Forza d'animo

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"Forza d'animo".
Mirabel aveva sentito parlare tanto di questa fantomatica qualità che, secondo il parere di molti, andava ben oltre la forza di volontà in quanto riguardava il soffio vitale, quel vento che soffiava dentro un corpo e che lo rendeva vivo ancor prima che quel corpo potesse anche solo pensare di avere una forza di volontà propria. 

Quando era morta sua madre, ad esempio, malgrado lei fosse ancora una bambina, la gente le aveva parlato spesso di quel "soffio vitale" che aveva dentro e che avrebbe dovuto continuare ad alimentare per poter sopravvivere prima e tornare a vivere poi. Qualcuno le aveva detto perfino che lei ne era provvista naturalmente di quella "forza d'animo" ereditata da sua madre, di quel vento caldo che le aveva donato la vita e che avrebbe continuato a soffiare anche dopo la morte. Tutti avevano confidato in lei e nel fatto che lei sarebbe riuscita a superare i suoi traumi. 

Quei tutti si erano sbagliati.
Perché a ogni pagina del diario di sua madre che Mirabel aveva deciso di sfogliare un giorno alla volta, e una riga dopo l'altra, per risalire dal fondo del suo buco nero e tornare a vivere la sua vita, le forze erano venute meno e quel soffio vitale era diventato così flebile da restare fermo in un'afa opprimente. 

L'afa di una mancanza che le aveva tolto perfino il respiro. 

Era da quattro giorni - cinque con quello che stava iniziando - che Mirabel non aveva notizie di Shady. E ogni giorno, a ogni risveglio, aveva sperato che lui si sarebbe ripresentato alla porta di casa per dirle che aveva capito di amarla per poi ritrovarsi ogni sera, a ogni dormiveglia tanto simile a quello raccontato da sua madre, a doversi ricredere. 

A nulla era valso ripetersi ogni giorno che le sue speranze non eran altro che illusioni né ripetersi ogni sera, a letto, a ogni nuova pagina letta del diario di sua madre, che Shady non era mai stato l'amore della sua vita e che il dolore per la sua "perdita" non sarebbe nemmeno paragonabile a quello che aveva già dovuto sopportare per la perdita di sua madre. Se l'era detto e ridetto che sua madre, dopo aver scritto quelle righe dolorose nel diario, aveva ritrovato comunque la sua "forza d'animo", il suo sorriso luminoso e, con esso, il vero amore di suo padre.

Ma la delusione e il dolore per la mancanza, al momento, erano troppo acuti, amplificati, e le stavano risucchiando l'anima a un punto tale che Mirabel si era augurata solo di riuscire a spegnerlo per sempre il suo "soffio vitale" e di poterla rivedere dal vivo, sua madre. Era stato allora, di fronte a quel pensiero orrendo, che aveva deciso di si raschiarlo fino in fondo il fondo del suo buco nero. 

Aveva bisogno di soffrire di più per potersi rialzare.

Così, il quinto giorno dall'inizio delle vacanze primaverili - e dei sette giorni più brutti della sua vita - Mirabel aveva preso in mano il diario di sua madre ed era andata a chiudersi nella sua casa nel bosco per rivivere il ricordo dei momenti felici che aveva trascorso là dentro con sua madre prima e con Shady poi. Tutti insieme. In una botta sola. Un mix fatale di sorrisi, litigi, carezze, risate, speranze, illusioni, dolori, mancanze, abbandoni, amori, voli, corpi nascosti sotto i letti e e seploti gli uni dentro gli altri. 

Tornare indietro per poter andare avanti. Riavvolgere il nastro per ritrovare il filo che, come una corda lanciata dentro un pozzo, l'avrebbe tirata fuori dal suo buco infinito.

Era stata infinitamente felice fra quelle quattro mura di legno secco e di fuoco acceso.
E anche infinitamente triste.
Lì, sua madre aveva illuminato le sue giornate infantili di fantasia, allegria, dipinti e desideri non ancora esauditi. Lì, Mirabel aveva esaudito il suo desiderio di fare l'amore con qualcuno per cui provava qualcosa. Lì, il vento vitale dell'anima immortale di sua madre continuava a soffiare su di lei, a sopravvivere al corpo e a brillare in una scia che le avrebbe illuminato la via. Lì, e solo lì, fra una riga e l'altra della dura lezione d'amore che era stato il diario di sua madre, le parole scritte da una lei più giovane e triste avrebbero potuto avere il senso di uno specchio in cui Mirabel avrebbe potuto riflettersi. Di un destino condiviso. Di un filo che univa le loro storie di vita e d'amore e che andava ritrovato. 

Come un'ombra col soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora