Hidden truths

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Mi costrinsi ad uscire da quella stanza trascinandomi oltre la porta. 

Non avrei voluto lasciarla ma non avevo scelta, non ero il benvenuto dalla famiglia di Liz e non potevo rischiare di farmi trovare al suo capezzale.

Chiusi lentamente la porta cercando di ritardare il più possibile la nostra separazione e quando mi voltai mi sembrò di percepire il mio cuore che chiedeva aiuto.

Due occhi che conoscevo benissimo mi stavano fissando, ma questa volta non vidi disprezzo e rabbia. 

Quegli stessi occhi che l'ultima volta mi avevano chiesto di sparire adesso erano colmi di lacrime.

Sentii due braccia avvolgermi e stringermi, come una richiesta che accolsi rispondendo all'abbraccio.

La madre di Liz stava piangendo tra le mie braccia ed io non avevo il coraggio di proferire parola.

Quando sciolse l'abbraccio mi guardò e senza darmi il tempo di fare qualsiasi cosa parlò.

" Non muoverti, aspettami qui!" - ordinò sparendo nella stanza di Liz.

Mentre aspettavo mi accorsi della presenza di un'altra persona. 

"Cosa ci fai qui?" - chiesi a una delle mie guardie del corpo.

"Namjoon mi ha chiesto di non perderti mai di vista!" - rispose.

Sorrisi a quelle parole. Nonostante non fosse sempre d'accordo con le nostre scelte Namjoon trovava sempre il modo di prendersi cura di noi.

"Quando torneremo verso l'hotel dovrei parlarti di una cosa importante." - sussurrò prima che la madre di Liz uscisse.

Venne verso di me e mi porse quello che sembrava un quaderno.

"So che le parole non saranno sufficienti ma volevo chiederti scusa per come mi sono comportata l'ultima volta. Pensavo che mia figlia avesse esagerato, che avesse mitizzato la vostra storia. Ma dopo aver ascoltato le tue parole non posso che ricredermi. Lei ti voleva nella sua vita...ti vuole nella sua vita. Qui leggerai con i tuoi occhi quello che rappresenti per Liz, quanto tu sia importante per lei."

Strinsi quelle pagine e la salutai con la promessa che sarei tornato non appena ne avessi avuto la possibilità.

Salii in macchina e senza neppure guardare quel quaderno che morivo dalla voglia di leggere mi rivolsi all'autista.

"Parla!" - sentenziai.

"Non è così semplice. Sono stato tentato di venire da te più e più volte ma non ne ho mai trovato il coraggio, ma dopo aver ascoltato le tue parole ed aver saputo quello che era successo a Liz...di nuovo, ho capito che non potevo più restare in silenzio."

Alle sue parole raggelai.

"Cosa intendi con di nuovo?" - chiesi tremando.

" Io" - balbettò - " Io ero lì quella sera."

"Quella sera?" - non riuscì a dire altro se non ripetere le sue ultime parole.

"La sera in cui Chung - Ho ha.." - lo bloccai.

"So quello che è successo non serve dirlo!" - urlai - "Continua!"

"Quella sera eravamo andati all'hotel pensando di poter parlare con te ma abbiamo trovato Liz. Chung Ho era stato licenziato e dava la colpa a te...a voi. Era ubriaco e fuori di se. Quando abbiamo capito che le cose stavano degenerando io e il mio collega abbiamo provato a fermarlo, ma ci ha sbattuti tutti fuori dalla stanza. Potevamo sentire Liz ma non potevamo fare nulla. Eravamo chiusi fuori...."

Mi prudevano le mani, più quell'uomo parlava più stringevo i pugni fino a sentire quasi sanguinare i palmi. 

Avrei avuto tante cose da dire ma rimasi in silenzio e continuai ad ascoltarlo.

" Niente potrà mai giustificare le azioni di Chung Ho ma.." - Fermò la corsa accostando in un luogo appartato. 

" Ma cosa?"

"È arrivato il momento di confessare com'è andata realmente. Tutte quelle foto che hanno fatto il giro del web...sono stato io a scattarle."

In quel momento non capii più nulla. Scesi dalla macchina e obbligai anche all'uomo di seguirmi.

Non appena vidi i suoi piedi fuori dall'abitacolo e incrociai il suo sguardo persi completamente lucidità.

Lo afferrai per il colletto sbattendolo violentemente sulla carrozzeria.

"Cos'hai detto?" - dissi con un tono quasi irriconoscibile.

"Sono stato avvicinato da una ragazza, apparentemente ricca e mi ha offerto molti soldi per avere delle tue foto. Inizialmente erano solo foto mentre eri alle prove o insieme agli altri ma non erano il tipo di foto che le interessavano. Forse non lo ricorderai ma il giorno dell'arrivo di Liz a New York ero io di servizio per la sicurezza. Pensavo si trattasse di una semplice scappatella o, forse, non avevo riflettuto abbastanza ma da quel giorno ho iniziato scattare foto di voi due insieme o separati. Più foto inviavo e più mi pagavano per averne altre."

"Mi stai dicendo che tutto quello che abbiamo passato io e Liz è successo solo per soldi? Liz è in cazzo di letto di ospedale e non so nemmeno se mai si risveglierà solo perchè volevi una macchina nuova o farti una vacanza di lusso? Hai venduto le foto a una sasaeng, le persone da cui dovresti proteggerci."-  sbraitai continuando a scuoterlo contro la macchina.

"Non volevo accadesse tutto questo. Lo giuro! Se solo avessi immaginato la verità non vi avrei mai esposti. Quando in agenzia si è saputo che ogni volta che incontravi Liz c'era Chung Ho di servizio hanno deciso di licenziarlo. Dopo quella sera decisi di tirarmene fuori. Distrussi tutte le ultime foto che avevo e tagliai ogni contatto con quella donna. Non potevo immaginare che ormai si fosse messo in moto un ciclo di distruttivo che ci avrebbe portati a questo punto!" - concluse cadendo in ginocchio ai miei piedi.

"Chung Ho era ubriaco come avete potuto lasciarlo con la mia Liz? Perchè non avete chiesto aiuto? Perchè avete lasciato che accadesse?" 

Mi aveva raccontato come fossero andate le cose, eppure la mia mente era tornata quella notte, quella maledetta notte. Avrei voluto lasciarlo lì ma non ero lucido per poter guidare. 

"Torniamo in hotel. E questa volta racconterai di nuovo tutto a Seijin."

Non era più necessario che restasse tutto nascosto, avevo bisogno che l'agenzia mi aiutasse, volevo chiudere questa storia una volta per tutte e dovevano pagare per quello che era successo a Liz. Tutto quello che abbiamo dovuto subire, tutta la sofferenza che ha dovuto provare a causa dell'avidità di una persona e la follia dell'altra. Era stata vittima del mio mondo. Di questo mondo malato dove tutti cercano di approfittare degli altri senza scrupoli. 

Per tutto il tragitto nessuno proferì parola, l'unica cosa che riuscivo a fare era stringere il quaderno di Liz impaziente di perdermi nelle sue parole.

Scendemmo dall'auto e appena entrati in hotel lo condussi da Seijin. Bussai con rabbia contro la porta e quando il nostro manager aprì mi guardò interdetto.

Spinsi la mia guardia del corpo all'interno della stanza con tanta violenza da buttarlo a terra.

"Taehyung che succede? Dove sei stato?" - mi chiese.

"Dove sono stato non ha importanza, ma quello che quest'uomo ha da dirti lo è. Ascolta tutto con attenzione perchè ho bisogno del tuo aiuto. Da solo non ce la faccio" - dissi tra le lacrime.

Lasciai i due da soli e corsi verso la mia camera.

Mi chiusi la porta alle spalle e seguì la sua superficie con la schiena fino ad arrivare a terra.

Adesso che sapevo la verità non mi sentivo più leggero.

Pensare a Liz in ospedale, al suo sguardo pieno di tristezza quando fui costretto a lasciarla, al suo viso terrorizzato quando la trovai a terra la notte di capodanno, ripercorsi ogni istante della nostra breve relazione e non riuscivo a togliermi dal cuore il senso di colpa. 

Avvicinai quelle pagine al petto e raccogliendo un briciolo di coraggio iniziai a sfogliarle.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 28, 2021 ⏰

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