#52. Protezione

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52. Protezione

"Smettila, pazza psicopatica"

Spalanco la bocca. "Come mi hai chiamato, brutto stronzo arrogante?" Sibilo battendo le mani sulle sbarre di metallo.

Assottiglia lo sguardo ma non si alza dalla scrivania. "Com'è che mi hai chiamato, tu?" Chiede con una faccia di bronzo, avrei paura se avessi un minimo di autoconservazione, ma non ne ho, è per questo che sono finita in questa situazione.

Quindi, metto su la mia miglior faccia arrogante e tiro le sbarre con le mani. "Ho. detto: Stronzo. Arrogante" Dico lentamente, scandendo le parole. "Sei sordo?"

Inspira rumorosamente, le sue narici fremono e gli occhiali che porta sul naso scivolano in basso - li rimette apposto con un dito. "Lo sai a chi stai parlando? Vuoi aggravare la situazione?"

"E tu sai chi sono io?" Chiedo posando una mano sul mio petto, sulla pelliccia bianca sintetica che indosso.

"Una carcerata che continua a strillare e spaventare gli altri detenuti mentre cerco di fare il mio lavoro"

"Non sono una carcerata!" Strillo saltellando sui miei tacchi. "Non ti permettere, ti stai vendicando per Hogwarts, ammettilo, é per questo che mi trovo qui, con queste..." faccio una smorfia. "persone"

L'alcolizzata in un angolo sembra mezza morta, accasciata sulla panca come un senzatetto in un parco, ogni tanto borbotta delle frasi insensate e credo che si sia anche fatta di qualcosa, mentre la prostituta dall'altra parte della stanza è corsa via appena ha visto la mia faccia furiosa, dubito che abbia piu di vent'anni.

Sospira scocciato e mette giù la cartella che stava compilando. Si alza in piedi e cammina lentamente verso di me, gli occhi verdi sono furiosi, di quella furia fredda che lo caratterizza. "Puoi, una volta tanto, comportarti come se non pensassi che il mondo gira attorno a te, Dominique?" Chiede serio, avvicinandosi tanto da vedere perfettamente il neo di bellezza che ha accanto al naso.

"Fammi uscire" Dico sibilando. "Non scapperò, ma qui dentro puzza di piscio e vomito" Credo sia la signora sulla panca. "Ed io ho freddo" per enfatizzare il concetto, mi sfrego le braccia con le mani.

Callum Nott abbassa lentamente lo sguardo lungo il mio corpo - i suoi occhi osservano il maglioncino azzurro e la pelliccia bianca, poi scendono sulla minigonna gialla che porto e gli stivali bianchi col tacco lunghi fino a metà polpaccio, si acciglia. "Non è un problema mio, sei tu che vai in giro così a dicembre"

"Andiamo, lasciami uscire, aspetterò domani seduta su quella sedia" indico con l'indice la sedia da ufficio dietro la scrivania.

"Intendi, la mia sedia?" Chiede alzando un sopracciglio scuro.

"Beh, è l'unica sedia nella stanza, tu puoi stare in piedi" agito la mano, perchè non vedo il problema.

Giuro, vedo uno spasmo alla guancia e sto per chiedergli se sta bene, ma lui, con la faccia piu nera di tutte, sbatte le mani sulle sbarre e si china al mio livello. "Principessa viziata" sibila e per come lo dice è un'offesa.

Chino la testa, le sue dita a livello del mio viso, e chiudo i denti sul dorso del suo indice - forte.

Callum sembra shockato, ritira la mano con un sussulto e fa due passi indietro. "Cosa cazzo... ?" Abbassa lo sguardo sul suo dito, poi torna a guardarmi. "Ma che cazzo di problemi hai?"

Alzo le spalle e con il pollice mi sistemo il rossetto che ho sbavato con il morso. "Ti sta bene"

"Lo sai, che questa è aggressione a pubblico ufficiale?" Chiede pulendo il rossetto sul suo dito con l'altra mano.

Red like Weasley (And More)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora