo!» disse incredulo sbattendo le mani sul volante «Ma tu sei stata fidanzata e anche per parecchio tempo!» mi guardò per un secondo «Come hai fatto a non volere di più?»
«Ma che ne posso sapere.» feci spallucce e pensai a qualche argomento diverso di cui parlare.
«Li hai sempre rifiutati ecco perché!»
«Colt ti prego parliamo d'altro, non è una cosa importante.» dissi quasi piagnucolando.
«Mi piace vederti imbarazzata.» rise.
«Sei un cretino.»
«Ecco perché scappano gli uomini.» rise.
«Appena ne fai parola sei morto.» dissi.
«Ora farò dei volantini e li distribuirò in giro.» ironizzò.

«Ti fermi a cena da noi?» gli chiesi dato che eravamo arrivati a casa mia.
«Muoviti.» disse scendendo dalla macchina.

Mia madre appena vide Colt si scusò per non aver preparato qualcosa di meglio, come al solito. Jean non era tornato per cena e non me ne stupii affatto.
"Chissà se è a casa di Mikasa." pensai.

Dopo cena andammo in camera mia a guardare un film. Prima di iniziare misi il pigiama e mi struccai, solita tenuta da casa insieme alla coda improvvisata. Avevamo scelto una commedia, "21 jump street" e le risate non mancarono.
Ci mettemmo sotto le coperte per non sentire freddo e mi poggiai a lui.
«Hai sentito?» disse ad un tratto.
«Cosa?» sbadigliai.
La finestra si aprì ed entrò un Eren incredulo insieme ad una ventata di freddo. Chiuse subito la finestra.
«Che ci fai qui?» chiese a Colt con un tono quasi furioso.
Colt uscì dal letto e lo fissò e poi guardò me «Lui entra in camera tua così?» chiese divertito e malizioso.
«Aspetto una risposta.» il tono di Eren era duro.
«Stavamo solo guardando un film.» mi misi seduta «E io mi stavo addormentando.»
«E io me ne stavo andando.» continuò Colt.
«Scusate se vi ho interrotti.» disse brusco Eren e fece per aprire la finestra.
Scesi dal letto e gli afferrai un braccio «Te ne vai così?» chiesi quasi offesa. Volevo che rimanesse, nonostante l'avessi visto con quella stronza.
«Sono di troppo qui.» si liberò dalla mia presa «E pensavo di potermi fidare.» guardò Colt. Ma che gli prendeva?
«Ancora con questa storia?» si lamentò Colt.

Ma di cosa stavano parlando? Come al solito non capivo niente.

«Sta zitto, "amico".» disse l'ultima parola tra virgolette. «Sai che puoi fidarti.» disse Colt.
«Potevo.» mi guardò «Buona continuazione.» fece per andarsene dinuovo.
«Sai che con lei non farei mai niente.» Eren si voltò a guardarlo e la tensione sul suo viso si sciolse e Colt rise. Ormai non capivo più niente di quello che si stavano dicendo.
«Buona notte ragazzi.» Colt prese le scarpe e salutando con la mano uscì dalla mia camera.
«Voi siete matti, io me ne torno a letto.» dissi rimettendomi sotto le coperte.
«Vengo anch'io.» Eren lanciò le scarpe e si buttò su di me.
«Eren soffoco.» risi.
«Ora sai cosa si prova quando ti addormenti su di me.» rise e sentii il suo petto muoversi. Quando si sollevò sulle braccia mi girai e lo guardai.
«Poi mi spieghi questa scenata del "io potevo fidarmi".» lo imitai.
«Mi ha dato fastidio.» disse serio.
«Anche a me da fastidio quando esci con Mina.« dissi fredda spostandomi e mettendomi seduta.
«Come lo sai?»
«Vi ho visti. Com'è bello mentire eh?»
«Voleva parlarmi.» mi prese la mano ma la spostai. «T/n-»
«Come le altre volte.»
Si mise su di me e come al solito ero bloccata da lui.
«No, ho parlato e basta te lo posso assicurare.» i suoi occhi emanavano sincerità, potevo fidarmi? «E poi cosa c'è, sei gelosa?» sorrise e si avvicinò.
«No.» mentii sorridendo.
Provai a tirarmi indietro, ma ero sdraiata sul letto, ero bloccata. I suoi occhi verdi erano ipnotici, stavo impazzendo.
«Oh si, e la odi pure tanto.» rise ancora.
«Sei tu quello che stava uccidendo Colt.» gli misi una mano sulla guancia.
«Ma sta zitta.» disse e si avvicinò a me. Stava succedendo di nuovo e questa volta non me lo sarei fatta sfuggire.
«Oh andiamo!» Jean si lamentò e Eren si spostò.
Mi morsi un labbro, ma perché qualcuno doveva sempre interromperci?
«Che c'è?» sbottai.
«Volevo vedere se dormivi, ma a quanto pare sei più che sveglia.» rise «Almeno chiudetevi la porta.»
«Ma quanto sei simpatico?» gli dissi acidamente.
«Si, buona notte.» Eren gli chiuse la porta in faccia.

Mi addormentai tra le sue braccia, con un fuoco dentro pieno di felicità.

[1432 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

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Il prossimo che si è candidato per essere bruciato è Jean!
Non mi aspettavo che aumentassero così tanto le persone che vogliono diventare polli arrosto :).

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora