Strane rinascite

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Shady svoltò sul viale che portava della reggia dei nonni senza pensarci più di tanto. Sinceramente, non avrebbe saputo dire da quanto tempo avesse smesso di pensare né quando, di preciso, avesse deciso di cambiare i suoi piani per portare Mirabella con sé. A un certo punto, lei gli era caduta in braccio - con la testa proprio sul suo... quello.

Prima di allora, era andato a una festa in cui aveva bevuto della roba di merda che, oltre ad avergli fatto fare cilecca, gli aveva fatto venire le allucinazioni in testa; e dopo quella, era successo tutto troppo in fretta perché potesse fermarsi a riflettere su quello che stava facendo: stupore, rabbia, fastidio, eccitazione da sangue e da adrenalina. Un accumulo di sensazioni che gli avevano mandato in corto circuito il cervello.

Dopo essere strisciato fuori dal baldacchino rosa di Bec-Bec, Shady l'aveva convinta a prestargli la cabrio gialla. Qualcuno avrebbe potuto dire che si stesse approfittando di lei, o perfino della sua gentilezza; ma quel qualcuno avrebbe avuto ragione solo in parte perché, per riuscire a convincerla, Shady aveva dovuto allettarla con la proposta di darle un passaggio a scuola il successivo lunedì mattina. E lei, che non aveva mai smesso di sperare che lui sarebbe stato allettato dal suo letto e che avrebbe riprovato ad approfittarsi di lei, aveva scelto di abboccare.

Più che di approfitto, si era trattato di un accordo in cui entrambi avevano visto un profitto da tornaconto, insomma. Bec-Bec si era buttata addosso una giacca fucsia sul baby-doll di pizzo, con sotto il solito paio di Moon Boot rosa - strana visione, non c'era che dire; ma, d'altronde, c'era mai stato qualcosa di normale in quel posto di pinguini del cazzo? - e poi l'aveva scortato nel garage sul retro della sua casa reggia più reggia della casa dei Wells.

La cabrio spiccava nel parcheggio immenso tra una fila di auto scure e costose. Shady non poté fare a meno di notare che l'interno era lindo; neanche un rimasuglio di Gin e di patatine fritte a ricordare la possessione di Tonina L'Esorcista. Il tipo dai capelli bianchi, vestito di bianco, al servizio di Bec-Bec ventiquattrore su ventiquattro, aveva fatto davvero un ottimo lavoro nel ripulirla.

Se mai, un giorno, avesse scritto il suo horror splatter su quel posto del cazzo, sarebbe stato senz'altro lui, "Lo Spatolatore in Bianco", a meritarsi la parte del "Risolutore" alla "Pulp Fiction"; certo, un po' gli rodeva dover rinunciare al suo ruolo preferito, ma un artista doveva sapersi sacrificare in nome della sua arte. E non si poteva mai sapere nella vita; nel caso in cui avesse finito davvero per uccidere qualcuno prima di riuscire a evadere da quel posto del cazzo, Lo Spatolatore in Bianco gli sarebbe tornato utile per occultare un eventuale cadavere ed evitargli di andare in prigione prima di coronare la sua carriera di scrittore. Certo, prima di ottenere i suoi servigi, Shady avrebbe dovuto riuscire a scoparsi la sua padroncina, ma...

"Mi stai ascoltando?"

No. Stava solo pensando che nel suo horror-splatter, Bec-Bec si sarebbe beccata il ruolo della biondina dalla voce gracchiante che veniva sgozzata alla seconda scena.

"Sai guidare col cambio manuale?", la sentì ripetere con quella voce gracchiante.

Davvero aveva avuto il coraggio di interrompere il suo film mentale sullo "Spatolatore in Bianco" per fargli una domanda del cazzo? Per chi l'aveva preso? Per uno che, in vita sua, aveva guidato solo tricicli mai avuti in vita sua? Non aveva la più pallida idea, lei, di che macchine (rubate e non) avesse guidato lui sulle strade trafficate di Los Angeles, durante le sue fughe notturne dagli assistenti sociali o dagli spacciatori seriali!

"Certo, piccola. Il tuo gioiellino è in buonissime mani." Shady le tolse le chiavi di mano, infastidito dal suo modo di sventolargliele in faccia come se fossero state un bocconcino di carne davanti a un cane randagio. "Torna dentro, adesso. O finirai per congelare." Le diede una pacca sul sedere per incoraggiarla a togliersi dalle palle, ma lei la prese come un incoraggiamento a risalirci sopra solo per rompergliele.

Come un'ombra col soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora