🍹Capitolo 20🔞

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Giro leggermente la testa per guardare l'ingresso della stanza insonorizzata dalla quale Alessio deve ancora uscire. «Ammetto che è un uomo particolarmente attraente, sì». Torno a guardare le mie amiche. «Talmente irresistibile che avete sbavato come due San Bernardo quando si è pettinato i capelli con le dita».

«Non puoi paragonare le due cose. Cristo, quando neghi l'evidenza mi fai proprio incazzare». Lotti sbuffa e si allontana da noi per rimirare un dipinto del quale non le importa nulla.

Ginger rotea gli occhi al cielo e mi dà un colpetto sul braccio. «Continuiamo il giro».

Mezz'ora dopo il tour della mostra giunge al termine. Usciamo dal palazzo per unirci a Lele, Cris, Retis e Jonny. Trascorreremo il pranzo in un localino poco distante dal castello Sforzesco. Lí gli uomini ci raccontano della loro mattinata all'insegna dello sport.

«Quindi avete sprecato quattro ore della vostra vita alla Decathlon per comprare articoli sportivi?» chiede Ginger al marito.

«Punto primo: non siamo andati solo lì ma abbiamo girato diversi negozi. Punto secondo: non lo chiamerei spreco, piuttosto... investimento sul proprio benessere» risponde Lele intelligentemente.

«Scarpe nuove da corsa, maglie e canotte traspiranti per la palestra e oggetti vari per le gite fuori porta» elenca Retis.

«Io ho preso le pinne nuove per quando andremo in vacanza ed ero quasi tentato di acquistare uno stand up paddle gonfiabile. Penso proprio che lo prenderò al mio ritorno a Firenze» espone Jonny.

«Quello sì che sarebbe bello prenderci tutti» interviene Retis.

«Intendi quella specie di tavola da surf dove devi stare in piedi a remare con una pagaia?» chiedo.

«Bingo!» esclama Jonny.

«In effetti sarebbe figo averle per quando andremo in Croazia» aggiunge Carlotta.

«Io vi aspetto in riva» s'intromette la poco temeraria Ginger scacciando via l'entusiasmo che era venuto a crearsi attorno al nostro tavolo.

«Perché? Sarà divertente».

«Non lo metto in dubbio, Cris. Però divertitevi senza di me. Mica mi offendo. Anche perché sarò al terzo mese di gravidanza e non è il caso di stressare il piccolo con attività così intense».

«Sono solo scuse. Lo sappiamo che non lo avresti fatto comunque» accusa Lele in tono dispiaciuto.

«Sei una cazzo di fifona e lo abbiamo accettato molti anni fa» termina Cris.

Scoppiamo tutti in una risata. Eccetto Ginger che afferra il bicchiere e butta giù il tè al limone che si è da poco versata. È leggermente ipocondriaca e parlare delle sue fobie può diventare un buon argomento di conversazione. Come quando prendono in giro me per il ritardo, Lotti per la cura maniacale che ha verso i suoi dreadlocks, Retis per la cartella protetta da password con selfie di sé stesso che tiene nel cellulare, Jonny per l'ossessione di aumentare i suoi muscoli, Cris per i suoi calzini indecorosi e Lele per l'ordine compulsivo. Ognuno di noi porta in spalla la sua croce e ci divertiamo molto a sbeffeggiarci reciprocamente con affetto.

I miei amici stanno gustando i loro desserts quando estraggo il cellulare per scrivere a Tommy un messaggio. Lo informo che sono stata alla mostra di Alessio, il quale mi ha riferito di essere passato alla Fash ieri per salutarci. Termino il messaggio dicendogli che Riccardo deve essersi dimenticato di riferircelo a causa di tutti i pensieri che occupano la sua testa negli ultimi giorni.

Passano dieci minuti e Thomas risponde con lo screenshot del messaggio che il nostro titolare gli ha mandato ieri sera all'ora di cena. Riporta queste testuali parole: Ciao Thomas, scusa se ti disturbo. Oggi Alessio Durand è passato alla Fash alle 17:40 e mi ha detto di salutarti. Più leggo, più corrugo la fronte. Sotto alla foto, Tommy ha scritto "Vedi? A me lo ha detto. Sicura che non l'ha mandato anche a te?".

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora