Adesso basta

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Mirabel giurò a se stessa che avrebbe messo un punto definitivo alla "storia" con Shady e che, finalmente, sarebbe andata a capo. Più che di una "storia" fra lei e Shady, infatti, si era trattato di un film mentale tutto suo e di cui avrebbe dovuto riavvolgere il nastro per venirne a capo per poi tagliarlo di netto come se quel "film" non fosse mai stato girato se non nel suo capo.

Era diventato un testa a testa, ormai. E non solo con la testa di lui, purtroppo; ma anche con la sua testa, ahimè. Mirabel avrebbe dovuto sbatterla sul muro fino a spaccarsela in due per capire se dentro ci fosse rimasto qualcosa di integro, di sano, e nutrire una qualche speranza di trovare il filo logico di una trama troppo intricata.

Shady aveva fatto una cosa tremenda che l'aveva lasciata meno stupita che stuprata. Mirabel aveva paragonato il furto del suo diario a un sopruso, perché era proprio così che si era sentita dopo aver scoperto che lui l'aveva letto: violata nella testa, nel cuore e nell'anima. Shady era entrato nei suoi pensieri più intimi per poi usarli contro di lei a suo piacimento, senza alcuna integrità, solo per il gusto di farlo, di prendersi una rivincita e di vincere una sfida.

All'inizio era stato quello a ferirla di più. Poi, col passare del tempo, era arrivato anche il resto. E allora quel dover tornare continuamente indietro, a riavvolgere il nastro del suo film mentale per cercare di venirne a capo, di metterci un punto e di andare finalmente a capo, era diventato un puro esercizio masochistico. 

Per quanto si fosse impegnata, Mirabel non era ancora riuscita a trovare il bandolo della matassa di una trama intricata che lei stessa aveva contribuito a scrivere, ma che adesso avrebbe dovuto fingere di non aver mai scritto. Per questo gli aveva chiesto quando le avesse rubato il diario. Lei e Shady erano mai esistiti nella realtà? 

Forse. Ma, dopo quel gesto scorretto, lei non riusciva più a capire in che modo fossero esistiti né perché e quindi, per potersi rispondere a quella domanda, aveva finito per fare tutto il contrario di quello che avrebbe dovuto fare per star meglio: invece di cancellare il suo film mentale, era tornata con la memoria su ogni singolo frame del tempo che avevano passato insieme.

Il primo bacio. Il primo litigio. Il primo pianto. La notte passata a cercarlo. Il gesto inaspettato del cappello. Il secondo bacio. L'ufficio del Preside. Lo scontro con Celeste. L'inganno della casa nel bosco. Il primo orgasmo. La febbre. Il secondo orgasmo. Un altro inganno. La delusione finale. 

Un crogiolo scivoloso di sensazioni e di emozioni positive e negative e negative e positive che erano andate a costituire lo scheletro della loro "storia" tra ammassi di viscere pulsanti e sanguinanti. Gli sguardi. I sorrisi. I pianti. I corpi intrecciati. Le parole che lui le aveva detto e a cui lei aveva creduto quando per lui erano state solo un gioco.

Alla fine era stato quello a ferirla di più. Dover accettare, di aver preso un abbaglio e che tutto quello che c'era stato fin dal loro primo bacio era stato un inganno. Da vero stratega quel era sempre stato, Shady aveva programmato ogni mossa a tavolino, sfruttando il suo diario prima come cartina geografica sui suoi sentimenti e poi come cartina tornasole. 

Mirabel se l'era immaginato proprio lì, seduto al tavolo, lo sguardo ombroso concentrato sui suoi stati d'animo e sugli orribili disegni del suo viso. Se l'era immaginato perfino ridere e sorridere, mentre pensava al prossimo passo da fare per mettere definitivamente al tappeto, stesa nel suo letto, ed entrarle ancora più dentro. 

Quello non era successo, almeno; ma c'era mancato davvero poco e che il poco che avevano fatto, se al momento le era sembrato troppo poco, adesso le sembrava anche troppo. Più che col senno del poi, Mirabel aveva ragionato solo col seno per poi perdere del tutto il senno.

Su quel punto, Shady era sempre stato fermo; le aveva detto più volte, fin dall'inizio, di sapere benissimo cosa volesse da lei; e, alla fine, aveva avuto ragione a pensare che quel desiderio fosse stato del tutto reciproco. Mirabel era attratta da lui come il mare con la risacca, il sole con l'ombra, il riflesso con lo specchio. Perfino in quel momento, dopo tutto quello che lui le aveva fatto, stava tentennando a compiere dei passi che l'avrebbero portata a risollevarsi, a risalire la china e ad allontanarsi da un'attrazione reciproca che continuava a trascinarla indietro, proprio come il nastro di un film riavvolto all'infinito. 

Come un'ombra col soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora