Dal diario di Paul Levesque
[...]E fu così che le cose tra me e te, Jo, si deteriorarono definitivamente. Tu questo non lo sai,perché come ti ho già detto in questi ultimi anni passati insieme, io vedevo Stephanie di nascosto e cercavo conforto in lei perché credevo che il problema fosse tra noi, nell'intimità, nel tuo disturbo e nel nostro tentativo di concepire fallito immediatamente. Non sai che io e Steph quella sera ci sdraiammo in quel letto sul quale la sera prima avevamo fatto di ogni, restando in silenzio, rimasi immobile nell'istante in cui sentii la sigla della puntata in cui avresti annunciato la tua copertina fino alla fine del programma. Stephanie mi aveva portato la cena, cercava di tirarmi su il morale in ogni modo forzandomi a mangiare almeno un boccone di sushi da 20 dollari a confezione ma avevo troppe cose più importanti nella testa per poter reagire,per potermi distrarre dai miei pensieri più distruttivi. Rischiavo di porre fine alla mia carriera,il medico era stato chiaro sullo stato dei miei muscoli e mi aveva avvisato con freddezza: o smettevo o rischiavo che le fibre si spezzassero del tutto. E poi c'eri tu: quella donna che non deve rendere conto a nessuno, quella che fa di testa sua e agisce per provocare,per ricordare che la libertà è nelle sue mani e non in quelle degli altri. L'avevo presa come un'offesa: credevo che non capissi, che tu lo facessi per alimentare il tuo ego e che non fossi cosciente del male che mi causava vederti cadere a pezzi ogni giorno. Steph non capiva, nessuno lo capiva tranne me: io non vedevo quello che vedevano gli altri,non era la stessa donna dai capelli scuri e lo sguardo magnetico con addosso soltanto un bikini borchiato che tutti vedevano stampata su quella copertina,non eri la donna muscolosa ma con le forme al punto giusto che vedevano gli altri uomini nè la femminista coraggiosa (o la puttana per le invidiose) che vedevano le altre donne. Io vedevo una persona esprimere l'esasperazione della propria essenza, una donna che voleva dimostrare a tutti i costi di essere qualcuno, un personaggio che si nutre di apparenza e vanità e sceglie la forma più provocatoria e immediata per far parlare di sè. Forse negli anni lo hai capito, non ti serviva affatto far vedere agli altri quanto eri donna perché tutti ora lo ricordano anche a distanza di quasi due decenni da quella copertina. Non ho detto una parola tutta la sera: tu avevi buttato via il mio più grande sogno e quello che originariamente era anche il tuo, quell'opportunità di coronare il sogno della tua carriera sportiva con un titolo che io rivolevo indietro da mesi e pensavo che nessun altro potesse meritare se non me. Speravo che tu accettassi quel titolo, volevo solo proteggerti dalle critiche ma il tuo agire alle mie spalle non ha fatto altro che spingermi ad essere ancora più arrabbiato con te. Non mi importava davvero di che cosa avrebbero pensato di me, sapevo che non mi andava di farlo in prima persona ma non ci vedevo niente di male in un servizio di nudo se era quello che davvero desideravi, ma so che non era vero perché il tuo reale desiderio era quello di ricevere attenzioni e ammirazione e solidarietà... cose che avrei dovuto darti io, io ero la persona che te lo aveva promesso e che avrebbe dovuto farti sentire al sicuro dalle tue insicurezze e aiutarti a ritrovare la tua vera identità. Quel Paul non era il vero Paul, era soltanto lo spettro del vecchio me riempito soltanto di odio profondo: apparente odio verso gli altri, reale odio verso sè stesso. Il lavoro era tutto ciò che avevo all'epoca, mi sentivo bene soltanto quando ero The Game perché dentro al ring ero rispettato, ero chi volevo essere e potevo avere anche ciò che nella vita reale mi era proibito,ovvero la figlia del capo, la ragazza tanto sexy ma quanto irraggiungibile che tutti volevano e che io potevo avere soltanto per ripicca nei tuoi confronti e nei confronti della vita. Lei è profonda, è riuscita a scavare dentro di me e a leggere i miei punti deboli soltanto da uno sguardo e aveva capito che se voleva avermi avrebbe dovuto soltanto permettermi di fare ciò che volevo. Non ho mai potuto essere chi volevo: non mi sono mai sentito bellissimo, non sono mai stato temuto e rispettato e non ho mai avuto potere in vita mia, sapevo che volevo lasciare un segno nel mondo e che lottare era il mio unico talento e, da quando il mio sogno più grande di avere una famiglia mia si era sgretolato, l'unica cosa che mi restava per sentirmi realizzato era far crescere quello che c'era di buono in me e diventare una leggenda del wrestling. Inizialmente non credevo di stare male, il mio sogno era legittimo e tutti coloro che mi amavano mi avevano incoraggiato nell'aspirare a una posizione migliore ma poi ho perso il controllo quando lei è entrata nella mia vita. Già, Stephanie mi ha permesso di montarmi la testa e il fatto che io le piacessi non ha fatto altro che distruggermi. Non voglio dire che il suo intento fosse quello di farmi del male, no,lei non ha colpe se io sono stato un egoista. Io le piacevo, so che tu non la pensi così ma al cuore non si comada. Lei mi piaceva,all'epoca io e lei stavamo bene e avevamo in comune il fatto che entrambi fossimo pieni d'odio verso gli altri, entrambi davamo la colpa al mondo per i nostri problemi e la sua storia della maternità non ha fatto altro che farmi sentire compreso. Non provo rancore, lei ha soltanto fatto la sua mossa in quel gioco assurdo e imprevedibile chiamato amore e io ho sbagliato la mia. Mi voleva per sè e io volevo tutto quello che aveva da offrirmi, la nostra chimica era innegabile e non penso che ancora oggi potrei cambiare il destino. Ma c'è una cosa di cui mi pento, e non è quella di aver ceduto al fascino di un'altra donna ma quella di non averti detto niente. Ti avrei risparmiato tanta sofferenza,ci saremmo allontanati in pace per poi ritrovarci come il destino ha voluto. Ma più forti e consapevoli delle nostre esperienze. Avrei capito subito che mi mancavi e forse me ne sarei pentito prima. Ero debole e anche lei lo era, non sarò mai giustificato per aver tradito ma io credevo davvero che Steph fosse più giusta per me. Lei sapeva soddisfare i miei vizi e nutrire il mio ego, in quegli anni avevo un'idea distorta dell'amore e mi ero illuso che amare significasse compiacere l'altra persona. Ma amare significa anche lasciare andare se è quello che serve a chi ami. Io non ho saputo amarti, avrei dovuto lasciarti andare ma il mio egoismo diceva no. Io dovevo fare quello che Steph si aspettava da me,ovvero tacere per paura di suo padre e degli scandali, vivevo per quei momenti in clandestinità che erano ciò mi faceva sentire vivo, mi dava adrenalina. Tenevo a te amore, ma non ho saputo amarti. Avrei dovuto lasciarti andare: due persone perse possono solo cadere insieme. Dovevamo ritrovare noi stessi. Oggi direi che avrei soltanto dovuto resistere e rimanerti accanto, ho capito invecchiando che gli impulsi carnali non sono poi così importanti quanto i momenti trascorsi insieme ed è da quando ho avuto tre bambine che mi sono stancato di fare sesso. La mia epoca in quell'ambito è finita,non credo di avere ancora molto da dare e non mi importa più di quanto possa provocarmi una donna, io ho fatto il mio dovere biologico e ho capito che con gli anni l'atto perde di valore. Eravamo nel pieno della nostra vita ed eravamo ancora giovani, Steph era una giovane adulta e la sua bellezza sbocciava ogni giorno di più e io ero solo un uomo che per la prima volta aveva realizzato che era arrivato il suo momento di vivere appieno la sua vita professionale e personale perché nulla sarebbe tornato indietro. Sentivo che non avrei più avuto una famiglia, che tra noi non si sarebbe potuta trovare una soluzione e che l'unica cosa che dovevo fare era trovare il coraggio di lasciarti andare per permetterti di ricevere l'amore che meritavi. Credevo che con Steph avrei avuto una seconda possibilità, pensavo che la vita mi avesse permesso di tornare indietro nel tempo di 7 anni che corrono tra me e lei per poter avere un matrimonio felice e dei bambini... Se solo avessi potuto resistere ai miei impulsi forse io e te staremmo ancora insieme e avrei tutto ciò che rimpiango: una persona da amare, non una compagna di vecchiaia come lo sarà mia moglie ma una persona con cui vivere la vita in tutte le sue fasi, con cui fare l'amore per unire le nostre anime e non solo per soddisfare i miei bisogni fisiologici che ormai sono sempre più scarsi. Credevo che avrei perso la mia carriera quella sera e ho negato a me stesso l'evidenza, ho negato come quando facevo qualche stupidata da bambino e mia madre mi picchiava, ho negato come ho sempre fatto davanti a qualsiasi problema interiore perché i veri uomini non possono permettersi di piangere. Dovevo fermarmi e riflettere, persino il mio corpo me lo chiedeva disperatamente e uno stop a casa da solo nei boschi del New Hampshire mi avrebbe soltanto smosso la coscienza. Ho preferito soffocare quel dolore. Credevo di non poter più fare niente, che avrei perso Steph se me ne fossi andato e temevo che tu avresti potuto scoprirci e peggiorare, credevo che la malattia ti avrebbe consumata se io ti avessi lasciata sola e non sapevo che cosa fare. Steph mi dava tutto ciò che desideravo, mi ha permesso di scalare fino ai vertici superando gli altri in modo ingiusto ma io non lo vedevo, ero solo assetato di potere e pieno d'odio verso la vita e credevo che ciò che io mi meritavo era quel dolore alla gamba per essere diventato un essere spregevole. Era la mia cicatrice,l'unica cosa che ancora mi ricordava che stavo precipitanto nella fossa che io stesso continuavo a scavare perché illuso dal pensiero che fosse l'unico modo per non caderci dentro. Era un circolo vizioso,finché poi tutto non si è rotto. Quel quadricipite si è strappato, il mio doppio gioco è finito. Non mi restava altro che piangere, ma i veri uomini non piangono mai.
1 Gennaio 2001
Pov. Chyna
"Amore tra poco siamo arrivati. Non ti ricordavi nemmeno di avere questa casa,perché devi tenermi il broncio? Ho guidato per quattro ore e ancora non mi hai parlato!". "Non ti ho parlato perché semplicemente tu mi hai nascosto che la casa non era mai stata venduta!". "Jo,mi dispiace. Volevo tenerla per me, per portarci i miei nipoti... so che non eri d'accordo e quindi non ti ho detto niente. Ok? Mi dispiaceva venderla dato che io, a differenza tua, io ci tenevo quando abbiamo deciso di comprarla". Mi volto dall'altra parte, mi fa malissimo la schiena e vorrei solo scendere dalla macchina ma non mi va più di parlare con quel cretino. "Ti ho sempre detto fin dal principio che non ero d'accordo, ma tu hai agito lo stesso. Ti avevo detto di sì perché con dei figli sarebbe stato carino... Mi è arrivata una bolletta della luce esorbitante a nome di entrambi, direi che questa situazione va risolta. Quando cazzo ci sei stato? Rispondi!". "Ti ho detto che non ci sono stato! Sono stato qui solo quando sono andato da mia sorella,comunque la domestica ha acceso più volte il bagno turco e credo di aver dimenticato la luce del vialetto accesa per un mese finché non sono venuti a fare il controllo di routine". "Ho già sentito questa storia,come può una sola lampadina consumare quanto una famiglia di 6 persone?". "L'ho pagata io la bolletta Jo, basta. Siamo venuti apposta per informaci, andrò io all'ufficio in comune". Improvvisamente accosta nella corsia di emergenza fermando il motore: "Che succede?" "Scendi!" "Ma... sei impazzito?" "Non hai fatto altro che lamentarti tutto il viaggio! Mia sorella ha usato la casa, era più vicina all'ospedale. Non te l'ho detto perché ho promesso di non farlo, non voleva approfittarsi di noi. Lo sai com'è fatta... tanto a te non cambia nulla, ora che lo sai cosa cambia?". Resto zitta per non alzargli le mani addosso, non riesco veramente a sopportarlo. Rimette in moto l'auto prima che ci fermino per multarci e riprendiamo il viaggio, la nostra uscita è a pochi metri e ci mettiamo in coda al casello. "Le conviene un abbonamento " afferma uno sfigato alla sbarra. "Ma perché?" Domando a Hunter sbigottita. "Non so, sarà una promozione". "No,rideva! L'ha detto come se ti vedesse spesso a Bedford". "Non so, forse si ricordava di quando andavo da Lynn. Sono venuto spesso ultimamente per mio cognato". "Immagino non escano molte macchine a Bedford". "Che cosa intendi insinuare?" Hunter è decisamente irritante, odio la sua saccenza e vorrei solo che chiudesse la bocca una buona volta. "Niente. È una cittadina piccola, forse si ricorda di te. Questo ho detto". "È da quando siamo partiti che non fai altro che rimproverarmi". Non ce la faccio più, adesso basta: "Hunter,vaffanculo. Vaffanculo! Veramente, vaffanculo. Non ti sopporto più. Sei tu che continui a parlarmi in questo modo,che ti atteggi come un coglione nei miei confronti: da quando ho incassato l'assegno di Playboy tu non fai altro ch essere arrabbiato con me, mi contraddici ogni volta che apro bocca pensi che io sia pazza, sì, pensi che io sia pazza! Fammi vedere quella casa! Portami in casa Hunter,fammi vedere perché non mi hai detto che la avevamo ancora. Tu sei pazzo! Perché avresti dovuto raccontarmi una tale bugia? Non sopporto le bugie. Io sono Chyna, nessuno può dirmi bugie! So che mi stai mentendo, perché lo hai fatto? Io non ho problemi con tua sorella, per quale motivo non mi parli? Pensi che io non abbia un cervello abbastanza sviluppato per capire? Eh?". "Penso che tu voglia lasciarmi. Non ti interessi più a noi e della casa non ti è mai importato". "Tu dai sempre le colpe a me! Non sei mai a casa! Non mi consideri, non mi ami più! No! Tu non mi capisci, tu hai sempre da darmi contro, tu sei geloso di quelle foto...". "Basta!" Esclama uscendo dall'auto per poi sbattere la portiera con forza. "Hunter, giuro che se non mi spieghi-". "Questo è. Vieni". Mi trascina per un braccio dentro casa,io mi libero facilmente e lo lascio indietro nel vialetto. "Ti vergogni di me? Eh? Perché vuoi trascinarmi in casa? Non vuoi farti vedere con me?". "Dai,basta. Non è vero. Non è il caso che tu urli. Entra: vedrai che è tutto come prima. Non ci sono stato molte volte, ci sono le cose di mia sorella". Entro subito in casa ed effettivamente sembra tutto come lo avevamo lasciato tempo fa: sono solo stati aggiunti dei tappeti e qualche oggetto di arredamento di dubbio gusto, Hunter sa che odio i profumatori e ce n'è uno alla lavanda proprio vicino alla porta. "E così Lynn viene qui quando Gordon ha i ricoveri". "Sì... forse c'è qualcosa nel frigorifero". Vado subito a controllare, probabilmente qui qualcosa starà marcendo conoscendo Hunter. "Amore, che fai?" Mi domanda preoccupato mentre si toglie le scarpe. "Controllo se c'è qualcosa in frigo da buttare, hai detto che sarà almeno un mese che nessuno viene qui dato il ponte delle feste. Comunque avresti dovuto dirmi che Lynn usava questa casa, avremmo aggiunto le cose che mancavano e poi le avremmo fatto comprare della biancheria nuova". Hunter si avvicina di nuovo a me abbracciandomi da dietro la schiena, nel frigorifero non c'è nulla di vecchio e sembra che tutto sia stato controllato di recente. "Ho fatto venire la domestica prima del nostro arrivo". "Ma avevi detto che era in ferie". "Beh... sì, lei è in ferie ma mia sorella ha mandato una signora che conosce, voleva ricambiare il favore". Mi lascio andare fra le sue braccia, finalmente passeremo qualche giorno da soli prima di tornare in città e questa atmosfera invernale che regalano i boschi innevati è piuttosto suggestiva. "Stai ancora male?" Mi domanda sciogliendo l'abbraccio. "Sì, a restare seduta in macchina il mal di schiena è aumentato". Mi accompagna al piano di sopra per mettemi a letto, le camere profumano di pulito e il letto è stato sistemato senza nemmeno una grinza quando noto che nella camera ci sono oggetti di qualcun'altra: "Hunter, tua sorella dormiva qui?" Gli domando indicando i barattoli di crema dimenticati su uno dei comodini. "Ah, deve aver dimenticato queste. Gliele porto stasera". "Ma no Hunter, lascia lì! Accompagnami nella stanza degli ospiti, non voglio che metti mano nelle sue cose. Così la prossima volta che verrà qui avrà già tutto, ci sarà qualcosa anche nei cassetti". "Questa è la nostra camera, e poi ha già portato via tutto. Non è casa sua comunque, per quanto mi faccia piacere che venga non sono d'accordo sul fatto che lasci qui tutte le sue cose". "Amore, porta tutto nella stanza degli ospiti. Che problema c'è se lascia qui qualcosa? Tanto noi non veniamo spesso, e poi tu hai la tua stanza e lei la sua". Mi sdraio a letto aiutata da Hunter, il dolore è troppo forte e gli chiedo di spegnere la luce per lasciarmi riposare ma prima afferra velocemente i prodotti sul comodino e apre tutti i cassetti e le ante degli armadi: "Qui non c'è più nulla, metto via queste". "Ok, mi raccomando fai silenzio se accendi la tv". "Smettila, non faccio apposta per disturbarti". "Ma io non ho detto questo! Devi sempre travisare tutto quello che dico!" Aspetto che se ne vada sbattendo la porta,spero che questi giorni di vacanza dal lavoro possano aiutarlo a tornare in sè.
Pov. Triple H
Prendo le creme viso di Stephanie e le metto nel cestino sul retro, mi chiedo perché fossero ancora lì e per quale motivo non la domestica non le abbia buttate via. Lei sa che vivo da solo, avrebbe potuto arrivarci! Prendo il cellulare e salgo in macchina, non posso parlare nei pressi di casa perché Jo rischierebbe di sentirmi. Accendo il motore con la scusa di andare a comprarle una medicina e mi allontano un attimo da casa, percorrendo tutta la via per far sì che non possa vedermi uscendo sotto al portico per qualsiasi eventualità e mi fermo in un piccolo parcheggio nei pressi del fiume. La chiamo senza esitazione, Steph non ha idea dei casini che poteva farmi passare: "Steph, ti avevo detto di portare via tutto da casa mia! Ma... hai lasciato qui le tue cose! Sei impazzita?" Segue una pausa di silenzio piuttosto lunga, forse il segnale non è buono. "Sono le undici del mattino, cazzo! È il primo dell'anno! Pensavo fosse un'urgenza, torno a dormire...". "Amore è davvero un'emergenza!". "Ma che ne so... ho mandato la mia domestica a prendere tutto, mi ha portato lo scatolone e c'era tutto. Non ha lasciato niente". "E invece ti sbagli, c'erano le tue creme sul comodino della mia camera! Jo è andata lì a dormire!". La sento muoversi sotto alle coperte, non dovrei nemmeno perdere tempo a parlarle dato che sarà ancora ubriaca dalla sera prima. "Aspetta un attimo... le creme quelle per il viso? Ah... ecco perché ieri sera non ho potuto fare la skin care". "Stephanie ma quanto hai bevuto ieri?". "Troppo... non mi sento bene...". Spero che non le sia scappato nulla riguardo a noi, io la uccido al mio rientro. "Steph, ma con chi parli?" Una voce femminile in lontanaza sembra stare meglio di lei quando la sento allontanarsi dal telefono. "Pronto! Stephanie? Sei in linea?" "Pronto?" "Con chi parlo? Dov'è Stephanie?". La voce di prima ha preso in mano il suo telefono, sono fottuto. "Sono Amber, un'amica di Steph. In questo momento sta avendo un piccolo incidente... ieri sera ha un po' esagerato con gli shot, le feste in casa di Shane sono sempre così fighe! Comunque tu sei il famoso Paul, vero? Biondo, capelli lunghi, fisico pazzesco, situazione complicata... mi ha parlato di te, complimenti per l'anello che le hai dato, è stupendo!". "Eh... grazie". Stephanie è stupida,come ha potuto dire di noi alle sue amiche? "Ieri sera ha avuto un piccolo momento di crisi... mi ha detto che avete una casa e che tu le hai chiesto di portare via la sua roba. Senti,io conosco quelli come te: se le spezzi il cuore sappi che dovrai vedertela con me e suo padre". "Che cosa ha detto?" Le domando preoccupato mentre sento Steph tossire in lontananza. "Ha detto che doveva fare una telefonata ieri verso le due, era ubriaca e quindi le ho detto di lasciar stare il suo telefono. Non ha detto niente, ha solo detto a suo fratello che è in una relazione complicata. L'ho portata via e l'ho fatta salire in camera,abbiamo continuato a bere shot da sole e mi ha raccontato tutto. Piangeva e diceva cose prive di senso, a un certo punto mi ha chiesto di aiutarla a cercare le sue creme perché voleva fare skincare e l'ho assecondata, ero un po' brilla anche io e non volevo che piangesse per una crema ma a quanto pare abbiamo capito dove ha lasciato il suo set di scorta". Devo parlarle, se Shane sapesse qualcosa? "Come sta adesso? Passamela". "Secondo te? Di merda, sta ancora vomitando. Un amico di Shane deve averle messo qualcosa nel bicchiere, ha passato un paio d'ore a barcollare e a dire che si trovava in New Hampshire". "In New Hampshire? Perché?" Fingo di non sapere niente per capire quanto sa di noi: "Forse a casa tua? Non sono stupida, ho capito che le hai chiesto di portare via le sue cose perché non puoi permetterti di far sapere alla tua famiglia e alla tua donna che siete amanti. Ma tranquillo, io sono amica di Steph dalle elementari, può fidarsi di me. Non dirò niente, non voglio ferire la mia migliore amica e tanto meno tradire la sua fiducia. Ma sappi che se la fai soffrire ancora sei fottuto. La gente era ubriaca e non ci ha fatto caso, rideva e basta... poverina diceva di essere in New Hampshire e che era triste di andarsene, piangeva e diceva a tutti che le piaceva il bosco. La prendevano tutti in giro, per fortuna poi c'è stata una rissa tra suo fratello e il suo amico pusher. Mi ha abbracciata e mi ha chiesto se fossi Paul, per fortuna nessuno ha sentito. Lei ti ama davvero, smetti di fare il coglione con lei". Sento un brusio improvviso dall'altra parte del telefono, Amber mi ha passato Stephanie e mi ha detto di non preoccuparmi perché erano in stanza da sole. "Amore... come stai?" Le domando con un filo di voce, se dovessi avere davanti quel figlio di puttana che l'ha drogata spero che sia abbastanza veloce da scappare. "Mi scoppia la testa... che fine ha fatto la mia crema?" "Le ho buttate via. Amore, te le ricompro, ora però riposati. Quando imparerai a stare più attenta? Ti avevo raccomandato di non ubriacarti, perché accetti bicchieri dagli sconosciuti?" "Io... non lo so, avevo in mano il bicchiere e lo ha riempito davanti a me, Amber dice che mi sono distratta un attimo per guardare Shane che ballava su un tavolo e crede che mi abbiano messo qualcosa... mi dispiace". Prendo un respiro profondo, non so se essere arrabbiato con lei per aver lasciato la sua crema oppure se ascoltare il mio cuore e correre a vedere come sta. "Steph, adesso non pensarci più,ok? Tornerò tra due giorni, poi potremo parlare. Tu cerca di dormire, ti chiamo io quando posso. Mi raccomando, ti scrivo io come al solito. Ti amo". Chiudo la telefonata in fretta, non voglio che riprenda con le sue scene e tanto meno ho bisogno di casini. Lynn sa tutto e andare lì a cena con Jo è proprio un'idea di merda. Odio la mia famiglia. Steph soffre per questa situazione,Jo sofffe e pure mia sorella... ho fatto un casino.
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She never recovered|Triple H & Chyna
RomancePrima parte. Il sogno di Paul fin da quando era ragazzo è sempre stato il wrestling e con tanti sacrifici lo aveva realizzato. Aveva tutto:un buon lavoro, una certa fama e un amore travolgente. Ma un giorno Paul Levesque,ormai conosciuto da tutto il...