🍹Capitolo 21

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Sollevo la testa verso il cielo che oggi è privo di nuvole. Il sole si trova nel suo punto più alto e ho da poco congedato i miei amici in stazione. Carlotta è in un tram che la sta riportando a casa mentre io sto per raggiungere l'artista più affascinanti che abbia mai incontrato. Osservo il Mi Band che ho al polso. I battiti del mio cuore sono accelerati e il termometro segna 26°. Mi sistemo meglio gli occhiali da sole sul naso per poi abbassarmi la corta gonna dello stesso tubino turchese che ho portato quella sera in discoteca. Una richiesta di Alessio scritta nel messaggio mandatomi due ore fa. C'erano anche altre indicazioni quali l'ora dell'incontro e il luogo.

Arrivata a Piazza Duomo, gli scrivo un messaggio e comincio a cercare un paio di iridi azzurre in mezzo alla marea di milanesi e turisti stipati di fronte alla Cattedrale. I nostri sguardi si incrociano poco dopo e ci salutiamo con le braccia alzate.

Andando da lui mi accorgo che sta indossando una maglia casual dalle tonalità scure e sulle spalle porta un grande zaino. Una volta vicini, ci regaliamo un sorriso amichevole.

«Sei pronta per vedere il tuo volto in un dipinto?».

«Sì e ti confesso che ho aspettative molto alte».

«Non ti deluderò».

«Andiamo a scoprirlo».

Ci spostiamo nella zona sul retro del Duomo dove Alessio estrae lo smartphone per mostrare i QR code al bigliettaio che ci consente di salire sui terrazzamenti tramite ascensore dopo essersi accertato che nello zaino di Alessio ci fossero solo gli strumenti da pittore come lui aveva segnalato telefonicamente durante la prenotazione.

«Sei mai salita sui terrazzamenti?» mi chiede.

Annuisco. «Carlotta e io ci siamo salite appena mi sono trasferita qui. Ricordo che ha insistito così tanto perché ci salissimo. Ha voluto persino pagarmi lei il biglietto perché desiderava sorprendermi. Ho assistito a uno dei tramonti più belli della mia vita. Tu, invece?».

«Me le ha fatte scoprire Riccardo. Ci siamo saliti una sera di settembre. Lui c'era già stato altre volte. È stata una bellissima esperienza. Ora che ci penso io e Ricky abbiamo fatto molte cose assieme prima che me ne tornassi a Parigi».

«Posso farti una domanda? Perché hai scelto proprio questo luogo come sfondo per il dipinto?».

«Perché tutto torna».

Corrugo la fronte, incuriosita. «Che vuoi dire?».

«Se mia madre non fosse stata male probabilmente non sarei rimasto per così tanto tempo a Milano e non avrei mai incontrato quella ragazza che poi mi ha fatto conoscere Riccardo. E se non fossi mai diventato amico di Riccardo non avrei mai conosciuto te. Il Duomo è il simbolo di Milano. Dove tutto è cominciato».

Sono così colpita dalle sue parole che non so cosa dire.

Saliamo fino alla terrazza più alta della Cattedrale.

Qui troviamo una decina di persone, senza contare quelle che arriveranno dopo di noi, ma bastano a farmi salire la giusta ansia per impedirmi di avere i muscoli totalmente rilassati. Nell'esatto momento in cui Alessio estrae dallo zaino un mini cavalletto e una tela le cui dimensioni sono quelle di un A4, inizio a realizzare che a momenti poserò per un pittore conosciuto solo pochi giorni fa e che sarò accerchiata da perfetti sconosciuti. Sarà inevitabile, mi osserveranno da capo a piedi.

Alessio finisce di allestire la sua postazione da pittore, si appollaia sopra uno sgabellino di plastica pieghevole all'apparenza scomodo che era agganciato allo zaino grazie a un moschettone e mi dice di posizionarmi di fronte a lui.

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora