🍹Capitolo 7

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Alzo lo sguardo e vedendo Amanda avanzare verso la direzione della mia scrivania, le porgo un sorriso esageratamente amichevole.

Lei mi punta il dito contro. «Spegni quel sorrisino, sister. Ho accettato solo per il superalcolico e la musica. Anzi, vado subito a comprarlo».

Mi alzo dalla sedia. «Dopo dimmi quanto ti devo».

Risponde con il gesto del pollice in su ed esce.

Il motivo per cui Riccardo ha affidato a me questo incarico è ancora ignoto. Perché non a Veronica considerato che è la responsabile del progetto? Domanda alla quale non mi so dare una risposta e sulla quale, francamente, non intendo rimuginarci troppo. Giungo nella zona del set e trovo la sagoma in cartone di una tavola da surf in scala 1:1, due grandi foglie di palma in plastica, qualche salvagente gonfiabile e altri accessori che hanno utilizzato per trasformare il set in quella che a tutti gli effetti sembra una spiaggia caraibica.

La sorpresa più grande però è vedere che i manichini dello stilista sono ancora qui. Corrugo la fronte e mi avvicino a uno di essi. Amanda rientra subito dopo e annuncia il suo ritorno. Gli do le spalle.

«Cosa ci fanno quelli ancora qui?» chiede poi.

Mi giro a guardarla. In mano regge una bottiglia di Gin. «Non ne ho idea». Estraggo dunque lo smartphone dalla tasca dei pantaloni e chiamo Riccardo.

«Pronto?».

«Ciao, scusa se ti disturbo. Perché i manichini di Rinaldi sono ancora in azienda?».

«Ah, non te l'ho detto? Lui e la troupe passeranno la notte in delle rooms poco lontani da Piazza Duomo. Voi dovrete posizionare i manichini in fila per domattina, quando verranno a riprenderli».

Amanda impreca in labiale, agitando la bottiglia come una mazza da baseball.

«Okay, ce ne occupiamo noi» taglio corto.

«Grazie, ragazze. Buon lavoro».

Lo congedo e riattacco.

«Questa non basterà a ripagare il mio sacrificio» commenta Amanda, seriamente, indicando la bottiglia.

«Mi spiace».

Stappa la bottiglia e me la porge. «Bevi e potrei perdonarti».

La tengo con entrambe le mani e butto giù un copioso sorso di Gin mentre Mandy aziona la musica.

Iniziamo col spostare i primi elementi scenografici. A ogni spostamento si aggiunge un sorso e a ogni sorso ne consegue un abbassamento dell'attenzione nei confronti di quello che stiamo facendo. Quando tutte le scenografie vengono riposte all'interno del deposito la bottiglia è vuota per metà.

Sento di aver perso il 30% di concentrazione e il 40% di buone intenzioni.

Sistemiamo le centinaia di foto e nel frattempo commentiamo negativamente gli scatti effettuati da Veronica. Noemi sarebbe stata di gran lunga più brava. Un'affermazione condivisa anche da Amanda la quale inizia a istigarmi. Mi sfida a provare qualche abito e posare per lei.

Mi sono sempre permessa di alzare il gomito quando le circostanze lo consentivano senza mai rincasare eccessivamente ubriaca. Non sono nemmeno mai stata male e conosco il limite entro il quale devo rimanere. Com'è accaduto alla villa. Oh no... di nuovo ripenso a quella sera, a quando bramavo ardentemente che Riccardo mi toccasse e a quando ho mentito, rispondendogli che non lo desideravo abbastanza da cedere alle sue provocazioni.

Quei pensieri, che credevo aver eliminato dalla memoria, mi fanno scattare qualcosa dentro. È come se qualcuno avesse premuto il pulsante rosso della detonazione. La razionalità esplode, si frantuma e scompare. Strappo perciò dalle mani di Amanda la bottiglia dalla quale stava bevendo e ingoio così tanto alcol che le tempie iniziano a pulsarmi violentemente. Riconsegno il Gin alla mia collega e mi spoglio. Tolgo poi dal manichino uno degli abiti e lo indosso con menefreghismo. Amanda si compiace nell'osservarmi con addosso quel capo.

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora