La verità fa male

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Che serata del cazzo.
Quella sarebbe entrata senz'altro nella top cento delle sue serate più del cazzo di sempre. Tutto era andato in fumo - non solo nel dato di fatto, ma anche metaforicamente parlando, tra lui e Mirabella. Ma, proprio quando Shady pensava di essere riuscito a evitare il peggio - nel dato di fatto e anche metaforicamente parlando, tra lui e Mirabella - ecco che V. si era messa a rompergli il cazzo per dei motivi su cui lui non stava capendo più un cazzo.

Davvero.
Era diventata una pigna tra le chiappe che quelle infuocate del bosco, in confronto, sarebbero state dei confetti. Durante il tragitto in auto, non aveva fatto altro che lanciargli frecciatine a cui lui non aveva risposto a tono solo, e sempre, per evitare il peggio. E poi, quando Mirabella era scesa dall'auto come se avesse avuto il fuoco al culo, aveva messo il muso fino a casa.

Shady era esaurito - nel senso che stava esaurendo la pazienza. Se avesse incontrato lo stronzo di Aladino gli avrebbe chiesto di farlo sparire per sempre - altro che soldi, figa e potere - in un posto lontano da tutto e tutti, dove avrebbe potuto ricominciare a vivere dall'inizio come se, alla fine, non fosse successo niente. 

Ne aveva le palle piene di problemi e misteri. Con V., poi, ancora di più. E non sarebbero andati a letto, finché non gli avesse detto che cazzo stava succedendo - almeno lei. 

Dietro la porta di una camera chiusa, decise di affrontarla. "Mi dici che cazzo ti è preso?" Con V. era sempre stato così. Dritto al punto. 

Stavolta, però, lei finse di non averlo sentito. Lo ignorò e temporeggiò. Si accucciò sul letto. Si tolse la giacca affumicata. Poi gli stivali. Si slegò i capelli. Gli sciolse sulle spalle. Il tutto senza mai degnarlo di uno sguardo, col muso lungo sempre puntato in alto. L'incendio di quella sera sarebbe stato spento in tempo. Ma a lui stavano decisamente fumando le palle. 

Si accucciò di fronte a lei. La imprigionò fra le sue braccia, con le mani puntate sul materasso. Immerse gli occhi nel blu cobalto dei suoi. La sua "amica" di sempre. L'unico essere vivente in grado di comprendere la sua vita, e di accoglierlo nella sua vita, fra le sue gambe, dandogli quel poco di consolazione e supporto di cui lui aveva bisogno.

"Parla con me"

"Fallo tu con me."

"Okay. Cosa vuoi sapere?"

"Cosa c'è fra te e quella ragazza?"

Shady si accigliò. "Quale ragazza?"

"Basta, S. Io non sono lei."

Shady si passò le mani fra i capelli. "Niente. Te l'ho già detto."

"E questo niente è successo prima o dopo essertela scopata?"

Bum. Eccolo lì, il momento della verità senza via scampo.

"Non so di cosa cazzo tu stia parlando."

"Smettila. Ho visto come la guardi. E so che te la fai. Ho sentito il suo profumo su di te e il suo su di lei. O credevi che mi divertissi ad abbracciarla?"

Shady tacque un attimo. V. era come lui. Non aveva mai avuto amici tranne lui e aveva lo stesso fiuto infallibile. Due lupi pronti a sbranarsi l'un l'altro. Con lei, però, era triste farlo.

"Sincero? Non capisco cosa cazzo ti stia succedendo, ultimamente."

Davvero. Cos'era quella una pisciata sul territorio? Una cosa da orgoglio femminile calpestato davanti al suo cazzo moscio? O il timore di essere esclusa dalla sua vita?

"Io sono sempre la stessa, S. Sei quello a essere cambiato da quando sei venuto a vivere in questo posto del cazzo. E credo che il motivo del tuo cambiamento sia quella ragazza."

Come un'ombra col soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora