Stamford,Connecticut, uffici WWF
Pov. Triple H
"... valutando gli ascolti dello scorso episodio non è opportuno continuare a procedere in questa direzione. Il pubblico non sembra apprezzare,è evidente che ci debba essere un match titolato nel prossimo episodio di Raw. Triple H ormai è impossibile da sconfiggere, le puntate sono noiose. Faccio questo lavoro da anni, Paul, non sono d'accordo con la tua proposta". Il capo sembra sorridere al piano di Bruce, Jo aveva ragione... questi due sono in combutta contro di me, trovano sempre il modo di fare ciò che vogliono. "No. Permettetemi di spiegare. Io non perderò contro Chris Jericho. Non è credibile come campione, inoltre perché io dovrei iniziare una rivalità con lui? Non è stata costruita, il mio personaggio non ha alcun legame con lui e non ci sono vecchie rivalità in sospeso... Stephanie McMahon Helmsley dovrebbe interferire nel match come ogni volta perché siamo una coppia di heel, Jericho invece non ha alleati. Come potrebbe vincere senza barare contro due heel?". Cerco lo sguardo di approvazione di Stephanie ma la vedo piuttosto distratta, sta scarabocchiando da un'ora su un blocchetto e non proferisce parola. "Si può trovare un modo per farvi scontrare...". "Ecco! E allora vedete di trovarlo! Sono già due ore che siamo seduti qui e nessuno di voi ha ancora tirato fuori un'idea decente! Chiunque abbia qualcosa da dire parli, vedete di prendere una decisione perché l'ora di cena sta passando e tra poco ordinerò da asporto se non spremete le meningi. Bruce,io ti pago fior di soldi!". Bevo un sorso d'acqua per calmarmi e per cercare di placare la fame che,adesso che Vince me lo ha fatto notare, inizia a farsi sentire. Alzo lo sguardo e vedo Bruce Prichard leggere attentamente il copione della scorsa settimana,nessuno dei presenti osa parlare e Stephanie continua a disegnare sul suo foglio sorreggendosi la testa con un gomito puntato sul tavolo per non addormentarsi. È evidente che la nostra proposta di non perdere contro Chris Jericho non piaccia a nessuno, ha ragione a scoraggiarsi... "Ho un'idea!" Improvvisamente Bruce rompe il silenzio, gli occhi di Vince sembrano essersi illuminati di scatto per l'emozione: "Finalmente! Parla!" "Chris Jericho incontrerà uno dei maggiori nemici di Triple H: l'arbitro. Dopo tutte le volte in cui un heel ha vinto scorrettamente sarà stanco dei suoi giochetti e si allea la sera stessa con Jericho per sottrargli il titolo. Si lamenterà con lui di quanto The Game sia odioso e Jericho farà lo stesso arrivando ad insultare anche la Signora Helmsley. A quel punto, Paul, non puoi non avere motivo di attaccarlo. Io mi offenderei se mi insultassero la moglie, non ti sembra abbastanza valido come pretesto per uno scontro?" "Geniale!" Vince ha ordinato alla sua segretaria di prendere appunti al computer mentre Bruce si compiace dei complimenti ricevuti chiaccherando a bassa voce con gli autori seduti accanto a lui. "Ma... è stupido tutto ciò! Nessuno è nemico dell'arbitro... e poi Stephanie che cosa farebbe in tutto questo? Dovrei entrare da solo? Il match non sarebbe valido, la campana non suona se c'è un imbroglio evidente". Vince è tornato sull'attenti e sua figlia ha alzato gli occhi dal blocchetto: "Giusta osservazione. Se l'imbroglio dovesse essere troppo evidente il pubblico non crederebbe più alla veridicità dei nostri incontri. Si capirebbe che in realtà è tutto costruito,una delle regole principali della WWF è quella di lasciare sempre il pubblico nel dubbio. Come è possibile che nessun membro dello staff,nessuno alle riprese o al tavolo di commento si possa accorgere di una campana suonata in modo illegittimo? Un arbitro corrotto sarebbe soltanto cattiva pubblicità e riaccenderebbe le speculazioni del pubblico sull'esito di vecchi incontri. Inutile citare Montreal, penso che tutti voi presenti ricordiate senza che io vi spieghi. Le storyline devono essere verosimili altrimenti nessuno crederà più agli incontri di wrestling e il nostro prodotto verrebbe reputato finto e scadente". Noto che Steph si è voltata leggermente verso di me e mi sta regalando un sorriso complice,quando suo padre dall'altro lato del tavolo esclama: "Vero. Mia figlia ha ragione. L'arbitro è una figura incorruttibile, è colui che garantisce la correttezza ad ogni match! Se c'è qualcuno che finge di controllare allora nella mente delle persone sarà più facile mantenere l'idea che il prodotto che stanno guardando sia vero e non pre determinato. Non potremmo gestire un altro assalto mediatico, Bret Hart riprenderebbe a calunniarci in tutte le interviste dicendo ancora che lui non sapeva niente dell'esito del suo match. Idea del cazzo, Bruce". "Sì ma... non possiamo rimanere così,capo. Qualcuno deve vincere questo titolo e il match deve finire in qualche modo. Io non ho altre idee al di fuori di questa". "Bene,caso risolto. Manterrò il mio titolo fino a Backlash. Lo scontro con Jericho non ci sarà". Improvvisamente sento lo sguardo di Bruce addosso, la sua espressione imbronciata sembra quasi minacciarmi di dover tacere. Lui odia essere contraddetto, Stephanie gli ha appena fatto fare una brutta figura... Mi volto verso di lei, la quale sorride beffarda per averla avuta vinta sul capo del team creativo, quando improvvisamente qualcuno mi tira un calcio da sotto la scrivania nera: Bruce è completamente fermo di fronte a me,ignoro la sensazione pensando che qualcuno si sia solo sgranchito le gambe ma subito dopo sento di nuovo qualcuno toccarmi la gamba,questa volta in modo più delicato come se fosse una carezza. Mi volto verso Stephanie seduta alla mia sinistra cercando di non dare nell'occhio e noto che ha strappato il foglio dal blocchetto: mi sorride a capo della scrivania,uno spazio abbastanza ampio ci tiene distanti ma è come se la nostra complicità ci avvicinasse. Si abbassa leggermente come se stesse raccogliendo qualcosa sotto al tavolo, un piccolo foglietto ripiegato le cade dalla mano facendo un leggero rumore sul pavimento lucidato a specchio. "Ordina un burrito per favore. Solo carne e ketchup". Vince sta perdendo la pazienza e fatica a rimanere immobile sulla poltrona e ne approfitto per raccogliere il foglietto che Stephanie mi ha lanciato ai piedi della sedia. Con la testa mi fa cenno di aprirlo, muoio dalla curiosità di leggerlo ma improvvisamente un urlo di Vince rompe il silenzio: " Resteremo qui finché non giungerete ad un accordo. Sono stanco delle vostre stronzate, scrivete qualcosa e alla fine sceglieremo l'idea migliore. Abbiamo solo una settimana per costruire una rivalità, sbrigatevi!". "Paul dovrà lasciare quel titolo. Mi scombussoli tutti i piani, non puoi rimanere senza avversario". Afferma Bruce ancora una volta scarabbochiando sul suo blocco. Devo inventarmi qualcosa,questi due vogliono rubarmi la mia cintura! Prendo anche io carta e penna per provare a scrivere uno schema ma Stephanie esclama inaspettatamente: "Non c'è niente che non vada bene in questa idea. L'arbitro si comporterà in modo disonesto e Jericho vincerà il titolo ma c'è un problema: Stephanie McMahon Helmsley è sempre attenta ad ogni dettaglio e racconta ogni cosa a suo marito... licenzieremo l'arbitro e Paul riprenderà il suo titolo perché il match non è valido. Gli scontri senza arbitro non sono validi per i titoli, e in questo caso sarebbe tutto da rifare dato che l'arbitro corrotto ha agito sotto gli occhi di tutti. Sarebbe un buon modo per guadagnare tempo e costruire bene la rivalità, senza però creare un campione poco credibile o rovinare la reputazione del nostro sport. Inoltre potremmo dimostrare ai fan più scettici che dietro a Montreal non c'è alcun inganno perché il personale fa il proprio dovere". Vince sorride soddisfatto dall'altro lato del tavolo, dalla sua espressione si percepisce l'orgoglio nei confronti di sua figlia: "Fantastico! Faremo così, a meno che qualcuno di voi non abbia idee migliori..." afferma con convinzione,lanciando un'occhiata severa a me e a Bruce. "Per me va bene" rispondo soddisfatto, Stephanie continua a sorridermi e cerca ripetutamente il mio sguardo con i suoi occhi color cielo. "Per questa settimana può andare. Vedremo di inventarci qualcosa prima di Backlash, entro domani sera voglio delle bozze sulla mia scrivania". Bruce sembra piuttosto stanco e si alza subito dalla scrivania dopo aver dato ad ognuno degli autori una copia della trama appena concordata, non sono convinto che gli piaccia la nostra idea ma fortunatamente siamo riusciti a convinvere Vince. Non mi sarei mai aspettato da Stephanie un'uscita così geniale,avrebbe potuto lasciar decidere agli altri ma sembra che si sia presa a cuore la mia causa... "Bene,andiamo a casa!" Anche Vince si è alzato dal suo posto ed è il primo a lasciare la stanza,seguito subito dopo da Bruce e tutti gli altri membri del team creativo. Mi alzo in piedi a mia volta e prendo la mia giacca dalla sedia mentre Stephanie fa la stessa cosa a rallentatore,come se volesse appositamente uscire per ultima dall'ufficio. Saluta uno per uno i presenti mentre finge di sistemare qualche foglio nella borsa,mi accorgo di ciò perché tutto lì dentro è perfettamente ordinato in una cartellina che non ha manco aperto, quando improvvisamente si volta verso di me prima che possa lasciare la riunione: "Visto? Tu non ti fidavi di me...". Mi fermo sulla porta e mi faccio leggermente da parte per far passare gli altri, ora ha la mia attenzione di nuovo... "Io non ho mai detto di non fidarmi di te ". "Ormai so cosa pensi solo guardando la tua faccia". Stephanie ha chiuso in un secondo la cerniera della sua borsa e sta uscendo in coda al gruppo con passo veloce, senza quasi salutarmi. "Steph... aspetta!" Sta succedendo di nuovo,il suo lato b fasciato in quella gonna aderente mi sta di nuovo mandando in confusione. "Dimmi". Risponde fredda lasciandomi di stucco. "Eh... grazie. Non ce l'avrei mai fatta senza il tuo aiuto". Rispondo con imbarazzo mentre raduno le mie cose,il bigliettino accartocciato è ancora lì al mio posto. "Ciao" sussurra sorridendo mentre lascia l'ufficio, facendomi cenno con le mani di prendere il bigliettino. Lo prendo in mano e cerco di aprire le numerose pieghe prima che possa andarsene ma in meno di un secondo Steph ha chiuso la porta dietro di sé. Mi chiedo che cosa ci sia scritto di così importante, anche se conoscendola potrebbe essere un mio ritratto stilizzato o una raccolta delle frasi più stupide dette da Bruce alla riunione. Apro il foglietto velocemente per andarmene in fretta ma mi perdo a fissare lo scarabocchio fatto a penna tra le righe,contornato da numerosi cuoricini storti: "Finiamo nel mio ufficio?" Probabilmente è già lì ad aspettarmi... raccolgo in fretta le mie cose e faccio il bigliettino in mille pezzi per farlo sparire nel cestino, Stephanie è fuori di sè... farlo nel suo ufficio! Con suo padre in giro per i corridoi! Sono stufo dei suoi giochi,l'idea mi eccita parecchio ma è ovvio che questa stupidaggine debba finire. Non posso rischiare di farmi scoprire da qualcuno, perderei il mio lavoro e perderei anche Jo! Se me lo ha chiesto però è perché è sicura che nessuno potrebbe vederci... lei è così bella,cazzo! Mi ha fissato per tutto il tempo mordendosi il labbro pensando che io non l'avessi vista,chissà quali sconcerie stava immaginando nella sua mente perversa mentre gli autori parlavano con me... Dovrei andarmene,ma qualcosa mi dice di seguirla. Sarebbe scortese lasciarla qui in ufficio senza nemmeno avvisarla, Stephanie ha fatto tanto per me questa sera. Io ci tengo a lei e mi ha dimostrato la stessa cosa stasera. Jo sicuramente non sarebbe contenta di come è andata la riunione, Steph invece vuole festeggiare con me. D'altronde dopo aver passato quel weekend con lei ho già tradito la mia ragazza. Ogni giorno mi pento di averlo fatto,però c'è qualcosa in lei che mi impedisce di smettere. Stephanie mi fa stare bene, forse sto sbagliando qualcosa nella mia vita... forse Jo non è la donna giusta per me. Lei non la pensa come me, lei vorrebbe che io fossi un paladino della giustizia qui dentro e non capisce che finalmente nella mia vita qualcuno mi sta dando una possibilità, qualcuno finalmente crede in me e ora farò di testa mia! Stephanie crede in me, lei riconosce i miei sacrifici... Dovrebbe essere Jo quella persona. Affretto il passo per il corridoio mentre cerco di lasciare il piano quando improvvisamente Steph spalanca la porta del suo ufficio: "Zitto". Mi afferra a sorpresa per un lembo della giacca per trascinarmi dentro con sè, le sue labbra sulle mie mi impediscono di parlare. Mi lascio guidare da lei mentre penso a un modo per resisterle,il mio corpo avanza lentamente con il suo verso la scrivania ordinata mentre provo in tutti i modi ad oppormi: "No... non possiamo" affermo titubante mentre mi spinge sulla sua sedia girevole costringendomi a sedere. "Perché no?" Domanda provocandomi mentre si siede sulle mie ginocchia per impedirmi di alzarmi. "Tuo padre è in giro... ci possono vedere!" Esclamo a bassa voce ma Stephanie ha già iniziato a spogliarsi sbottonando la camicetta bianca davanti ai miei occhi,senza curarsi delle mie lamentele. "Tu sei pazza... se qualcuno entrasse?" Continua ad ignorarmi arrivando a sbottonarsi tutta la camicia senza curarsi del pericolo, riesco a sentire il calore tra le sue gambe mentre si solleva piano la gonna per mettersi comoda su di me. Chiudo gli occhi per un momento,io devo dirle di no questa volta... devo dirle di no... Non posso farmi scoprire a scoparmela nel suo ufficio,penseranno tutti che io sia un raccomandato. "Non posso... vestiti dai...". Cerco invano di non guardarle il seno fasciato in un reggiseno in pizzo bianco, dovevo aspettarmi che lei avrebbe chiesto qualcosa in cambio del suo intervento alla riunione. Il nostro rapporto è questo,no? Non mi darebbe niente se non le avessi dato qualcosa indietro settimana scorsa. Però in quei due giorni sono stato davvero bene, in questa settimana non ha mai smesso di cercarmi nonostante fosse giá tutto finito... non lo avrebbe fatto se non mi volesse bene almeno un po',non rischierebbe così se non fosse importante per lei. Ricca com'è potrebbe portarmi in un hotel o in una delle sue tante ville disabitate. "No... Stephanie..." tento disperatamente di allontanarla per l'ultima volta ma ormai mi ha puntato come se fossi la sua preda: "Lo so che lo vuoi...". "Io...". "Shhh" sussurra convinta posando il suo indice sulle mie labbra per poi iniziare a mordermi il collo sporcandolo prima con il suo rossetto rosso. "Non qui,però". Affermo in preda all'eccitazione: "Sono il tuo capo,decido io dove fare le riunioni" sussurra quasi sottovoce quando mi ritrovo improvvisamente la sua lingua tra le labbra,mi bacia con desiderio afferrandomi il viso tra le mani per impedirmi di scappare. Riconosco immediatamente il sapore dei suoi baci,mi è mancata e lo sapeva, mentre si sfila la camicia mi allenta il nodo alla cravatta per riprendere a baciarmi la pelle scoperta. Mi metto comodo sullo schienale della sedia mentre mi slaccia i pantaloni,con le sue mani calde lo afferra piano iniziando a stimolarmi. Inizio a fare la stessa cosa con lei spostando appena il perizoma coordinato,il piacere ricevuto mi stimola ancora di più ad andare avanti mentre fisso la porta chiusa di fronte a noi: il pensiero che qualcuno possa entrare e vederci mi eccita e mi costringe a trattenermi mentre sento di essere già a buon punto. Non voglio finire adesso,Steph sta trattenendo i gemiti cercando di rimanere in silenzio e respira forte su di me. Tolgo subito le mani e la avvcino a me sollevandola leggermente, le sue mani tra i miei capelli mi scopigliano la coda ordinata mentre iniziamo, quando improvvisamente sento il rumore delle scarpe di qualcuno nel corridoio: mi fermo per un momento, Stephanie fa lo stesso seduta in braccio a me e ci voltiamo entrambi verso la porta. Lo sapevo che non era una buona idea farlo qui... "Hai sentito?" Domando preoccupato, ma subito Steph si riavvicina a me per baciarmi come se niente fosse. "Ho chiuso la porta a chiave,stai tranquillo. Stavano andando via tutti...". Steph ha ripreso a muoversi su di me,l'idea di essere scoperti mi eccita e mi preoccupa allo stesso tempo,la sedia dell'ufficio scricchiola leggermente ad ogni movimento e cerco di trattenere ogni gemito per non farci scoprire. Mi guarda dritto negli occhi senza distogliere lo sguardo, la aiuto a muoversi con me mettendole le mani sui fianchi mentre mi lascio andare alla sensazione. Vince potrebbe essere lì dietro quella porta,immagino non vorrebbe mai vedere questa scena... Continuo più forte quando le sfugge un gemito: con una mano le tappo subito la bocca per non farci sentire anche se lei non sembra curarsene,mi sorride con i suoi occhi luminosi e complici continuando a gemere sottovoce con me. La afferro saldamente per le cosce e la prendo in braccio per poi metterla a sedere sulla scrivania di fronte a noi, Stephanie si è aggrappata al mio collo per non cadere e riprendo a spingere più forte,facendo cadere qualche cosa sul pavimento. "È così che lavori qui dentro?" Mi diverto a provocarla mentre lei mi tira per la cravatta grigia,oggi per ironia della sorte mi sono vestito come suo padre con un completo grigio,quando questa volta è lei a zittirmi avvicinando le labbra alle mie: la bacio per cercare di contenermi, anche lei sospira forte di fronte a me e si è aggrappata con le mani al tavolo per continuare più forte,scombinando una pila di fogli sotto di noi. "Solo quando viene a trovarmi un collega". Risponde alla mia provocazione trascinandomi vicino a lei per la cravatta,la scrivania trema per il movimento facendo un leggero rumore poco fraintendibile per chi ci sta ascoltando da fuori e tutto ciò mi invoglia a continuare. Un brivido mi attraversa tutto il corpo,cerco di trattenere l'orgasmo ma ciò che vorrei fare ora sarebbe urlare liberamente, il senso del proibito rende tutto ciò ancora più piacevole e intenso quando la sento tremare tra le braccia mentre sto per finire. Non è la prima volta che lo faccio al lavoro,ma è la prima volta che lo faccio nell'ufficio del mio capo... noi due non dovremmo nemmeno stare insieme! Sapere che qualcuno possa scoprirci qui... la afferro per i capelli e la avvicino a me per baciarla, sento qualche goccia cadermi sui pantaloni mentre il mio battito si fa di nuovo normale. La abbraccio forte facendole posare la testa su di me,il suo respiro stanco accompagna il suo sguardo soddisfatto e compiaciuto. La bacio velocemente, spostandole qualche ciocca di capelli dalla fronte,Stephanie giace per qualche secondo sulla mia spalla per poi rialzarsi subito per separarsi da me: "È stato bello..." sussurra piano,muovendo appena le labbra e arrossendo leggermente sulle guance più di quanto già lo fosse per la foga del momento. Distolgo subito lo sguardo da lei per ricompormi,prontamente mi passa un fazzoletto da un distributore in cartone in uno dei cassetti vicini, e riprende ad osservarmi felice mentre si sistema di nuovo la camicetta nella gonna. A Stephanie è piaciuto... ma che significa? Mi sta dicendo che le piaccio? Forse intende dire che le è piaciuto fare sesso in ufficio... però le altre volte non mi ha mai detto una cosa del genere! Butto velocemente i fazzolettini usati nel cestino e mi sistemo i pantaloni facendo attenzione a non macchiarli, Steph si sta sistemando il trucco con uno specchietto da borsetta e mi accorgo di averle tolto tutto il rossetto dalle labbra: "Aspetta... non vorrai andartene così" afferma convinta costringendomi a bloccarmi in prossimità della porta. Afferra una salviettina dalla sua borsa e inizia a strofinarmi il collo con forza per rimuovere le tracce scure di rossetto, i suoi capelli ancora scompigliati mi solleticano la pelle. "Ecco fatto..." afferma tra sè allontanadosi,sento una scia del suo profumo andarsene con lei e mi trattiene dal varcare la soglia di questo ufficio. Perché mai ha detto che le è piaciuto? Forse le altre volte non le era piaciuto? Oppure sta solo giocando con me. "Paul! Non andare... un momento" esclama in tutta fretta mentre raccoglie il porta penne che abbiamo fatto cadere dalla scrivania. "Volevo ridarti una cosa in realtà... è da un po' che voglio farlo ma me ne sono dimenticata, è per questo che dovevi venire nel mio ufficio". Rimango spiazzato dalla sua scusa inutile,ho capito perfettamente che voleva soltanto fare sesso,e la osservo mentre cerca qualcosa su un attaccapanni pieno di indumenti. Qui dentro è tutto così ordinato tranne l'appendiabiti,un sacco di giacche e maglioni si sovrappongono tra loro e riconosco tra esse il mio giubbotto con grande stupore: "eccolo...". "Pensavo che lo avessi perso" affermo a bassa voce sorridendole,non credevo che lo avrei più rivisto dopo tutto questo tempo... "Io? Non potrei mai... mi hai detto che era un prestito. Io restituisco sempre tutto". Si avvicina di nuovo a me per porgermi il giubbotto da lontano,mi sembra piuttosto emozionata per una cosa così banale. "Steph... tienilo. So che ti ci sei affezionata,usalo pure. A me probabilmente nemmeno si chiude". "In effetti mi mancherà non vederlo più su questo appendino quando entrerò domattina". Le porgo la giacca indietro ma non vuole riprenderla,mi dispiace sottrarle qualcosa che ormai è suo. "Sei sicura? ", "Sono sicura" risponde con fermezza,un leggero bagliore le illumina il viso mentre arrossice sulle guance. "Grazie. Buonanotte Steph". Mi avvicino a lei per baciarla,stringendola in un ultimo abbraccio,quando subito si allontana porgendomi la guancia: "Mi togli il rossetto" afferma ridendo,costringendomi ad accontentarmi di un misero bacio sulla guancia. "Notte". Apro piano la porta per non farmi vedere da qualcuno fuori e lascio l'ufficio con cautela. Nessuno mi ha visto,avanzo di qualche passo per il corridoio e mi dirigo verso l'ascensore quando improvvisamente le porte si spalancano davanti a me: "Paul! Ma che cazzo ci fai qui? Hai visto per caso mia sorella? Se non la trovo mio padre mi fa il culo". Saluto Shane velocemente, mi fa strano vederlo in giro in tuta da ginnastica per gli uffici, e ne approfitto per salire in ascensore: "Prova in ufficio,forse è ancora lì". Non riesco a trattenere una risata, per fortuna le porte si sono chiuse prima che potesse vedermi. Se solo sapesse cosa abbiamo appena fatto con la sua sorellina...
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She never recovered|Triple H & Chyna
RomansPrima parte. Il sogno di Paul fin da quando era ragazzo è sempre stato il wrestling e con tanti sacrifici lo aveva realizzato. Aveva tutto:un buon lavoro, una certa fama e un amore travolgente. Ma un giorno Paul Levesque,ormai conosciuto da tutto il...