Capitolo 90

17 1 0
                                    

24 Agosto 2000
New York, uffici WWF
Pov. Triple H
"Devo tornare al lavoro, ho una riunione con uno sponsor tra un'ora". Odio essere cacciato dopo averlo fatto al lavoro, il tempo insieme non è mai abbastanza e ultimamente ci vediamo solo per lavorare. Si chiude la camicia con disinvoltura come ormai succede spesso dopo aver fatto l'amore in qualche angolo nascosto, non capisco cosa prova per me in questo momento e sono piuttosto confuso. Da quando lei e Kurt si sono baciati di fronte alle telecamere scappa sempre via, non siamo più stati insieme in casa e non so cosa pensare... "Allora? Non dici niente? Ti amo" mi sussurra sulle labbra, baciandomi di sfuggita prima di voltarsi verso la porta. "Steph, aspetta". Prendo coraggio e la trattengo per un polso prima che possa lasciare la stanza, le devo parlare: "Non voglio più parlare di Kurt". "Amore,io non voglio più vedervi insieme". "Interessante... ho da fare,ci vediamo". "Ci vediamo? È così che mi tratti adesso? Per favore,smettila di fare la bambina. Ti ho già detto che per me non è solo sesso, è possibile che non trovi più del tempo di vederci a casa?". "Sono una donna impegnata,sai... anche tu sei impegnato,no? Va bene così, non pretendo che tu capisca". "Steph, ma che discorsi sono? Resta qui!" La trascino di nuovo verso di me, lei subito si libera massaggiandosi il polso pieno di bracciali d'argento. "Abbiamo deciso insieme questa cosa,non ricordi? Questo angle serve solo ad introdurre la loro separazione! Di certo Jo vedendoti geloso di me non apprezzerà il tuo comportamento,  e poi dividerla dal suo Eddie sarà un duro colpo personale...". "Basta,cazzo! Qui non si tratta di loro due, tu mi manchi di rispetto! Hai baciato Kurt davanti a tuo padre e gli hai detto che non era ciò che ti aspettavi... ma cosa ti aspettavi? Avevi delle aspettative su di lui? Porca puttana Steph, è un bacio finto! Kurt non poteva certo metterti la lingua in bocca davanti a tutti, è un uomo sposato... e poi chi ti ha dato quell'anello? Eh? Rispondi! Tu devi toglierti dalla testa Kurt, sempre a parlare di lui... Vai con lui! Avanti! Ma che vuoi da me, mi usi solo come passatempo per quando ti annoi in ufficio. I suoi baci non sono veri, solo i nostri lo sono". "Nemmeno i nostri dovrebbero essere veri se per questo. Paul, tu sei impegnato. Se vogliamo che lei ti lasci devi ascoltarmi. Kurt è solo lavoro, ok? Ho detto quella frase per scherzare, e poi anche se mi avesse messo la lingua in quel bacio che problema c'era? Io e lui non ci amiamo, è solo per le scene. Sarebbe finita lì questa stronzata se solo lui si fosse prestato a questo segmento. E poi tu baci un'altra donna ogni giorno, dovrei essere io quella gelosa". Non la sopporto quando fa così, vederla insieme a Mr. Olimpiadi mi manda fuori di testa. "Steph, io ti amo! Perché non capisci? La sto convincendo a lasciarmi, quando la bacio non c'è amore-". "Nemmeno tra me e Kurt c'era amore. Sei geloso di una cosa del genere? Non ti sei mai limonato qualcuno per scherzo? Così,tanto per fare? Io sì, sapessi quante volte... si vede che non andavi alle feste, giocare al gioco della bottiglia non ti rende automaticamente interessato alla persona che baci". Faccio per andarmene ma lei mi blocca sulla porta dell'archivio: "Ma quanti anni hai? Quindici?" "Ventitrè. E comunque non mi permetterei mai di baciarlo seriamente. Eravamo in diretta mondiale, tutti i presenti sanno che stavamo recitando. Allora i mariti delle attrici cosa dovrebbero dire? Un conto è una cosa di lavoro,un altro sarebbe stato se ci fossimo appartati di nascosto qui nell'archivio. So di avere il tuo anello, non la do a nessun altro. Felice?". "Le attrici hanno alle spalle almeno tre divorzi a testa". Mi trattiene per la maglietta, avvcinandosi alla mia bocca con la sua: "Se non ti fidi di me allora tieni". Afferma mettendomi tra le mani l'anello che le ho dato. "No. Scusami. Hai ragione,è solo una storyline. È che non posso vederlo mentre gli metti la lingua in bocca, mentre finge di guardarti...". "La parte del geloso ti esce bene" afferma decisa rimettendosi il mio anello al dito. "Non ho avuto molte difficoltà a picchiarlo. Mi sa che gli ho fatto male. In spogliatoio mi ha fermato dicendo che forse si era infortunato...". Mi bacia, sentire di nuovo le sue labbra mi fa lo stesso effetto della prima volta,quando ci siamo baciati all'ingresso del backstage... "Hey,guarda che se lo metti fuori gioco dobbiamo cercare un altro terzo incomodo per il nostro piano". "Meglio, così ti bacio io nel backstage". "Come la prima volta? So che non era ufficiale,ma la prima volta in cui ci siamo baciati... intendo davanti alle telecamere,quando mi hai baciata... mi è piaciuto. Non te l'ho detto perché-". "-Perché stavi con un altro e non volevi ammettere a te stessa che non ti piaceva più. È così?". "Sì. Non pensavo che sarebbe nato tutto questo. Non volevo più sposarmi, non volevo che un uomo si intromettesse nel mio lavoro e che avesse a che fare con la mia azienda... però è meglio in due,le vere business women hanno sempre un uomo accanto". Sblocca la serratura dopo avermi chiesto che ore sono mentre guardava il suo orologio come sempre, anche io ho da fare ora... "Con Kurt non è successo niente. Mi ha fatto schifo quel bacio, se si fosse rilassato un po' mi sarei fatta una risata, è solo un collega... è rimasto rigido come un palo della luce, non vedevo l'ora che finisse". "Beh, allora dopo dobbiamo festeggiare questo buco nell'acqua... finirò presto in palestra, Eddie e io abbiamo anticipato le prove e mi hanno cancellato un'intervista questa sera. Jo non sa nulla ovviamente. Prendo una stanza?". Si blocca sulla porta,chiudendo di nuovo la serratura a chiave: "No,ti porto io in un posto. È sicuro, non ti preoccupare. Ci vediamo nei parcheggi. Posso farmi un giro in moto,vero?". "Con la macchina che ti ritrovi mi chiedi un passaggio? Come vuoi, approfittatrice".
Più tardi
"È qui?" Le domando lasciando la moto nel posteggio a pochi passi dal posto, spero di non prendere una multa perché era riservato. "Questo è il parcheggio, dobbiamo attraversare". Stephanie mi ha quasi spinto sulle strisce pedonali mentre ero intento ad ammirare il grattacielo di fronte a noi. "Il verde dura poco!" Esclama ridendo, è strano che non si preoccupi di essere riconosciuta,quegli occhiali da sole non le coprono per nulla il volto. "È molto lontano?" Domando disorientato, qui non c'è nulla al di fuori di due grattacieli molto simili e un po' di palazzi grigi. "È qui di fronte a noi, non vedi?" Mi trascina con forza all'ingresso,un guardiano ci apre subito la porta come se il nostro arrivo fosse atteso e Steph saluta il custode al piano terra con un cenno. Qui dentro anche gli spazi comuni sono ricoperti di moquette, sembra un complesso residenziale a giudicare dalle numerose buche delle lettere presenti vicino alla portineria. Entriamo in ascensore, qui tutto profuma di pulito e quasi mi vergogno ad entrare con il casco in mano e un paio di scarpe sportive ai piedi, quando noto i numerosi pulsanti con i piani: arrivano fino al 45, un po' l'idea di salire così in alto mi spaventa. La vedo premere il numero 38, mi chiedo cosa ci sia ad ogni piano ma sembra non lasciarsi sfuggire nessun dettaglio. "Amore, dove siamo?" Le domando più volte mentre l'ascensore sale, ma lei perde solo tempo a specchiarsi e a sistemarsi i capelli tenendo in bocca una forcina. "Sorpresa?" Mi avvicino a lei e mi diverto ad imitarla fingendo di sistemarmi i capelli a mia volta, forse mi sta portando in una delle case di suo padre e non vuole rovinare la sorpresa. Ci fermiamo al piano 38, appena si spalancano le porte Steph si avvicina subito ad un portone rosso immediatamente di fronte a noi: non ci sono altri appartamenti su questo piano, un piccolo atrio decorato da uno zerbino di dubbio gusto con le frange rosa ci accoglie al nostro arrivo: prende di nuovo le chiavi per entrare, quando sbloccando la serratura esclama: "Benvenuto in casa mia!" Mi guardo intorno stupito varcando la soglia: subito mi imbatto in un saltottino piuttosto lussuoso, entrando si sente ancora un leggero odore di vernice e sembra che nessuno ci abbia mai vissuto dal momento che non c'è nemmeno un oggetto fuori posto. "Steph, da quanto vivi da sola? Non sapevo avessi preso casa!". "Non ci abito ancora,ti ho portato per inaugurarla... l'ho presa due mesi fa, dopo il litigio con papà avevo voglia di scappare il prima possibile da casa dei miei e ho preso casa da sola. Ho dovuto fare dei lavori, non era arredata. Ti piace?". Mi avvicino alle porte per sbirciare nelle altre stanze e mi imbatto nel bagno, dove intravedo una grossa vasca idromassaggio: "Scherzi? È stupendo" rispondo senza pensarci due volte, suo padre le da davvero così tanto di stipendio? "Grazie. Come potevo dire di no? Quando ho deciso di andarmene ho chiamato un amico dei miei, è proprietario di alcuni complessi qui a New York e subito mi ha trovato questo appartamento: il grattacielo è suo, è stato inaugurato da poco e mi ha offerto questo posto in cambio di un po' di pubblicità". "Non l'hai pagato?" "Più o meno...finanziamo spesso i suoi progetti, ha solo ricambiato un favore. Lui e papà si conoscono da anni, appena gli ho confessato di voler uscire di casa mi ha detto che capiva perfettamente i motivi per cui io volessi scappare da mio padre. Il solito coglione, per questo vanno così d'accordo. Ho pagato i mobili e il resto dei lavori, devo dire che sono soddisfatta di come è venuto. Domani la ditta di traslochi porterà le mie cose,così non tornerò a Greenwich mai più. Voglio bene a mio padre,ma qui sono più vicina alla mia sede e poi ho bisogno di stare sola". Apro la porta rimanente, subito mi trovo in una grande camera da letto con una vista spettacolare sulla città: " Questa è la stanza più bella, doveva essere per gli ospiti ma anche se è più piccola ha un panorama...". "È bellissimo" rispondo avvicinandomi a lei per abbracciarla da dietro le spalle. "Sei il primo che l'ha vista finita. Pensavo di dare una festa appena possibile, tu ci sarai vero?" "Certo". Finalmente non dovremo più nasconderci da suo padre in ufficio,non vedevo l'ora. "Mia madre è felice che io me ne andrò. Me lo aspettavo, mi ha detto che sono una delusione perché vivo ancora lì alla mia età. Se solo lei e papá si parlassero, era lui che non voleva. Sono due giorni che piange, non ti conviene parlargli perché è un po' nervoso". Sorrido al pensiero di Vince con un fazzoletto in mano, non penso di riuscire ad immaginarlo mentre piange. "Non è felice?" "Per niente. Ieri sera mi ha detto per l'ennesima volta che non devo ascoltare mia madre,  che mi ha avuta solo per riparare il matrimonio e per farlo felice... le solite cose che sento da entrambi, onestamente è giunta l'ora che affrontino i loro problemi. Mi hanno sempre detto che continuavano a convivere per noi, ma ora che siamo entrambi fuori casa spero che si faccia una vita con quel cretino del suo amante. Mi sta sul culo, però se sono felici loro... non è facile ammettere di essere gay, o qualsiasi cosa sia mio padre,a volte lo vedo insieme a delle donne o addirittura con mia madre e sono sempre più confusa. Mi sento sempre in mezzo ai loro litigi e soprattutto da quella camera sento ogni singolo orgasmo. Non ce la faccio più,ti giuro". Mi siedo sul letto sistemato da poco e lei mi segue sedendosi accanto a me. "La mia prima casa non era decisamente come questa. Anche a me dicevano le stesse cose: quando lasci casa dei tuoi, dovevi andare al college, cambia lavoro se non prendi abbastanza... Solite cose, avevo ventuno anni quando mi sono preso la prima casa. Io volevo andarmene ma non sapevo come fare,i soldi che prendevo cercavo di tenerli da parte perché io volevo fare un corso di wrestling prima di ogni altra cosa e volevo andarmene da Nashua, ma non erano abbastanza nemmeno dopo anni di lavoro dato che da minorenne prendevo giusto i soldi della benzina per l'auto. Ho fatto il tuo stesso errore, ho deciso di andare a convivere subito senza aver avuto una casa mia prima di allora. Mia madre mi aveva rotto le scatole,e poi a quel punto avevo rinunciato alle mie ambizioni perché volevo sposarmi e avere una vita con lei quindi ho firmato per diventare manager di altre due palestre della zona oltre alla mia e ho comprato la prima casa della mia vita. Faceva schifo, era una minuscola villetta a schiera con 3 stanze: aveva una striscia di prato che non tagliavo mai quindi in estate si bruciava e in primavera cresceva in altezza, poi un salotto con una cucina e al piano di sopra la camera da letto e un bagno. Oggi non ci passerei nemmeno una notte lì, però allora non avevo molta scelta e per illudermi che fosse più grande avevo iniziato a riempire ogni singola parete di poster. Il primo che ho appeso è stato quello di Ric Flair, era il mio idolo!" Stephanie mi abbraccia, posando la testa sulla mia spalla mentre osserva la città con me: "Ma dai,non era male! Quasi nessuno a quell'età riesce a prendersi una casa,io al college vivevo con i soldi dei miei come quasi tutti i ragazzi. Non penso proprio che facesse schifo, io mi rendo conto di essere privilegiata quindi non devi paragonarti a me. Anche se essere così ricchi non è così tanto bello, so che pensi che io possa fare quello che mi pare e che posso vivere in queste case... però è da quando ho iniziato la scuola che frequento gente ricca e ti assicuro che sono tutti molto falsi. Quasi tutte le mie amicizie sono false e poi c'è sempre la gara a chi è più ricco: quando ho iniziato le elementari in una scuola privata non eravamo così ricchi come adesso, stavano girando i primi soldi della compagnia ma non eravamo manco lontanamente dei milionari e tutti gli altri mi prendevano in giro dicendo che il wrestling è falso. Le amicizie guardano solo ai tuoi soldi e mai a te. Però con te è stato diverso". "Da quando sono ricco nessuno è più mio amico. Credevo che Shawn fosse mio amico, evidentemente era solo l'ennesimo invidioso perché ha dovuto cedermi il suo posto. A Nashua avevo degli amici dalle scuole, anche in palestra... quando andai a convivere iniziarono ad essere invidiosi di me, quando me ne andai li persi. Ora quando torno nella mia città non posso nemmeno passare in macchina che fingono di volermi ancora bene. Mia madre vuole che mi sposi con una dell'alta società e sul giornale di Nashua scrivono di me come se fossi l'arricchito e orgoglio della città. Tu hai più soldi di me, capisci cosa intendo. Al lavoro litighiamo per i titoli, ma si sa che tutti vogliono i soldi della cintura. Per me vincere un titolo è una soddisfazione prima che un premio in denaro, vorrei entrare nella storia come Ric Flair oppure Hulk Hogan, vorrei essere una leggenda. Quel pirla di Dwayne Johnson vorrebbe fare l'attore, lo dice sempre, vuole la cintura solo per poter scrivere i suoi promo del cazzo e farsi un gruzzolo per il suo primo film. Vorrebbe un ingaggio a Hollywood, mandatelo lì cazzo!". Steph è scoppiata a ridere immediatamente: "Perché ridi?". "Anche Shane voleva girare un film sulla sua vita,sua moglie lavora nel cinema e le ha chiesto di lavorare a una pellicola. Per fortuna non l'ha fatto, avrebbe dovuto omettere una buona parte della nostra vita. Non ce lo vedo come attore". La vedo rattristarsi improvvisamente, c'è qualcosa che mi nasconde da sempre e vorrei capire cosa sia. La abbraccio forte a me stringendola al petto, ciò che ha subito con suo figlio è stato orribile ma non so che ruolo abbia suo fratello in tutto questo da farla piangere. "La parte della gravidanza rimarrà una storia tua, lascia che faccia il suo film. Tanto parlerà della sua vita, non della tua". "Le nostre vite sono uguali. Ciò che mi hanno fatto se lo ricorda meglio di me, forse anche con lui ci hanno provato. Era lui a difendermi molte volte, quando è andato via al college però avevo solo dodici anni e non c'era più nessuno che potesse proteggermi, mio padre lo ha mandato a Boston e io senza mio fratello non ho più avuto una vita. Lo chiamavo continuamente, il primo anno tornava a casa ogni mese pur di rivedermi". "Steph, chi ti ha fatto del male? Avanti, dimmelo!". Le accarezzo i capelli per cercare di tranquillizzarla ma il mio tono di voce arrabbiato la spaventa ancora di più facendole nascondere il viso sulla mia maglietta, le sue lacrime bagnano velocemente il tessuto facendomi sentire ancora più caldo. "L'ultima cosa che voglio è farti del male. Dimmi cosa ti hanno fatto, qualcuno morirà stasera". "No!" Urla disperata per poi stringersi più forte a me,la abbraccio cercando di tranquillizzarla per farla parlare ma le tremano le mani: "Non dovevo dirtelo, non puoi saperlo". "Adesso si che voglio saperlo, mi parli sempre dell'amante di tuo padre e non ci ho mai capito niente su questa faccenda, hai detto che lo conosco... quest'uomo le prende". "No! Paul, ti prego... non puoi farci niente. Ci ho provato a dirlo, tutti quelli che sapevano sono stati minacciati, licenziati o denunciati per diffamazione. Non ho le prove, non basta il mio racconto". "Dimmi che cosa ti ha fatto. Che prove? Avanti!". "Amore no, non puoi saperlo. Non mi ameresti più, non dovevo dire niente! Non so perché mi è scappato quella sera in vasca". "Perché ti fidi di me. E perché devi dirmelo. È una cosa seria, io non smetterei di amarti per quello che hai subito da un uomo". "Il mio ex storico ha smesso di amarmi. Si è stancato della situazione, di mio padre che non faceva nulla e...". "Steph... quando è successo? Quanti anni avevi? Immagino che non l'abbia scelto tu, non l'hai tradito. Amore, ti va di raccontarlo?". Mi sdraio sul letto nuovo di zecca e lascio che prenda un attimo il respiro facendola sdraiare sul mio petto: "Avevo... avevo dieci anni,lui la mia età di adesso. Ventitrè ". Si blocca subito per piangere, credo che non l'abbia mai raccontato perché si vergogna così tanto da non guardarmi in faccia. "Amore, guardami. Non è colpa tua. Dimmi cosa è successo, ti farà bene". "Lui e papà già stavano insieme, me l'aveva fatto conoscere da poco. Prima papà mi portava in viaggio con lui da soli, ma poi si è aggiunto anche il suo fidanzato e inoltre era sempre a casa mia, a volte c'era pure sua moglie. Lei è una brava donna, anche se quando avevo trovato il coraggio di dirlo non mi ha creduta. Si è sempre nascosto, passavamo molto tempo insieme ed era diventato un patrigno secondo mio papà. Avevano una specie di relazione aperta loro due, la moglie aveva altre persone e lui aveva mio padre. Andavano tutti d'accordo, e tutt'ora mio padre lo ama. È preso da questo stronzo, non vuole che io parli e dice che sono solo invenzioni. Avevo dieci anni, ero a casa da sola con lui, mi affidava spesso a lui quando andava in palestra a orari assurdi e dormivo in camera mia. È entrato e...  mi ha toccata ovunque con la scusa di abbracciarmi, per questo non mi sono alzata dal letto, e poi mi ha messo una mano nei pantaloni, l'altra sotto la maglietta e mi ha detto che mi sarebbe piaciuto... è stata la prima volta,non mi è piaciuto per niente ma non sapevo cosa pensare. Faceva solo male. La seconda volta mi ha portato un sex toy, diceva che era un gioco... mi ha sempre detto che giocava con me, che era un segreto tra di noi. Io gli ho creduto, fino a quando non mi ha scoperta il mio ragazzo. Mi ha chiesto se io fossi davvero ancora vergine dato che non gli sembrava affatto che non sapessi farlo e avevo troppi giocattoli per non avere esperienza... io avevo detto che lo ero, perché ero troppo ingenua per capire e pensavo che fosse diverso in una relazione, che fosse normale fare questi giochi e che non stessimo facendo sesso. Non avevo capito niente e mi aveva presa in giro, alla mia prima vera volta avevo tredici anni ed era presto, lo so, ma ancora mi chiedo come io abbia fatto a non rendermi conto che mi stava solo usando per le sue schifezze da pedofilo. Non sapevo nemmeno che cosa fosse il sesso, la prima volta che l'ho fatto è stato solo perché il mio ragazzo ha iniziato a toccarmi e io ho fatto di conseguenza come facevo sempre. Ormai era qualcosa che io facevo senza pensarci, non posso negarti che mi sia crollato tutto addosso dopo quel giorno. Mi chiedeva se io avessi mai fatto sesso prima d'ora, se fossi pronta a farlo,ma io non sapevo che quello che ero costretta a fare era la stessa cosa. L'ho fatto e basta. Mi chiedeva se mi stesse piacendo, se io sentissi male, cosa volessi fare e poi mi diceva cose belle, è stato tutto diverso e mi sono chiesta per un po' se fosse sbagliato fare quello che il compagno di papà voleva, se anche quello fosse un atto sessuale. Mi obbligava, mi prendeva e mi faceva quello che voleva e io ero abituata a prestarmi a questo gioco perché dovevo subire. Mi sono chiesta per un po' se fosse giusto quello che facevamo, il mio ragazzo ha capito che c'era qualche problema quando ogni volta non chiedevo mai niente, mi mettevo lì e aspettavo che lui mi facesse qualcosa anche se non mi andava. Ogni volta che lo vedevo mi baciava e io non capivo più niente, mi toglievo tutto e aspettavo pensando che il suo intento fosse quello. Il fidanzato di papà faceva così, mi diceva di volermi bene e mi baciava e mi ripeteva ogni volta che se io gli volevo davvero bene dovevo dimostrarglielo facendogli qualche cosa. Io gli volevo bene, credevo che i sex toys che mi regalava fossero davvero dei giocattoli e che lui lo facesse perché mi dimostrava lo stesso. Mi diceva che era il nostro segreto. Lasciavo che facesse, le volte successive non mi ha dato più fastidio, anzi in fondo sotto sotto mi piaceva...". Scoppia di nuovo a piangere ininterrottamente, mi sento così impotente davanti a lei e non riesco nemmeno ad aiutarla, non so cosa fare. "Steph... perché ti piaceva?". "Non lo so... fisicamente... mi piaceva. Non so perché, io ero convinta che fosse una bella cosa e credo che lui riuscisse a...". "Amore...". Stephanie sta di nuovo tremando tra le mie braccia, non posso credere che un uomo adulto possa fare questo a una bambina. "Amore, non sentirti in colpa. Non sapevi nemmeno cosa stavate facendo, è tutto ok". "Non lo è, a me piaceva e per questo lo tenevo segreto". "Amore,no. È solo colpa sua, ricordatelo. Il fatto che ti sia piaciuto non dipende da te,non sapevi che era sbagliato e poi un adulto sa come fare. Perché non lo denunci?". Prende un respiro profondo,cercando di asciugarsi con un fazzoletto: "Perché non ho le prove. Nessuno ha mai visto, non sono mai andata in ospedale e oltretutto avevo già una relazione, ero consenziente quando l'ho persa... quando il mio ragazzo ha capito che c'era un problema io ero confusa, non sapevo che fosse una cosa sbagliata e mi ha aperto gli occhi. Mi ha chiesto chi mi avesse dato quella roba che avevo nel mio cassetto e io ho parlato, volevo capire la verità. Mio padre ha negato tutto, ha detto che ero io a fraintendere e che non c'era nulla di malizioso in quel che faceva. Lo capisco,non ha mai visto con i suoi occhi. E poi lo ama. L'unico modo per dimostrarlo era portami a visitare,mio padre mi ha portata e lì ha scoperto che non ero più vergine. Però io ormai avevo avuto rapporti con un'altra persona quindi non aveva più senso mentire, lo avrebbe scoperto da sè dato che sapeva della mia frequentazione,inoltre era passato troppo tempo dall'ultima volta per poter fare degli esami. Mi ha detto che dovevamo finirla di inventare scuse per coprire il fatto che stavo con uno più grande di me e che lo avrebbe denunciato se avesse detto altre cose sul suo amante. Non ho più parlato per il suo bene, avevamo un po' di differenza di età e legalmente parlando sarebbe stato un reato. L'avevo voluto io, non era giusto e soprattutto il coglione aveva già pagato con il setto nasale spaccato. Da allora non l'ha più fatto, solo che ha continuato a molestarmi per un po'. Non potevo uscire dalla doccia che mi guardava sempre, un giorno avevo l'uniforme della scuola e avevo la gonna un po' alzata,non me ne sono accorta e lui ha iniziato a fare commenti. Ho deciso di ignorarlo e di parlarne con mio fratello, quando c'era lui si è sempre messo in mezzo per impedire che accadesse ma non sapeva cosa accadeva quando non c'era. Gliel'ho raccontato, da allora quando lui era in casa veniva sempre a trovarci per impedire che lo facesse. Ha smesso quando un giorno gli ho tirato una sberla davanti a tutti, aveva appena fatto un commento su quanto fossi bella e su quanto io sicuramente scopassi... mio padre stava per picchiarlo, ma ci ho pensato io. Non ha più osato". "Ma perché non lo denuncia? È evidente da quello che dice!". "Gli racconta un sacco di bugie. Si amano, non so cosa farci. Si supportano l'uno con l'altro,  papà dice che crede al suo uomo e che non farebbe mai niente del genere a me. Ha detto che era solo una battuta di quelle che faceva di solito, che lo diceva di tutte. Era abituato a sentire commenti su di me da molta gente,inoltre lui è sempre stato un pirla. Parla così a tutte le donne, ha anche avuto dei figli questo puttaniere". "Chi è?". Le domando direttamente, non posso lasciare che lei continui a fingere che nulla sia successo. "No, basta. Non puoi farci niente, perderesti me e il lavoro. Shane è stato minacciato, la nostra domestica è stata licenziata e il mio ex stava per essere denunciato. Non ti importa sapere chi sia, è per il tuo bene. Non dovresti sapere questa storia, lui ne è uscito innocente e non posso più farci niente. Va bene così, mi sono ripresa la mia vita. Domani passerò la mia prima notte da sola in casa mia". "Non voglio che ti accada qualcosa. Steph, voglio solo proteggerti ". "Non serve. Per anni ci ho sofferto, non riuscivo più ad avere rapporti dopo l'accaduto... mi sono fatta aiutare,avevo una persona accanto all'epoca. È solo un ricordo doloroso, l'ho solo lasciato morire dentro di me. Ho di nuovo la mia vita, non voglio avere altri problemi. Quando staremo finalmente insieme non voglio anche questo problema". La bacio di nuovo, il rossore del tramonto incendia la stanza mentre la trattengo tra le braccia, un giorno scoprirò chi è... "Sei forte amore mio". Le sussurro accarezzandole i capelli. "Non è vero. Sono stata fortunata perché è finita".

She never recovered|Triple H & ChynaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora