Mirabel aveva ceduto di nuovo al desiderio.
Di lui.
Di vederlo.
Di toccarlo.
Perfino di baciarlo.Incredibile che ci fosse ricaduta dopo la notte insonne che aveva dovuto passare a causa del suo comportamento. Incredibile che avesse deciso di seguire di nuovo la scia di un desiderio vecchio che, solo poche ore prima, l'aveva spinta ad alzarsi dal letto in cui adesso stava naufragando per andare a cercarlo e assicurarsi di trovarlo ancora là, al suo fianco, convinta che dar retta al suo cuore e al suo stomaco la avrebbe permesso di brillare più delle stelle del cielo.
Invece, Shady si era comportato male e lei si era trovata di fronte a un muro impenetrabile, che aveva spento tutte le stelle in cielo, rigettandola nell'abisso strisciante delle sue insicurezze. A cose normali, Mirabel avrebbe compatito la sua ingenuità e avrebbe lasciato che un tormento di lacrime fluisse all'esterno come un torrente impossibile da arginare o da confinare entro i limiti di un sorriso più largo del suo viso.
In quel momento dove niente era normale, però, c'era solo una grande confusione a dominare ogni emozione. Lunghe ore di una notte insonne, priva di note e fitta di fitte, in cui il suo unico desiderio era stato quello di strappare le pagine del diario che Shady le aveva regalato e che lei aveva riempito di parole sconce, sconciamente speranzose, sui loro corpi sudati e intrecciati per riempire gli spazi bianchi dei loro dialoghi con buchi neri, delle stelle morte, giganti, con intorno delle spirali di fuoco a sonagli e senza spiragli.
Non avevano fatto altro che allargarsi sempre di più quegli spazi vuoti, adesso rivelatori, tra le righe più o meno compromettenti dei loro dialoghi, laddove la sua penna puntigliosa, troppo libera di scorrere e di discorrere sul foglio, si era già impuntata ore prima. Impossibile riuscire a focalizzarsi su quello che Shady aveva detto - o non detto - ore dopo sotto il portico dei Wells.
Non c'era stato inizio né indizio né frase desiderata o desiderabile, immaginata o immaginabile, a cui Mirabel si sarebbe potuta attaccare per evitare che quelle spirali di fuoco si attorcigliassero nel vortice delle sue insicurezze. Shady non era scivolato su niente. Non l'aveva umiliata con la sua arte da prestigiatore di parole né l'aveva lusingata con note di parole accordate sulle corde vibranti del suo cuore.
Si era limitato a ignorarla, invece. Con gli occhi e con le labbra. Come se lei non fosse mai stata fra le sue braccia né lui dentro di lei, con le labbra suggellate dai baci e gli sguardi persi in una penombra fitta di stelle e desideri. Era stato proprio quel silenzio, l'immobilità di quella lingua solitamente così arguta, sferzante e abile nell'attrarla in una trappola scivolosa e seducente di umiliazione e di piacere, a firmare la sua condanna.
E il poco che le aveva detto, era meglio che non l'avesse mai detto. C'era mancato davvero poco che Mirabel non fosse esplosa in una Supernova, quando l'aveva sentito definirla una semplice "amica di famiglia" davanti alla sua "amica", mentre lei se ne stava lì, muta e tremante, con le spalle incurvate dal peso delle sue falsità e la faccia di una che sembrava sul punto di piangere.
Sapeva essere crudele perfino nella parsimonia, Shady. Ma, stavolta, Mirabel non ci sarebbe cascata né sarebbe rimasta a lungo nel buco nero in cui lui l'aveva fatta scivolare senza essere scivolato su niente. Avrebbe fatto un puntiglio della sua indifferenze e si sarebbe impuntata con se stessa per riservargli lo stesso trattamento.
L'indifferenza, d'altronde, era sempre l'arma migliore, diceva il proverbio.
Inutile cedere al desiderio di sfogliare le pagine gialle del diario di sua madre per cercarci dentro parole non dette che l'avrebbero scossa e oppressa, invece di riscuoterla e risollevarla da terra. Non aveva bisogno di leggere le parole affatto leggere con cui Halley aveva tratto, e ritrattato, le sue conclusioni sull'amore per trarre delle conclusioni sulla sua frequentazione con Shady. Né aveva bisogno di soffermarsi sui tratti sbiaditi, e salati, dei suoi ritratti da cuore ferito e sogni infranti per ritrattare la sua decisione o per per ritrarsi davanti alle sue responsabilità.
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Come un'ombra col sole
Storie d'amore[COMPLETA-IN REVISIONE] Mirabel è quella ragazza che porta un raggio di sole ovunque vada. Qualcuno, a scuola, la definisce stramba solo perché ama suo padre, i loro ricordi, il suo paese raccolto tra i monti, il suo vecchio cane Cujo e la sua amica...