CAPITOLO 67

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La sveglia suonò alle otto, ero una delle ultime persone rimaste in casetta.

Come al mio solito andai in bagno a prepararmi e poi feci una colazione leggere prima di recarmi a lezione con la Celentano.

Raggiunsi la sala ancora vuota e iniziai a riscaldarmi, dopo dieci minuti Giulia Pauselli e la maestra fecero il loro ingresso.

"Buongiorno Amy"

"Buongiorno"

"Iniziamo subito con la sbarra e poi ripassiamo la coreografia"

"Ok", dissi mentre portai la sbarra, o oggetto del demonio come la chiamo io, al centro della stanza.

"Abbiamo tre ore oggi giusto?" chiese Giulia alla Celentano che annuì.
Tre ore di classico, avrei preferito morire. Fortunatamente è l'ultima lezione della settimana.

Un'ora e mezza dopo l'inferno era finito, con tanta gioia spostai la sbarra al lato della stanza e corsi ad idratarmi.

"Ok, molto bene Amy, i piedi erano sempre nella posizione corretta, hai tenuto le braccia sempre morbide, postura corretta, però devi tenere le spalle più rigide", ascoltai attentamente ogni singola parola e quando ebbe finito annuì.

Mi misi in posizione ed eseguì i passi della coreografia mettendo in atto tutte le correzioni. Feci dodici prove prima di essere libera dalle lezioni.

Entrai in sala relax e mi buttai sulle gradinate senza salutare nessuno.

"Mattinata impegnativa?", mi chiese Alex dopo essersi seduto accanto a me.

"Troppo, grazie a Dio per oggi ho finito"

"Io ho ancora una lezione subito dopo pranzo poi sono libero"

"Ottimo"

"Perché?"

"Così possiamo stare un po' insieme"

"Ah, e cosa vorresti fare?"

"Togliti quel sorrisetto malizioso dal volto, non lo faremo", dissi mentre mi alzai per andare in bagno.

"E perché no?", disse circondando il mio busto con le braccia, lasciandomi una serie di baci sul collo.

"Mmh"

"Ti contraddici con questo gemito"

"Sta zitto"

"Fammi stare zit-", non gli feci finire la frase e lo baciai.
Con il piede diede un calcio alla porta chiudendola. Le sue mani cominciarono a vagare sotto la mia maglietta arrivando alla chiusura del reggiseno.

"Alex"

"Shh"

"Le telecamere", alzò leggermente lo sguardo.

"Le hanno spente", e mi slacciò il reggiseno.

Si allontanò un secondo per sfilarsi la maglietta e lo stessi feci io. Mi sollevò facendomi sedere sul bordo del lavandino, i nostri petti nudi si scontrarono, le nostre lingue si rincorrevano e le nostre labbra erano incollate l'una all'altra.
Scese fino ai pantaloni cominciando a giocare con l'elastico, stava per sfilarmeli ma qualcuno bussò.

"Occupato", rispose Alex rimanendo incollato alla mia pelle.

"Dovete tornare in casetta dobbiamo igienizzare qua", la voce della produzione rimbombò nella stanza.

"Ora usciamo", risposi io.

Ci rivestimmo e uscimmo dal bagno, presi la mia borsa e la giacca, lui fece lo stesso e ci incamminammo verso la casetta.

Un amore inaspettato //Alex amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora