CAPITOLO 66

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Finimmo di mangiare e diedi una mano a sparecchiare, posai i piatti sporchi sul lavandino affianco ad Alex, presi coraggio e gli chiesi di parlare.

"Finisco di lavare i piatti e andiamo fuori, va bene?"

"Ok", lo lasciai finire il lavoro e mi buttai suo letto in preda all'ansia.

"Che hai?", riconobbi la voce di Nicol

"Ansia"

"Per?"

"Devo parlare con Alex"

"E cosa gli devi dire?"

"Che lo perdono"

"E cosa c'è di difficile?"

"Non so come dirglielo"

"Faglielo capire se non sai usare le parole"

"E come?"

"In questo non ti posso aiutare, ci arriverai da sola, ora vado che sta arrivando"

"Ciao Nic"

Sporsi la testa al lato del letto per guardare in direzione della porta, vidi Alex prendere il giubbotto, notò poi che lo stavo guardando e mi fece segno di raggiungerlo. Respirai affannosamente quando lo affianchai. Uscimmo sul retro e speravo non ci fosse nessuno ma così non fu.

"Luca potresti andare dentro?"

"Perché?"

"Io e Alex dobbiamo parlare, in privato"

"Oh, ok", rientrò in casetta facendomi l'occhiolino.

Alzai lo sguardo verso Alex appoggiato alla colonna e il mio cuore cominciò a battere irregolarmente. Camminai avanti e indietro per diminuire l'ansia ma non servì a niente.

"Amy, che mi devi dire?", non risposi e continuai a camminare.

"Ooh, ci sei? Amy, tutto bene?", no che non va bene Alex, ero in preda al panico, non sapevo come dirglielo, ma poi mi tornarono in mente le parole di Nicol: "dimistraglielo", una luce si accese nella mia testa.

"Amy"

"Oh vaffanculo", dissi e poi lo baciai, lui fu sorpreso del gesto che avevo appena compiuto ma ricambiò, mi prese per i fianchi e fece scontrare i nostri petti.

"Mi sei mancata Amy"

"Anche tu Alex"

Rientrammo in casetta mano nella mano sotto gli occhi curiosi di tutti.

"Allora vedo che hai ascoltato le mie parole Amy"

"No Francesco ho ascoltato il mio cuore"

"Ma vaffanculo, non ti crede nessuno"

"Ma stai zitto"

"Alex mi aspetto un grazie, è tutto merito mio se siete tornati insieme", in risposta gli arrivò un dito medio che mi fece ridere.

"Invece di ridere scema ti conviene sbrigarti che tra due minuti hai lezione"

"Cazzo, non potevi dirmelo prima"

"È proprio imbranata"

"Già"

"Vi ho sentiti", dissi per poi uscire e correre in sala 5.

Feci due ore di hip hop con Giulia Stabile e mi divertì un mondo. Imparai tutta la coreografia che mi aveva assegnato Raimondo e dopo varie correzioni venne benissimo.

Avevo cinque minuti di pausa e poi l'ultima lezione della giornata, si erano ormani fatte le cinque e sarei tornata in casetta giusto in tempo per la cena.

La lezione di modern andò abbastanza bene, le mie gambe erano a pezzi, a fatica riuscì a farmi una doccia. Mangiai alla velocità della luce e rifiutai di guardare un film perché i miei occhi si chiudevano da soli.

"Buonanotte Amy"

"Notte Alex", lo baciai e mi addormentai sul suo petto.

Un amore inaspettato //Alex amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora