Why?

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La mattina seguente mi svegliai con gli occhi che bruciavano e la gola in fiamme. Avevo pianto così tanto che facevo fatica ad emettere anche il minimo suono.

Sbirciai l'ora sul telefono e mi resi conto che dovevamo andare in aeroporto se volevamo tornare in tempo per gli impegni di Tae.

Mi preparai e dopo aver trovato il coraggio necessario scesi le scale.

Trovai Tae già pronto per andar via che aspettava fuori dalla porta.

Infilai la giacca e lo raggiunsi vicino alla macchina che probabilmente aveva chiamato mentre dormivo.

Nessuno dei due trovò il coraggio di guardare l'altro.

L'autista prese le nostre cose e le posizionò nel bagagliaio invitandoci a prendere posto nella vettura riscaldata.

A differenza della prima volta Tae non fu al mio fianco ma si sistemò sul sedile di fianco all'autista.

Dovevo essere io quella arrabbiata eppure lui si comportava come se avessi fatto qualcosa di male.

Quando arrivammo all'aeroporto mi ritrovai a dover rincorrere Tae fino alla fila per i controlli.

Non mi guardava, non mi parlava era come se non ci fossi.

Solo quando la signora addetta al controllo documenti chiese gentilmente di rimuovere occhiali e mascherina notai gli occhi rossi e gonfi di Tae.

Mi domandai se fosse per quello che era successo la notte precedente o semplicemente causa dell'alcol.

Venni ridestata dai miei pensieri dalla signora che mi invitava ad avvicinarmi per controllare il passaporto.

Una volta sbrigate tutte le pratiche necessarie ci accompagnarono al nostro aereo e ci informarono che saremmo partiti a breve.

Come immaginavo Tae scelse il posto in fondo non appena mi vide posare la borsa nei posti vicini all'ingresso.

Non riuscivo a capire ma me ne feci una ragione.

Sistemai le mie cose e mi accomodai. Ero tentata di prendere una delle pasticche che mi aveva dato la mia amica per riposare e non dover sopportare questa strana situazione ma pensai che magari durante il viaggio qualcosa sarebbe cambiato.

Così riposi il flacone nella borsa e sperai andasse tutto per il meglio.

Purtroppo non mi ero mai sbagliata così tanto, le ore passavano e Tae non si era mai alzato dal suo posto.

Mi alzai per sgranchirmi un po' e mi avvicinai alla hostess per scambiare due parole.

"Le occorre qualcosa signorina?"

"No, no volevo solo alzarmi un attimo. Ho le gambe intorpidite!" - risposi con una voce più roca di quello che pensassi.

"Posso prepararle qualcosa per la gola? A quanto pare ha preso freddo!" - chiese gentilmente.

Quanto avrei voluto fosse stato davvero così.

"Sicuramente!" - mentii.

"Le prepara un tè caldo con zenzero e limone. Le assicuro che fa miracoli."

Così dicendo sparì nella zona ristoro per tornare poco dopo con una tazza fumante e dei biscottini su un bel vassoio.

Sistemò tutto sul tavolino e mi sorrise.

"Non lo faccia freddare, funziona solo se bevuto caldo. Poi le consiglio di riposare un po', il viaggio verso Seoul è ancora lungo!"

"La ringrazio...aspetti un attimo. Ha detto Seoul?"

Winter Bear - Last/FirstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora