🍹Capitolo 31🔞🔞

911 58 81
                                    

Riccardo si tocca i capelli.

«Sei qui e questo porta il dolore in secondo piano».

«Alla fine sei riuscito a diventare il principe che soccorre la principessa».  Il mio sguardo si rabbuia subito dopo e indico il gesso. «È colpa mia».

«Questo non lo devi dire».

«Ma è la verità. Il tuo dolore l'ho generato io. Se solo ripenso a quella maledetta bottiglia di Jack Daniel's...»

«Non tutto il malessere che sto accusando ultimamente è collegato a te. Con la tua vicinanza ad Alessio sentivo che ti stavo perdendo irreversibilmente e mi sono avvicinato all'alcol per alleviare il dolore, è vero. Comprare quella bottiglia però è stata una decisione che ho preso di mia volontà. Come è stata una mia idea assecondare le attenzioni di Veronica solo per farti ingelosire. E come è stata una mia scelta rivelarti ciò che provo a casa di Francesco. Se ho imparato una cosa da mio padre prima che morisse è che gli errori possono essere gravi o lievi, ma nascono tutti da una volontà propria». Prende fiato e sembra turbato da qualcosa che lui stesso sta pensando. «Ti devo delle scuse. Quella sera mi sono comportato allo stesso modo di Alessio. Il fatto è che passare del tempo con te in solitudine al solarium è stata la parte più bella dell'intera giornata. A cena, quando ti ho guardata accavallare le gambe poi... mi sono sentito attratto da te a un livello esagerato. Era da mesi che portavo dentro in silenzio il mio interesse nei tuoi confronti, così ho colto l'occasione. Spinto dal fervore della passione però mi sono approcciato in modo prepotente, ottenendo da parte tua solo un comprensibile distacco. Sono stato un coglione, mi sono giocato l'unica possibilità che avevo».

Anche se alcune di queste rivelazioni non sono nuove alle mie orecchie, sentirle dire da lui vis a vis fa tutto un altro effetto. Ed è piacevole.

«Tu non sei un coglione e ti assicuro che non sei nemmeno come Alessio».

«Vorrei fosse vero. Non si può costringere una persona ad amarne un'altra. Anche se ti accorgi che in lei c'è lo stesso luccichio che illumina i tuoi occhi quando la guardi di sfuggita dalla stampante mentre è seduta in quella scrivania che è un accampamento di scartoffie e post-it. Puoi solo attendere e aggrapparti alla speranza che un giorno o l'altro anche lei capisca che senza di te le sue giornate sono incolori». Espira e prende a guardarmi con i suoi occhi incisivi, dimora della riservatezza e strumento di dolcezza. «Negli attimi in cui mi stavano ingessando il braccio ho promesso a me stesso che non avrei più avuto filtri con te. Quindi so che è notte fonda e che probabilmente starai pensando "avrei fatto meglio a tornare a casa" ma ti chiedo di ascoltare ciò che ho da dire». Mi prende una mano nella sua. I timbri a forma di stella che abbiamo sul dorso sono ancora abbastanza visibili nonostante la doccia. «Una sera di tre settimane fa, ero a cena con amici. Tra un discorso e l'altro ci siamo chiesti reciprocamente cosa fosse per noi la felicità. Ricordo che la mia risposta ha suscitato parecchio sgomento perché nessuno di loro si aspettava che la mia felicità fosse strettamente collegata a un nome. Il tuo. Averti nella mia vita al di fuori dalla Fash significherebbe raggiungere il culmine della mia felicità...» abbassa la testa per risollevarla pochi secondi dopo. «Perché ti amo, ma sono il tuo capo e so quanto questo ti mette in soggezione» confessa apertamente.

Il cuore mi percuote nel petto e una vampata di calore sale ad incendiarmi il viso. Questa volta non distoglierò lo sguardo e non camufferò in alcun modo la reazione che le sue parole mi provocano. Riccardo solleva l'arto destro per accogliermi e io mi rannicchio vicino a lui.

Alessio era fiamma della passione esauritasi in un attimo. Lui al contrario è brace scarlatta capace di temprare il mio spirito, fuoco dal crepitio costante che salvaguarda chi ha la fortuna di riscaldarvisi appresso.

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora