🍹Capitolo 41

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Ordino a Lorenzo di spostarsi immediatamente. Lui però non ascolta e appoggia il mento sulla mia spalla. Avvicina infine la sua bocca al mio orecchio e ne sfiora il lobo con la punta del naso. Sono ancora sensibile al suo tocco. Tant'è vero che chiudo gli occhi e trattengo il fiato.

«Ripensi mai alle nostre fughe in collina? Nessuno intorno e il venticello fresco che ci accarezzava la pelle accaldata dopo aver scopato sull'erba» mentre mormora queste parole, indirizza le mani all'altezza del mio bacino.

Solleva appena la maglia e infila i pollici oltre il bordo degli shorts. La successione di questi gesti mi riporta sul Ponte Vecchio. Sulle palpebre rivedo come in un film in bianco e nero il corpo di Riccardo dietro di me, la sua mano nella tasca e il respiro caldo sulla spalla.

É lui che voglio.

Questa certezza aumenta fino a deflagrare.

Spalanco le palpebre. «Ti devi levare dal cazzo». Lo spingo all'indietro e mi giro per guardarlo in faccia.

«Venny... Feroce e istintiva. Ora sì che ti riconosco».

«Tu e Venny fate parte di un passato che non ho intenzione di rivivere». Prendo la ciotola con i biscotti. «E non osare parlare a me di amore. In tutto questo tempo non hai ancora imparato il suo vero significato».

Cammino verso l'uscita della cucina. Prima di raggiungere la porta però, Lorenzo mi agguanta nel tentativo di farmi indietreggiare. Un movimento talmente imprevedibile da farmi scivolare la ciotola dalle mani. L'oggetto precipita di conseguenza sul pavimento e i frollini finiscono per sgretolarsi quasi tutti.

«State bene?!» grida mamma dal soggiorno.

«Sì, benissimo» mi limito a rispondere, inginocchiandomi per raccogliere i biscotti da terra.

Lore si abbassa, ma invece di collaborare mi ammanetta gli avambracci con le mani.

«Ho cercato di mettermi in contatto con te ogni giorno dopo quella volta».

«E io ti ho bloccato dappertutto, impedendo persino ai miei amici di raccontarmi cose sul tuo conto. Hai decretato la fine della nostra relazione, ricordatelo. La colpa è tua. E anche se mi avessi implorato in lacrime di tornare con te non l'avrei fatto. Ho perdonato troppe delle tue stronzate. Scoparti mia cugina è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

Lorenzo mi libera le braccia per racchiudermi il viso fra le mani. «Non sono più il Lore di una volta. Possiamo riprovarci». Avvicina la sua bocca alla mia. «Potremmo essere di nuovo felici».

Io lo sono già.

«Serve una mano?» irrompe Riccardo.

Mi volto a guardarlo. È fermo all'uscio con i tuoni negli occhi.

Lore si alza di scatto e a grandi falcate torna in salotto senza incrociare lo sguardo di Ricky che nel frattempo ha puntato me con aria furiosa.

«Aiutami a sistemare» dico.

«No se prima non mi dici chi cazzo è quello lì e perché stava per baciarti».

Torno in posizione eretta. «Pensi che glielo avrei permesso? Non ti fidi di me?».

«Non lo so» sbuffa. «Sto cercando di mantenere la calma adesso».

«N-non lo sai?».

«Dimmi chi è?» chiede nervoso, tornando sull'argomento precedente.

«Il mio ex».

«Il tuo... Grandioso» sbotta, sfregandosi il lato del collo con la mano. «Una meravigliosa riunioncina di famiglia. Me lo sentivo stamattina che qualcosa sarebbe andato storto».

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora