CAPITOLO 62

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La mattina mi svegliò Francesco portandomi un cornetto e una tazzina di caffè. Lo ringraziai con un abbraccio e lui ricambiò con un bacio in fronte dicendomi di sbrigarmi o sarei arrivata tardi a lezione.

Gustai la mia colazione e andai in bagno, sciacquai la faccia ancora assonnata, stesi un filo di correttore e mascara e poi mi vestì con un top bianco sportivo e un semplice pantalone della tuta nero.

Feci il letto, preparai il borsone e mi diressi in cucina, salutai i presenti per poi mettere la tazzina nella lavastoviglie.
Sentì un respiro sul collo e la voce di Alex riempì i miei timpani.

"Possiamo parlare?"

"Ho lezione", superai il suo corpo, infilai le scarpe e andai verso la scuola sotto il suo sguardo vuoto e malinconico in cui sprofondai parecchie volte.

Raggiunsi la sala 8 nella quale trovai Giulia e Sebastian intenti a parlare.
Salutai posando la borsa sul pavimento.

"Buongiorno Amy" mi salutarono all'unisono

"Oggi lezione soft, ripassiamo la coreografia di ieri" mi disse poi Giulia.

Annui, mi misi in posizione e la musica partì, sotto gli occhi attenti dei due professionisti ballai cercando si ricordare tutte le correzioni.

"Ok, però ricordati di aprire bene le spalle qui" mi disse la ballerina mimando il passo.

Feci un paio di prove e ricominciai da capo.

"Perfetta, ti è venuta benissimo, adesso ti concedo cinque minuti di pausa poi me la fai un'ultima volta"

"Ok", dissi dirigendomi verso il mini frigo all'angolo della stanza dalla quale presi una bottiglia d'acqua.

Mi sedetti per terra e parlai un po' con loro curiosa di sapere come fosse la vita da professionisti.

Feci poi l'ultima prova che andò benissimo. Salutai Giulia e Sebastian che uscirono dalla sala lasciandomi da sola.

Sorseggiai un altro po' d'acqua e il pensiero di Alex tornò a tormentarmi.

"Hai intenzione di stare lì accasciata a terra per molto?", alzai lo sguardo verso la porta e notai la figura di Francesco osservarmi.

"No, adesso arrivo"

"Tutto bene?"

"Vorrei dire di sì ma mentirei", entrò nella stanza e si sedette a gambe incrociate davanti a me.

"Non è andata bene la lezione?"

"No, è andata benissimo"

"E allora che hai?", alzai lo sguardo incontrando i suoi occhi e sembrò capire il problema

"Alex?" chiese retorico

"Esatto"

"Ti manca?"

"Si, ma l'immagine sua e di Cosmary non esce dal mio cervello"

"Però non parla con lei da giorni, neanche la guarda in faccia"

"Lo so, ormai lo conosco, lo leggo nei suoi occhi che è pentito"

"Prova a parlare con Luigi, lui e Ale sono molto amici potrebbe sapere cose in più che tu non sai"

"Hai ragione, andiamo a casa adesso", dissi alzandomi, presi la mia roba e uscimmo dalla scuola per poi entrare in casetta.

Mi affianchai a Gigi e gli chiesi di parlare, annuì e ci trasferimmo in camera mia.

"Che succede?", mi chiese con aria preoccupata.

"Non so cosa fare con Alex, da una parte vorrei chiarire con lui ma dall'altra il pensiero di lui e Cosmary mi sovrasta, sembra pentito ma continuo a non capire se posso fidarmi di lui e se sta dicendo la verità"

"Alex sta malissimo, piange in continuazione, ogni volta che prende il telefono guarda le vostre foto, ha attacchi di panico molto frequentemente ed è convinto che tu non provi più niente per lui e che non lo perdonerai mai".

"Che casino", dissi sedendomi sul letto di Carola con le mani tra i capelli.

"Provi ancora dei sentimenti per lui, vero?"

"Si o non me ne starei qui a parlare con te per capire cosa fare".

Serena interruppe la nostra conversazione avvisandoci del pranzo pronto.

Ci sedemmo al tavolo e aspettai che Nicol mi servisse la pasta.

Parlammo di tante cose, provai ad ignorare gli sguardi di Alex ma non ci riuscì, i nostri occhi si incontrarono e nel momento esatto in cui intravisi un luccichio nella sua iride si alzò da tavola.
Lo seguì, mi appoggia allo stipite della porta ascoltando il suo pianto soffocato. Poi sentì un rumore forte, come un pugno sul muro.

"Alex apri la porta", dissi non riuscendo a frenare la mia impulsività, la prima cosa che notai appena aprì fu proprio la sua mano sanguinante che presi e misi sotto l'acqua fredda.

"Perché ti preoccupi per me?"

"Perché, nonostante la situazione, ci tengo a te e non voglio che ti faccia del male"

Ci guardammo per un paio di secondi in cui riaffioró in me la sensazione che mi facevano i suoi occhi quando tutto andava bene.

"Aspetta qua, vado a prendere una garza", dissi per scappare dall'aria pesante che si era creata nella piccola stanza.

Fasciai la sua mano delicatamente per non fargli ancora più male di quanto se n'era già fatto da solo.

"Mangi ancora?" chiesi una volta finito. Scosse la testa.
Uscì dalla porta ma la sua voce mi fermò.

"Amy"

"Dimmi"

"Mi dispiace"

"Lo so Alex", fu l'ultima cosa che gli dissi prima di tornare in cucina sotto lo sguardo curioso di tutti.

Aiutai a sistemare per poi trasferirmi sulle gradinate.

Passammo il pomeriggio davanti alla televisione, tra giochi e chiacchiere.

Cenammo con gli avanzi, Alex non si fece più vivo per tutto il giorno.

Una volta finito di mangiare diedi la buonanotte a tutti e mi addormentai.

Un amore inaspettato //Alex amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora