Fuoco e fiamme

13 2 0
                                    

Fuoco.
C'era un fiume di fuoco a scorrergli nelle vene e nel sangue. Un fuoco infernale da rabbia impotente e da passione ardente per tutto quello che Mirabella gli aveva confessato e detto di provava per lui. Era la prima volta che Shady si sentiva così, in bilico tra la voglia di salire su un ring per uno scontro di box e quella di salire su un letto per un incontro di sesso.

Era incazzato nero. E aveva bisogno di lei per riuscire a spegnersi. Ma più la toccava, più si incazzava e più si incazzava più quel bisogno di lei non faceva che accenderlo. 

Lei.
Che era bollente di rabbia impotente e di passione ardente tanto quanto lui - le labbra salate di lacrime un mare di lava dove naufragare per sempre. Tremava fra le sue braccia, Mirabella; così fragile, eppure così forte da andare a cercarlo di nuovo in piena notte. La sua Cappuccetto Rosso smarrita nel bosco in attesa che un lupo affamato le tendesse un agguato - le zanne già immerse nel suo collo e gli artigli affilati nel suo petto.

Di più.
Ancora di più.
Sempre di più.

Quando Shady si tirò indietro per spogliarla, lei lo fermò con un rantolo. "Fa troppo freddo", gli disse con un sorriso che smontò tutte le sue fantasie sui fiumi di passione e di rabbia. "Lasciami accendere la stufa, prima." Si staccò dalla porta, allungò una mano sulla valvola di ferro e, dopo averla girata, si accasciò su se stessa.

Shady fu su di lei in un balzo. La prese in braccio e si rese subito conto che lei era troppo calda e sudata per sentire tutto quel freddo. "Guardami", disse, dopo averla riappoggiata alla porta. 

Mirabella ubbidì, gli occhi troppo lucidi e rossi. 

"Stai male?"

Mirabella annuì, gli occhi deviati di lato.

"E stavi male anche prima?"

Lei annuì di nuovo, senza riportare gli occhi su di lui. 

"Perché non me l'hai detto?"

Stavolta, lei lo guardò. "Perché stavamo litigando..."

"Hai le mestruazioni o..."

"No, scemo!" Mirabella gli tirò un debole pugnetto sulla spalla. "Ho la febbre."

"Da quando?"

"Da ieri pomeriggio."

"E sei venuta a cercarmi lo stesso?"

"Te l'ho detto. Non posso farne a meno."

Shady scosse la testa con un sospiro. "Sei davvero pazza, lo sai?"

"Non più di te, ma di te."

Okay, l'aveva lasciato davvero senza parole tanto che, stavolta, fu lui a dover deviare lo sguardo. C'era qualcosa a bruciargli dentro stomaco più del fuoco o del whisky che aveva ingerito e...

"Non preoccuparti", intervenne lei, dopo un po'. "È solo la febbre a farmi parlare così."

"Davvero?" Shady sorrise e iniziò a farle il solletico. "Ne sei proprio certa, Mirabella?"

Lei si contorse fra le sue braccia con una risata che si trasformò ben presto in una tosse secca e preoccupante. Shady si fermò all'istante e le prese il volto bollente fra le mani. "Ti porto a casa."

"No", rispose lei, attaccata alle sue braccia piegate. 

"Sì, invece. Stai male e scommetto che lui... che loro... non sanno che sei qui."

"Ho dovuto nasconderglielo. Mi avrebbero vietato di venire a cercarti e mi avrebbero chiesto  spiegazioni sulle chiavi e... avevo bisogno di sapere che stavi bene e di parlarti da sola, dopo il modo in cui ci eravamo lasciati venerdì."

Come un'ombra col soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora