Stamford, Connecticut
Pov. Triple H
"... e poi potremmo fare così: io passo dalla parte di mio padre e mio fratello così ti aiuto a vincere il match! Per me sarebbe un turn heel,per te una vittoria a Wrestlemania". Stephanie sta digitando al computer da ore, ormai abbiamo scritto le trame per i prossimi tre mesi. "Steph,che ne dici di fermarti un momento? Sono andati via tutti!" Controllo l'orologio e vedo che abbiamo riso così tanto da non accorgerci che sono già le dieci. "Cazzo,sono le dieci! I cancelli sono già tutti chiusi! Vado a vedere se mio padre ha una copia delle chiavi". Mi metto comodo sulla poltrona,in fondo passare la serata con lei non è stato tanto male. L'idea di dover trattenermi al lavoro da solo con Steph non mi piaceva per niente,però devo ammettere di essermi divertito a bere birre e a fantasticare sulle storyline con lei. Ultimamente ho imparato ad apprezzarla, ho capito che aveva solo bisogno di un amico. Mi serviva un po' di leggerezza da quando abbiamo scoperto dell'infertilità, Jo mi ha sempre respinto... so che vuole stare sola nel suo dolore,però vorrei che tornasse ad essere di nuovo allegra. Vederla piangere ogni notte,cercando di non farsi sentire da me, mi distrugge. Leggo un suo SMS di risposta al mio, dopo quattro birre devo concentrarmi bene sul testo: "Va bene amore,a domani". Chissà cosa starà facendo Jo,sono sicuro che a quella festa non ci sia andata. Faccio squillare il suo telefono,probabilmente è a letto e ha bisogno della buonanotte: so che lei è molto sensibile su queste cose,non mi va che si senta sola... Improvvisamente il telefono smette di suonare: ha riattaccato. Ma che cazzo ha? So che è arrabbiata perché non sono con lei,ormai la conosco... o probabilmente è alla festa in condizioni pietose. Forse ha trovato qualcuno che l'ha convinta... rimetto il telefono in tasca, per questa sera non mi va di pensare a Jo e ai suoi sbalzi di umore continui. "Paul! Ho trovato le chiavi,andiamo?" Steph mi osserva dalla porta dell'ufficio con un mazzo di chiavi tra le dita,le birre a stomaco vuoto le hanno fatto un brutto effetto: si sorregge a fatica alla parete e si è slacciata la camicetta a metà per il caldo,lasciando intravedere un piccolo spiraglio del suo intimo. Ha le guance rosse e i capelli un po' in disordine. Siamo entrambi stanchi ma nonostante questo non posso distogliere lo sguardo,non penso di averla mai vista così bella e raggiante prima d'ora. "Aspetta,stampiamo il copione prima! Lascio una bozza agli uffici del team creativo. Puoi farlo tu? Collego la stampante...". Lancio uno sguardo veloce al computer ma faccio fatica a capirci qualcosa... "lì,devi cliccare su quell'icona!" Mi urla,mentre si abbassa a collegare l'apparecchio alla presa a muro. La minigonna non riesce a coprire tutto,è troppo ubriaca per curarsi della gonna che sale mentre si china... "ma lo sai usare un computer?" Mi domanda scocciata. "Non proprio" rispondo,voltandomi di scatto verso il monitor. "Lascia stare... ti faccio vedere. " risponde,avvicinandosi a me. "Vedi,con il mouse devi andare su questo simbolo e cliccare il tasto sinistro. È semplice! Devo insegnarti a usare il computer un giorno, siamo nel 2000... queste cose sono il futuro". Sorrido imbarazzato,sono troppo sovrappensiero per concentrarmi sul pc... "Io so mandare le e-mail,ti ho anche risposto qualche volta... però stampare un documento è difficile, non sono capace! Di solito lascio fare a Jo le cose col computer,io odio i computer. Pure i cellulari". Steph ha iniziato la stampa dei fogli che abbiamo scritto e il rumore dell'apparecchio sovrasta la sua voce: "Beh,dovrebbe insegnarti. Se vuoi scrivere le trame devi saperlo usare. Di sotto non accettano le cose scritte a mano,ormai il mondo si sta evolvendo... ti consiglio di imparare,non puoi sempre dipendere da lei. Vedi? Oggi lei non c'è e tu sei fottuto da solo. Immagino che tu sia preoccupato per lei... hai cambiato umore da quando sono uscita a prendere le chiavi". Ma come fa a capire ogni cosa di me? Ogni volta che io penso qualcosa lei riesce a leggerlo... " L'ho chiamata prima,mi ha messo giù. Ma vedi,non ci rimango neanche più male... da quando abbiamo scoperto che non avremo bambini non riesco più a parlarle. Vuole stare sola,però io ho bisogno anche di..." "di scopare? Beh, mi sembra normale". Scoppio a ridere,non mi aspettavo una risposta così diretta. "Sì,in un certo senso. So che il suo dolore è forte,ma anche io soffro... ogni volta che siamo a letto penso solo al concepimento. Io..." non riesco a trattenere le lacrime,la quinta birra mi sta dando alla testa: ma perché sto raccontando i fatti miei a Steph? Lei è il mio capo! Scuoto la testa e mi asciugo le lacrime,ma lei mi ha visto e si è avvicinata a me con delicatezza. "Hey... mi dispiace. Si vede che ci tieni... ma a te chi ci pensa? Mi sembra normale che tu abbia voglia di farlo,sei un uomo. Tutti abbiamo bisogno di sesso, è una cosa naturale. Smettila di bere,non fa bene...". Improvvisamente le sue manine calde mi avvolgono il braccio e mi accarezzano la pelle,sfiorandola piano piano. "Andiamo a casa" le sussurro,i suoi occhi azzurri sembrano volermi rassicurare. "Paul... anche tra me e Richard non va. Ti capisco. Lui dice sempre che il lavoro lo stanca,quell'infortunio al piede gli impedisce di muoversi... a me sembra solo una scusa. Non riesco a capire perché. Insomma,io ci provo a cercarlo... ma non mi fa sentire apprezzata. Papà mi ha detto che non posso lasciarlo ora,che ormai abbiamo già la casa e che il matrimonio è tra un anno. Però io non posso vivere senza sesso,che relazione è? Litighiamo e basta". Queste parole mi colpiscono dritte al cuore: io amo Jo. La amo troppo per arrendermi, Vince ha ragione...ma anche Steph ha ragione. Vuoto con un solo sorso ciò che resta della bottiglia di birra e mi alzo in piedi barcollando. Voglio andare a casa,voglio stare solo. "Paul... aspetta! " Esco dagli uffici,Steph mi insegue con calma fino alla porta. Si è tolta i tacchi,in quelle condizioni non riesce nemmeno a camminare dritta... "Dove pensi di andare?" Domanda con un sorrisino beffardo. Spingo con forza la porta che da sul retro del posteggio ma mi accorgo che è chiusa a chiave. "Spostati... secondo te perché ho cercato il mazzo di chiavi? Che scemo..." borbotta tra sè e sè per poi aprirmi il portone,dopo aver tentato un paio di volte di centrare la serratura. "Vuoi un passaggio a casa?" Le domando,cercando nelle tasche della giacca le chiavi dell'auto. "Tu stai offrendo un passaggio a me? In queste condizioni? Ti ritireranno la patente! No,non se ne parla... il mio autista mi aspetta,vieni con me. Domani ti riporterà l'auto a casa,oppure la mettono nei garage... però guardati,sei ubriaco!" "Steph,io so quando sono ubriaco... mi faccio strada verso la macchina ma mi rendo conto di faticare nel centrare la serratura nella portiera. "Paul! Vieni con me! Io non resto a Stamford,mi faccio portare a New York così domani mattina sono già in aeroporto. Vieni con me! Abbiamo una casa lì,è grande... ci sono ben cinque camere da letto,puoi scegliere". Prendo la mia valigia dal portabagagli, la sua idea non è niente male. "Sicura?" Le chiedo un'ultima volta,non sono pronto a condividere con lei una stanza per la notte. "Sì! Ti ho detto che ci sono cinque camere,e di bagni... non mi ricordo,mio padre ha la mania dei bagni,ce ne devono essere almeno due per persona. Non ti avrei invitato se non avessimo avuto spazio,perché non ti fidi?" Chiudo di nuovo l'auto a chiave e la seguo. So che Jo odierebbe sapere che dormo in casa McMahon,ma che sarà mai? Penso che questa esperienza sarà meglio di un albergo a cinque stelle. "Spero che la tua ragazza non si arrabbi" strilla Stephanie salendo in auto. "Nah... perché dovrebbe? Mi ospiti una notte,non è niente". Affermo con convinzione,cercando di convincere me stesso a mia volta. "A buon rendere,eh" ridacchia,mentre ordina all'autista di fermarci al primo fast food per cenare. "Tranquilla... ho una casa in New Hampshire in mezzo ai boschi,settimana prossima facciamo una grigliata. Vieni anche tu,così ti ricambio il favore". "Ci penso,grazie".
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She never recovered|Triple H & Chyna
Roman d'amourPrima parte. Il sogno di Paul fin da quando era ragazzo è sempre stato il wrestling e con tanti sacrifici lo aveva realizzato. Aveva tutto:un buon lavoro, una certa fama e un amore travolgente. Ma un giorno Paul Levesque,ormai conosciuto da tutto il...