Parole paranoiche

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Shady non avrebbe saputo dire per quanto tempo fosse rimasto seduto sul letto, a fissare la porta che Mirabella gli aveva sbattuto in faccia uscendo dalla sua stanza. L'aveva fatto di nuovo. In un attimo, gli aveva girato le spalle e l'aveva mollato lì, con la bocca aperta e il cazzo ancora ritto. Lì per lì, il suo cambio immediato di espressione - che, da essere calda di eccitazione si era fatta rovente di rabbia - gli aveva anche dato una certa soddisfazione.

Poi, però, dopo essere rimasto solo nel buio silenzioso della sua stanza, si era reso conto di non essere disposto ad ammettere le sue sfuriate, perché quelle sfuriate lo portavano a sua volta a infuriarsi e il divertimento di prenderla in giro diventava il sacrificio in più che avrebbe dovuto fare per riuscire a ottenere il suo "scopo" - che non era più quello di divertirsi a farle perdere la testa, ma di divertirsi a scoparsela per togliersela dalla testa.

L'orgoglio espanso allorquando veniva sfidato o provocato: era sempre stato quello a fregarlo.

Mirabella d'altronde - con le sue paranoie, i suoi imbarazzi e i suoi melodrammi – era una spina nel fianco. Sembrava divertirsi e provare più soddisfazione di lui nello sfidarlo e provocarlo. Quanti cazzo di anni aveva? Quattro? Ed era la vergogna per il giudizio che i "nonni" potevano avere nei suoi confronti o il pentimento per il giudizio che lei aveva nei suoi, di confronti, quello che aveva letto nel suo sguardo?

Shady non avrebbe saputo dirlo con certezza, data l'incertezza con cui lei l'aveva guardato subito dopo che il nonno aveva interrotto il loro approccio e il suo - solo il suo - orgasmo. La Bella Addormentata nel bosco che si era appena risvegliata in un incubo col figlio adottivo con cui aveva fatto cose che non avrebbe mai fato con un "fratello" vero e che il nonno aveva intuito benissimo. Ecco cos'era sembrata.

O era convinta che il nonno con la "M" di "merda", oltre a essere un impiccione come lei, avesse anche i suoi stessi anni cerebrali? Non che fosse un tipo particolarmente sveglio, data la sua età avanzata; ma solo Mirabella avrebbe potuto pensare che non sarebbe arrivato a capire quello che stavano facendo. Si erano baciati. Due volte. La prima era stato lui, incantato dal suo sorriso, a fare la prima mossa; la seconda era stata lei, sorpresa dai suoi gesti di gentilezza, a lanciarglisi addosso e a far sì che quel bacio si trasformasse in ben altro.

Certo, lui era rimasto altrettanto sorpreso dal suo slancio di riconoscenza e da quell'improvvisa vicinanza che l'aveva sbilanciato fuori e dentro, perché – prima di cambiare lo "scopo" del suo piano - il suo gesto di recuperare dal burrone il cappello rosso animatore del suo cazzo disorriso non era stato animato dalla gentilezza, ma dal desiderio di darle un altro motivo (valido) per piangere.

Se avesse previsto che sarebbe bastato sventolarglielo in faccia per infilarle di nuovo la lingua in una bocca dove avrebbe voluto infilare tutt'altro, si sarebbe risparmiato la fatica di inventare ridicole scuse sui nonni pur di riuscire a convincerla a restare con lui. Evidentemente, quel cazzo di cappello rosso da gnomo aveva più potere della sua gigante cappella rosa su Mirabella e, pur se la cosa continuava a dargli fastidio, il risultato rimaneva lo stesso. Era successo di nuovo. Ed era stata lei, tanto quanto lui, a far sì che succedesse di nuovo. L'unica differenza fra loro era che a lui non fregava un cazzo di chiedersi "perché" e "per come" fosse successo.

Mirabella era scappata di casa in piena notte per andare a cercarlo. Shady l'aveva trovata sulla strada alle prese con Trevor Lo Stronzo, a cui aveva dovuto "darle" per difenderla. Poi le aveva offerto un passaggio a casa per non avere pesi sulla coscienza e, infine, aveva deciso di cambiare i suoi piani in corso - e in corsa – per portarla con sé e farsela dare (o farglielo prendere che era lo stesso).

Tutto, ogni passo che avevano fatto uno verso l'altra, li aveva portati a chiudersi in una stanza da dove lei sarebbe potuta uscire in qualsiasi momento e dove invece, imprevedibilmente, le cose erano andate più in fretta di quanto Shady avesse previsto. Inutile evitare l'inevitabile, mostrarsi indifferente o vergognarsi della loro attrazione. Era quell'attrazione era la sua vera gogna. La sua flebile resistenza, i suoi maledetti segnali contrastanti, non avevano fatto altro che rendergliela ancora più irresistibile quella sfida.

Come un'ombra col soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora