🍹 Capitolo 43

440 42 21
                                    

Svoltiamo prima a sinistra, poi a destra e prendiamo via dei Calzaiuoli.

«Retis mi piace».

«Ne sono felice. Ha ancora molto da imparare, ma sa il fatto suo».

Continuiamo poi su via Martelli.

«Insieme a lui potrebbe partecipare anche tua madre all'evento. Mi farebbe piacere avere un'altra occasione con lei».

«Sei deciso a fare bella figura».

«È il minimo dopo stamattina. Chissà cosa penserà di me adesso».

«L'idea di farla salire a Milano era già listata nel mio elenco delle cose da fare, quindi vedrò di cogliere l'occasione e prendere due piccioni con una fava».

Riccardo a questo punto sfila lo smartphone dalla tasca posteriore dei pantaloni. «Hai notizie degli altri? Conoscendo la pigrizia di Melissa usufruiranno sicuramente di un taxi per raggiungere il Mercato Centrale perciò ci metteranno poco ad arrivare».

«Ho mandato un messaggio a Thomas». Controllo il cellulare. Nessuna notifica rilevante. «Deve ancora rispondere».

«Speriamo si siano ricordati di prendere anche i nostri borsoni».

«Mi auguro di sì».

Stamattina sono stata vittima della sveglia di Lentiggini. Già lo avevo previsto, ma pregavo di non sentirla. Sfortunatamente le mie orecchie l'hanno recepita quasi subito. Ho finto di dormire, nonostante Melissa facesse un baccano disumano. Ho protratto questa farsa per oltre quindici minuti; alla fine mi sono alzata. "Stanotte hai per caso sentirlo qualcosa di strano. Tipo... io che parlavo nel sonno?" É stata questa la sua prima preoccupazione quando mi ha visto aprire gli occhi. Ho risposto sinceramente e il suo sguardo ha emanato una tale vergogna che ho contrattato, dicendole che ero riuscita lo stesso a dormire e che quindi non doveva sentirsi troppo in colpa. Dalla sua espressione ho compreso quanto dev'essere mortificante soffrire di simili disturbi, ragion per cui ho preferito giocare la carta Empatia invece di farle pesare l'accaduto.

«E pensare che avevo pure preso dose extra di melatonina per evitarlo» ha confessato.

«Da quanto ti succede?» le ho domandato.

«Da qualche mese».

Anche se non sapevo come avrebbe reagito, le ho spiegato la possibile interpretazione del suo sogno. Quando le ho chiesto "Quale parte di te vorresti annullare?" ha dapprima riso nervosamente poi ha esitato così tanto che credevo non me lo avrebbe detto. L'ha fatto e nell'istante in cui si è confidata, il masso che blocca il passaggio di simpatia tra di noi si è mosso leggermente: Melissa aspetta un bambino e il padre è un trentenne conosciuto su Tinder che dopo aver appreso la notizia si è dileguato più in fretta di un missile.

«Vorrei annullare questa creatura, ma il mio istinto materno è sicuro del contrario. Sarei un'ottima madre, di questo ne sono convinta. Ho sempre desiderato avere figli ed ero anche psicologicamente pronta ad averne nonostante i miei ventisei anni. Ora l'idea di diventare una madre single mi terrorizza e non sono più così sicura di volere questo incarico».

Ero impressionata a tal punto da non riuscire a rassicurarla in alcun modo. Cosa potevo dire a una ragazza nella sua situazione? Poco prima di preparare i bagagli, ha aggiunto che oltre a me nessuno della Fash sa di questa cosa e che il fatto di essere rimasta ad ascoltarla in silenzio le ha fatto ugualmente piacere perché ha potuto alleggerire un pochino se stessa da quel peso che teneva dentro da circa due mesi.

Riccardo e io arriviamo in via dell'Ariento in contemporanea al resto del gruppo. Notiamo con sollievo che dal bagagliaio del taxi tirano fuori anche il mio borsone da palestra e quello di Ricky.

UNO SPRITZ CON VENEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora