Rifecero l'amore per la terza... o forse quarta... non si ricordava quale volta. E poi Mirabella diventò isterica come la prima volta che avevano fatto l'amore in quella casa, dentro lo stesso letto. D'un tratto, se lo scollò di dosso, si alzò dal letto e si mise a frugare nella giacca a vento in cerca dello smartphone.
"Oddio! È tardissimo!"
Shady finse di non sentire la sua esclamazione e si limitò a sbirciarla da sotto la coperta con un sorriso stiracchiato sul viso. Negli ultimi tempi, farla arrabbiare era diventato il suo passatempo preferito; quando si arrabbiava, Mirabella era ancora più bella e lui adorava ammirare le sue gote rosse e il suo infantile panico. In fondo, l'amava anche per quello.
"Vestiti, dobbiamo andare", la sentì insistere, dopo avergli lanciato i jeans in faccia.
"Andare dove?"
Lei gli rivolse uno sguardo più deluso che arrabbiato. "Davvero non te lo ricordi?", gli chiese, poi, con quel suo vizio di rispondergli a una domanda con un'altra domanda. Shady decise di fare altrettanto con lei. "Cosa dovrei ricordarmi?"
Mentì solo per portarla all'esasperazione. Non avrebbe mai potuto dimenticare che quel giorno dovevano pranzare insieme a casa dei nonni; lui stesso, ormai si era rassegnato a quella strana usanza del pranzo domenicale in "famiglia", anche se solo una domenica sì e l'altra no. Tutte le domeniche sarebbe stato troppo traumatico e lui aveva bisogno di fare un passo alla volta per assorbire il cambiamento che aveva subito la sua vita da un mese a quella parte.
"Lasciamo perdere...", rispose lei con voce arrendevole.
Shady si tirò su un gomito per osservarla meglio.
"Cosa stai facendo, adesso?"
"Mi sto godendo lo spettacolo."
"Non ne hai avuto abbastanza di me?"
Mai. Non glielo disse, però. "Mi sono sempre piaciuti i tuoi melodrammi."
"Melodrammi?", sbottò lei. "Se non arriviamo puntuali, Mercy ci farà scontare le pene dell'Inferno!"
"Okay. Dei melodrammi con un risvolto dantesco, allora."
"Vaffanculo, Shady."
Lui rise. Faticava a capire il motivo per cui si stesse agitando tanto ma, in fondo, l'amava anche per quello: per la sua tendenza a drammatizzare ogni cosa. "Mandale un messaggio e dille che arriveremo in ritardo. Qual è il problema?"
Mirabella tacque un momento, come se ci stesse riflettendo per poi decidere che no, non era fattibile liquidare tutto con un messaggio. "Perché devi essere sempre così egoista? Mercy si è data tanto da fare per noi e mi sembra il minimo arrivare puntuali. Tu potrai anche fare quello che ti pare a casa tua, ma io sono un ospite e non passerò da maleducata per colpa tua."
Casa sua. Faceva ancora strano sentirselo dire da tutti e, soprattutto, da lei che in quella casa era sempre stata considerata come una figlia - altro che come un ospite. Forse, un tempo, Shady avrebbe potuto fregarsene di arrivare in ritardo a casa dei nonni, ma adesso le sue priorità erano cambiate e non giravano più intorno ai suoi soli bisogni; adesso, nella sua vita, c'erano persone che si preoccupavano per lui e - anche se era stressante per lui gestire la situazione e, per certi versi, avrebbe preferito essere il solito egoista che pensava solo ai suoi bisogni - tutto sommato quella situazione iniziava a stargli bene. Presto, sarebbero arrivate le vacanze estive e lui e Mirabella avrebbero avuto tanto tempo per stare da soli in quella casa in mezzo al bosco.
Tanto, tantissimo tempo...
"Sai che c'è?", la sentì dire col suo cappello rosso già in testa e le labbra ancora gonfie dei suoi baci. "Tu fa' quello che vuoi. Io me ne vado."
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Come un'ombra col sole
Romance[COMPLETA-IN REVISIONE] Mirabel è quella ragazza che porta un raggio di sole ovunque vada. Qualcuno, a scuola, la definisce stramba solo perché ama suo padre, i loro ricordi, il suo paese raccolto tra i monti, il suo vecchio cane Cujo e la sua amica...