🍹 Capitolo 50

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Nei tuoi occhi c'è il cielo più grande che io abbia visto mai
E le tue braccia uno spazio perfetto in cui ci tornerei per sempre

[Ermal Meta - Ragazza Paradiso]


I giornalisti mi accerchiano, impedendomi di razionalizzare le parole pronunciate da Ottavia, e cominciano a pormi domande una di fila all'altra mentre lei ascolta in silenzio.

«Sappiamo che hai dato tu a Riccardo Russo l'idea di organizzare la sfilata. Ti senti soddisfatta di com'è andata?» s'interessa un uomo occhialuto.

«Dire che sono soddisfatta significherebbe minimizzare tutte le emozioni che ho provato quando i modelli sono apparsi in passerella» rispondo.

«Quindi hai lavorato a stretto contatto col tuo titolare oltre l'orario lavorativo. C'è una particolare sintonia» continua un uomo baffuto.

Non mi piace il tono della sua affermazione.

Lancio uno sguardo a Ottavia, la quale tenta di nascondere il sorriso dietro la mano.

«Avevamo un mese per la realizzazione dell'evento, dovevamo sfruttare tutto il tempo a disposizione. Essendo a capo del progetto era quasi doveroso restare in azienda oltre le otto ore».

«Come spiega la reazione di Alessio Durand durante la serata di presentazione del suo ultimo quadro? Siete stati immortalati più di una volta in atteggiamenti affettuosi» domanda un giornalista dalla lunga barba rossa. «E come è stato apprendere la notizia della sua morte?».

Basta, siete peggio di mitragliette.

«Doloroso» rispondo cauta e solo all'ultimo quesito.

«Credi che la sua aggressività sia nata dalla gelosia che provava per il signor Russo? Che rapporto univa te e Alessio?» insiste.

«Ci stavamo conoscendo. Avevamo una bella complicità all'inizio, poi le cose sono cambiate...»

Oltre le spalle di un giornalista, la figura del mio titolare pare essere l'unica salvezza.

Guardami, ti prego guardami, daiii... Sì!

Con gli occhi gli chiedo soccorso; lui congeda i suoi interlocutori e a passo spedito ci raggiunge.

«In che modo sono cambiate?».

«Perdonate l'intromissione, ma sono costretto a rubarvi Venere» interviene Riccardo, prontamente, interrompendo il giornalista baffuto.

Mi allaccia il braccio attorno alla vita e ci allontaniamo.

«Grazie, stavano iniziando ad esagerare» sospiro.

«C'è la mia ex con loro, spero che la cosa non ti dia fastidio. Non immaginavo sarebbe venuta».

«A te da fastidio?».

«Quando l'ho vista mi è preso un colpo, ma finché rimane confinata nel suo ruolo da giornalista va bene. Mi auguro non si sia permessa di farti domande scomode».

Faccio di no con la testa, scegliendo di tralasciare il fatto che abbiamo parlato assieme.

«Tua madre è là da sola. Andiamo da lei?» propone, indicandola.

É vicino alle scale d'ingresso della sala polifunzionale; a farle compagnia un bicchiere di Prosecco e una tartina.

Accetto.

«Ciao, mamma» la saluto poco dopo.

«Buonasera, Ginevra» segue Ricky.

«Ciao. Complimenti a entrambi. Una festa meravigliosa».

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora