In pugno

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Shady si lanciò sulle sue labbra affamato come un lupo. Voleva sporcargliele di whisky e di fiato quelle labbra di rose e di miele che sapevano incendiarlo di passione e di rabbia con la stessa facilità con cui riuscivano a spegnergli ogni scintilla d'orgoglio e di dignità. Potevano essere dolci come miele e amare come fiele quelle labbra tutte da mordere e da amare, che un attimo prima lo ferivano con frecce di parole scoccate da archetti di denti sorridenti; e, un attimo dopo, gli aprivano nel petto feritoie di baci soffici, avidi e cedevoli ai suoi.  

Shady, però, non avrebbe dovuto cedere. Anzi. Secondo il suo ennesimo piano andato in fumo, avrebbe dovuto essere lui a spegnerle il sorriso. Ci aveva ripensato poco prima del loro bacio, a quel piano, quand'era ancora abbastanza lucido da riuscire a ripetersi che no, non si sarebbe più immolato sull'altare delle tette di Mirabella. 

L'aveva fatto davvero incazzare con tutti quei discorsetti ipocriti da donnetta che si negava il piacere. Poteva fare di meglio, lei, che abbassarsi ai livelli di Bec-Bec, dei suoi finti moralismi e della sua facciata da brava ragazza più perbenista che per bene.

Facevano fuoco e fiamme, le loro labbra, insieme. Inutile negarlo. Anche se lei si ostinava a farlo con lei parole, Shady poteva sentire il suo corpo vibrare sotto le sue dita e il suo cuore palpitare a ogni tocco - toc, toc, toc - quasi che la tigre indomita trattenuta a lungo dentro di lei fosse sul punto di tornare in vita e di balzare fuori da lei. Sarebbe stato solo tempo perso - un tempo che lui sentiva sgocciolare via - cercare di spegnere il fuoco che sentivano divampare dentro. 

Shady aveva inquadrato dall'inizio la timida insicurezza di Mirabella e quell'inesperienza che le aveva sempre impedito di trattenere l'impazienza di un desiderio reciproco e, allo stesso tempo, di cedere a un'impazienza impossibile da trattenere. Erano stati proprio quei suoi lati innocenti, da pecorella, ad attirarlo come un orso sul miele e ad accendergli dentro l'istinto predatorio del lupo. 

Ma c'era un limite a tutto.
E quel limite era stato ampiamente superato.
La bacinella della sua pazienza non era mai stata infinita e, in tutta onestà, Shady riteneva di averne portata anche troppa con lei. C'era andato davvero piano per i suoi standard e l'aveva fatto proprio per darle il tempo di abituarsi al loro desiderio, di accettarlo e di superare quei lati di lei che, per quanto belli, potevano essere dei limiti nel lasciarsi andare come avrebbe voluto - e dovuto - fare. 

Avevano il sacrosanto diritto di godersi la loro attrazione senza doversi sentire in colpa per questo o, peggio, senza dover farcire il tutto con parole romantiche che non c'entravano un cazzo solo per evitare di doversi sentirsi in colpa dopo averlo fatto. Lui voleva scoparsi lei. E lei voleva scoparsi lui. Cosa c'era di tanto male a lasciarsi semplicemente andare? Vivevano nel ventunesimo secolo cazzo, mica nel Medio Evo, e non era certo d'amore che stavano parlando. 

Sarebbe stato falso a dirle cose che non aveva mai pensato per riuscire nell'intento di portarsela a letto; anzi, peggio: avrebbe solo finito per darle ragione riguardo la sua prevenzione nei suoi confronti e nei confronti delle sue intenzioni. Mirabella era un'esperienza nuova per lui, ma lui non aveva mai avuto bisogno di subdoli espedienti per portarsi a letto una donna. E, checché lei ne pensasse, non ne avrebbe avuto bisogno nemmeno in quel momento. 

C'era il modo in cui lei gli graffò il collo e gli morse il labbro a confermarglielo. Voleva inzupparla e accenderla tanto quanto lei aveva fatto con lui per poi vederla spegnersi lentamente in un orgasmo inzuppato. Davvero. Non chiedeva altro che diversi la loro passione di ferite e feritoie da lupo contro tigre, e l'unica pompa di avrebbe voluto sentir parlare in quel momento non era certo quella vera dei pompieri.

Senza interrompere il loro bacio, Shady si mosse verso il divano e ci si stravaccò sopra con lei sopra, a cavallo dei suoi fianchi. Erano occhi negli occhi, fiato nel fiato e petto contro petto, adesso, quasi che l'uno fosse stato necessario alla sopravvivenza dell'altro. Un "game over" delle resistenze. Finalmente, stava iniziando il gioco vero.  

Come un'ombra col soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora