🍹Capitolo 28

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Prendo coraggio e inalo una grossa quantità d'aria prima di parlare.

«Tu non sei un eroe...»

«Sì, questo l'hai già detto» mi sovrasta con tono nervoso.

«Per favore, lasciami finire».

Riccardo, ancora di spalle, piega lievemente la testa verso destra. È il segno che posso proseguire.

«Non siamo principe e principessa, ma nel momento in cui uscirai da questo edificio io perderò l'unica persona che mi fa sentire al sicuro» la voce trema, uscendo esitante dalle labbra. «Poco prima che il quadro venisse svelato hai voluto rasserenarmi. Ora mi serve quella stessa sicurezza per tornare nella fossa dei leoni e proseguire la serata».

Lui non reagisce.

Probabilmente starà pensando che sono un egoista del cazzo. Che cerco il suo affetto solo per bisogno.

«Non la troverò in nessun altro posto se non fra le tue braccia» aggiungo.

Ti prego, dì qualcosa. Mandami anche a fanculo però parlami.

Nulla.

Questo silenzio mi ferisce i timpani e mi sento annegare, immersa in un'infinita attesa che profuma di Chanel N.5 e Acqua di Parma.

«Abbracciami, Ricky» dico per l'ultima volta.

All'udire di questo nomignolo si gira, scatta verso di me e mi chiude in un abbraccio capace di fermare il tempo. La sua presa è forza impetuosa e il suo tocco tenerezza purissima. L'intenso contatto dei nostri corpi spezza ogni mio malessere, portandomi a serrare le braccia attorno al suo collo come mai mi ero permessa di fare prima d'ora.

«Credevo non lo avresti più fatto».

«Abbracciarti? Farei qualsiasi cosa pur di vederti felice».

Il suo respiro mi sfiora il lato del collo e mi stringe maggiormente, accarezzandomi la schiena.

Sotto questo cielo stellato, anche le nostre coscienze sono strette l'una all'altra.

«Grazie».

«Ti conviene dirmi che hai trovato la sicurezza che cercavi. Se prolungo l'abbraccio rischio di trasformare il mio aiuto in qualcosa che potrebbe rovinare questo momento. E ho giurato che non lo avrei rifatto».

«Una promessa è una promessa». Mi stacco da lui a malincuore.

«Ora puoi tornare dai leoni».

«Sì».

«Vorrei chiederti di venire con me, ma so che rifiuteresti».

«Ti prenderesti la briga di riaccompagnarmi a casa?».

«Ma certamente».

Seguirlo o restare?

«Io...»

«Ecco dove vi eravate cacciati!» lo squittio di Ludovica mi uccide le parole sul nascere.

Cacciati? Avevo avvisato Alessio che sarei salita.

Ludo ci avvisa subito dopo che fra pochi secondi l'artista esporrà il suo discorso. Riccardo però indietreggia, infilandosi le mani nelle tasche, dicendole che tornerà a casa.

«Cosa? Te ne vai già? Non rimani ad ascoltare Alessio?».

«Grazie, ma domani ho una riunione alla quale non posso proprio mancare». Poi mi guarda. «Tu cosa vuoi fare?».

Ludovica mi serra l'avambraccio con la mano. «Oh, ehi, sei la musa di Alessio» riferisce immediatamente, impedendo ogni mio possibile ragionamento. «Andartene prima che la festa sia finita è escluso. Non puoi fargli questo, tu devi restare».

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora