#49. In ginocchio

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49. In ginocchio

Quando la gente parla degli auror, li vede come persone dal cuore d'oro ed eroi che rischiano la vita per tenere il nostro mondo al sicuro.

La verità è che sono degli stronzi arroganti con la puzza sotto il naso che credono di avercelo solo loro.

E non parlo solo degli uomini, parlo di tutti quei narcisisti la fuori che sventano qualche crimine minore - perchè ora che i mangiamorte sono in carcere, che lavoro fanno, esattamente, se non inseguire qualche spacciatore di jullyland? - e pensano che ora il loro organo riproduttivo sia il migliore in circolazione.

Niente pregiuduzi, questi sono dei fatti, cazzo!

Una volta, sono uscita con un auror, era più vecchio di me di diversi anni, e uno pensa che magari è anche più maturo, ma in realtà era un'idiota totale, non faceva altro che pavoneggiarsi.

E ora, forse il karma mi ha mandato una sfiga per quella volta in cui ho fatto una puzzetta e dato la colpa a mio cugino, a otto anni. Mi hanno creduto tutti, ovviamente, perchè io sono sempre stata perfetta, ai loro occhi. Ma mio cugino, di ben tre anni più grande di me, non ha gradito.

"È stato solo un errore" Borbotto irritata.

"Errore? Hai scritto che i mangiamorte e i purosangue sono dei deficenti con il cazzo piccolo che cercano di compensare odiando chi non ha bisogno di una bacchetta per fare le cose"

Alzo le sopracciglia. "Non ho mai scritto una cosa del genere"

Il sergente Auror davanti a me alza le sopracciglia, eguagliandomi, gli occhi azzurri scintillano. "L'hai scritto, professionale e non così volgare ma l'hai scritto, Peachy"

Digrigno i denti. "Non chiamarmi in quel modo!" Sibilo.

L'uomo mi fa un largo sorriso provocatorio ed io stringo il pugno sulla mia coscia. "Cosa ha che non va il tuo soprannome, Peachy?"

"Bene, è stato un dispiacere rivederti, Bec, ora vattene" Mi metto in piedi e vado verso la porta del mio ufficio.

Becam Nott, invece di fare come gli ho detto, si rilassa contro lo schienale della mia sedia e inclina la testa per guardarmi. "Sai che non posso" Dice serio, cambia totalmente faccia.

Faccio una smorfia e incrocio le braccia al petto mentre lui si mette in piedi e si gira per guardarmi - cazzo, è più alto e grosso di quello che ricordavo.

"È successo, mi hanno quasi uccisa, ma non sono morta, ora sarò piu pronta, se succederà ancora" Dico.

"Ti ha attaccata uno, Mol, non puoi dire che sarai più preparata la prossima volta, perchè la prossima volta potrebbero essere in dieci, per quello che ne sai" Becam parla con calma e non mi si avvicina, per fortuna, perchè per come sono messa io ora, se venisse più vicino potrei avere voglia di colpirlo. "La tua famiglia vuole che ti stia attaccato, non mi importa se non vuoi, è un ordine da parte dei miei superiori, non posso disobbedire e sarebbe bello se tu fossi collaborativa"

Non è colpa mia se qualche pazzo si è offeso per quello che ho scritto ne La gazzetta delle streghe, nell'articolo per il trentatreesimo anniversario dalla fine della guerra. Ho scritto le mie opinioni, è vero, e non le ho velate molto, ma non ho scritto veramente qualcosa di così offensivo come ha detto Bec, e sicuramente non in quei termini, anche se era quello che volevo intendere.
Mi hanno teso un'imboscata mentre andavo a casa mia, nel quartiere magico di Londra, e sono scappata per pura fortuna. Mi ha rotto un braccio e quasi lanciato addosso un sectumsempra, che mi ha anche colpito leggermente.

E per questo, la mia famiglia ha insistito per farmi avere almeno un auror addosso, che fosse pronto e attento in caso di altri attacchi, sperando di prenderli.
Ma io odio gli auror! E non sono una damigella da salvare, so proteggermi da sola.

Red like Weasley (And More)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora